Dopo Serrastretta, Panettieri, Scigliano, Cicala, San Pietro Apostolo, Altilia, Settingiano, Petronà, Grimaldi, Miglierina, Pedivigliano, Sersale, Colosimi, Martirano Antico e Martirano Lombardo, Platania, Bianchi, Conflenti, Taverna, Gimigliano, San Mango d’Aquino, Motta Santa Lucia, Marcellinara, Tiriolo, Castagna e Carlopoli, Soveria Mannelli, Decollatura, Gizzeria e Castiglione Marittimo e Falerna, continua il nostro viaggio di conoscenza sulla storia dei comuni gravitanti nell’area storico – geografica del monte Reventino, le cui vicende sociali, politiche e anche storiche sono oggetto di particolare interesse di questo giornale web ilReventino.it.
Nocera Terinese sorge a 240 mt s.l.m. sulle pendici di un colle rivolto verso la bassa valle del Savuto e verso il mar Tirreno e conta 4 733 abitanti dispersi fra Capoluogo e le frazioni Acquafredda, Gollieri, Nocera Scalo, Piano Pere, Salice, San Cataldo, Villaggio del Golfo. Fa parte della provincia di Catanzaro ed è soggetta spiritualmente alla diocesi di Lamezia Terme (già Nicastro) dal 1963, mentre prima faceva parte della diocesi “inferiore” di Tropea (oggi diocesi di Mileto- Nicotera- Tropea).
Prima dei cenni storici vediamo le possibili spiegazioni etimologiche del nome. Pare infatti che derivi da “NUCERIA, riportato alla base “noukria”, variante di “nouko”, ‘nuovo’ (dall’indoeuropeo “newo-newyo”) e inteso nel senso di ‘la città nuova’; non manca però chi si richiama a LUCERIA e a LUCERES, nome di una delle tribù in cui era diviso il popolo romano, o al gentilizio etrusco “luxre”. La specificazione Terinese, aggiunta con un regio decreto del 1863, viene riferita da alcuni all’antica Terina, altra località del Bruzzio, e da altri al vicino piano della Tirena (dal latino LATERINA, ‘mattonaia’) (1)“.
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Per ciò che riguarda la sua storia, ancora oggi piuttosto dibattuta, allo stato attuale possiamo affermare che “Le origini di Nocera Terinese risalgono, al paleolitico superiore. Infatti, in contrada Sciabbica alcuni ritrovamenti “musteriani” effettuati da Roberto Spadea, […] confermano ancora una volta l’ipotesi che la zona, posta lungo il fiume Grande e il basso Savuto, merita una ricerca più approfondita. […] La località chiamata tuttora “Grotticelle”, era adatta alla vita dell’uomo primitivo per il clima temperato, la presenza di numerosi corsi d’acqua, la vicinanza al mare, l’abbondanza di boschi e della selvaggina.Le epoche successive sono dapprima indagate da Paolo Orsi […] hanno individuato un antico abitato indigeno, su cui successivamente si è stratificato l’elemento greco, poi brezio ed infine romano. Si fa consistente l’ipotesi della Temesa omerica citata nell’Odissea, ma non si ha ancora certezza storica almeno fino a quando non saranno effettuati gli scavi necessari per raccogliere ulteriori notizie sull’abitato posto sul pianoro. Tuttora non si riesce a sapere quale sia stata la città che sorse nel nostro territorio e, specificamente, sul “Piano di Tirena”: Noucrinon, Temesa o Terina. […] Se per le prime due città, si hanno scarse notizie, per Noucrinon non si ha alcun riferimento letterario: l’esistenza di questa città è ricordata dalle sue monete rinvenute nel nostro territorio e coniate tra il 350 e il 270 a.C. secondo quanto ha scritto I. Ventura nel suo volume “Nocera Terinese, storia di una terra di Calabria”. Alcune monete rinvenute recano la scritta “Noucrinon”, per la verità poche, mentre le altre recano le iscrizioni di “Teràinon”, “Terainòi” e “Terina”. L’identità del conio di Terina e di Nucria rivelerebbe la coesistenza di due centri abitati nella stessa zona. Tutto ciò ha fatto supporre ad alcuni storici che Nocera sia stata colonia di Terina o almeno luogo di caccia degli stessi Terinesi. Secondo altri studi Nucria sarebbe una città fondata dai sanniti, quindi potrebbe essere una delle prime città, cosiddette, italiche abitate da autoctoni che parlavano losco e che cominciarono il loro cammino storico nel V secolo a.C. periodo in cui l’Italia del Sud venne colonizzata dai greci. Comunque siano stati gli italici, i pelasgi, i brezi o i greci il piano divenne un centro abitato sicuramente di grande importanza visti i risultati ottenuti dagli scavi effettuati negli ultimi anni nel territorio nocerese. Infatti, sul “Piano della Tirena” gli scavi indicano la presenza di un abitato urbanisticamente orientato a N-NE con l’ubicazione del quartiere artigiano verso la parte bassa del pianoro, come alcuni indizi lasciano presagire. L’insediamento in base ai frammenti ritrovati, fa dedurre un lungo periodo di frequentazione che va dall’età magno – greca, VI sec. a.C. fino al tardo periodo Bizantino. Le possenti opere murarie superstiti ne fanno arguire l’importanza, considerando la posizione geografica del pianoro posto lungo la direttrice del Savuto, verso lo Jonio e quindi verso Crotone così come ampiamente e tecnicamente descritto nel volume della prof.ssa Nazarena Valenza Mele “ Ricerche nella Brettia Nocera Terinese”(2).
“Dopo la Battaglia di Canne (216 a. C.) [Temesa] fu distrutta da Annibale; passò poi sotto il dominio romano e, nel 960, distrutta completamente dai Saraceni. I superstiti ripararono in luoghi nascosto, non lontano dal mare, tra il monte Eliceto e il Destro, alla confluenza dei due fiumi Grande e Rivale. Sorse come “Castrum” e, aumentando di popolazione, divenne “Oppidum”; il nucleo primitivo si insediò in località “Timpone Motta”. Donata dal conte Ruggero all’abbazia di Sant’Eufemia per passare poi ai Cavalieri di Malta. I terremoti del 1638 e del 1783 vi causarono molti danni. Comune del cantone di Nicastro, ai tempi della Repubblica Partenope, dai francesi fu inserita nella giurisdizione di Martirano. Nocera subì dominazioni Normanna, Spagnola e Francese; la restaurazione Borbonica contribuì alla nascita, intorno al 1846, di una associazione della Giovine Italia. Elevata a capoluogo di circondario dai Borboni, fu colpita anche dal sisma dell’inizio del 1900 (3)”.
Importante risulta anche aggiungere altre notizie storiche quali “Il Castello di Nocera fu quasi sicuramente costruito in epoca Normanno-Sveva, nel punto più alto della collina, la cui parte sottostante è conosciuta ancora oggi con il nome di Castello, dove sono visibili i resti, prima che fosse trasformato a convento nel XVI sec. Nel 1240 Nocera ricade sotto il feudo dell’ Abbazia di S. Eufemia che fino al 1506 fu di pertinenza dei Benedettini per passare poi ai Cavalieri di Malta. Nel 1276 Nocera era parte del giustizierato di Val di Crati e Terra Giordana. Ai tempi della dominazione Aragonese, vi fu un incremento delle attività edilizie, furono costruite più abitazioni, oltre alla Chiesa di S. Martino, il Convento degli Agostiniani, di contrada Campo di Arata e si diede inizio a quello di S. Francesco. La popolazione aumentava e si incrementavano le produzioni agricole. Nel 1534-1552, per arginare il fenomeno disastroso delle incursioni piratesche, furono costruite alcune torri costiere chiamate “Torrazzi”, per ordine del viceré D. Pietro di Toledo. A Nocera quella di S. Giuseppe,al casale quella di Saporito e l’altra nel Piano di Terina, c’era infine quella di Gullieri, ad un’altitudine di 600 mt, andata distrutta. Nel 1400 anche a Nocera si era insediata una comunità di Ebrei, abili commercianti ed esperti di economia. Durante la dominazione Francese, Nocera subì incendi e saccheggi. Nel XIX sec. vi fu una prima leggera emigrazione da parte degli abitanti di Nocera, in Sicilia e in Tunisia, alla ricerca di migliori condizioni di vita e di lavoro. Al nome di Nocera fu aggiunto Terinese, dall’antica Terina, con decreto reale del 1863. Nel 1887 inizia l’emigrazione per gli Stati Uniti d’America, con un aumento consistente dal 1900 al 1914, così pure per l’Argentina. Negli anni Cinquanta il totale degli emigranti in America era di circa 4.000 unità (4)”.
L’economia di Nocera attualmente si regge sulla produzione agricola di “cereali, frumento, foraggi, ortaggi, olivo, uva e altra frutta; è praticato anche l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. L’industria è costituita da aziende che operano nei comparti: alimentare, edile, metallurgico, dei materiali da costruzione, della produzione e distribuzione di energia elettrica (5)” e sul turismo balneare a Nocera Terinese Marina.
le chiese di Nocera sono la Matrice di San Giovanni Battista (XIII sec.), Santissima Annunziata (1628) e le non più in uso frequente quali San Martino (XV sec.), Santa Maria della Pietà (XV sec.), San Francesco d’Assisi (XV sec.) mentre a Nocera Marina è presente la chiesa Maria Regina della Famiglia (1997) che è parrocchia a sé stante.
Importantissimo è poi il rito pasquale dei Vattienti, che si inscena ogni anno il Venerdì e il Sabato Santo.
Nocera è infine soprattutto ricca di beni archeologici quali “un arco medievale di stile Dorico in pietra tufacea, nel rione Motta, adiacente la Chiesa S. Maria della Pietà (1500); il “Portale del Palazzo Procida” appartenente alla omonima famiglia estinta nel 1900 e risalente al 1400; il ponte di collegamento tra il rione Motta ed il resto del centro storico (detto “La Ponta”); sulla sommità del paese i ruderi del vecchio convento dei Padri Cappuccini, un tempo fortilizio normanno; […] Il Convento dei Padri Cappuccini, in cima al paese, è stato punto di passaggio o di soste temporanee, ma anche luogo di ristoro per i poveri per circa 400 anni. Ha comunque sempre mantenuto la sua funzione originaria di luogo di meditazione e di studio. Il Convento, che sorge a circa 320 metri di altitudine sulla collinetta che domina il paese, è stato edificato nel 1581, sopra i resti diroccati di un antico fortilizio e fu realizzato con la struttura tipica dei Conventi dei Cappuccini […]. Infine […] il sito della città magnogreca di Temesa, da molti collocata sul Piano della Tirena, massiccio costiero lambito alla sua base dei corsi dei fiumi Savuto e Grande, che si uniscono poco prima di incontrare il mare (6)”.
A Nocera Terinese nacque il poeta Giovanni Amendola e il docente universitario e storico insigne Ernesto Pontieri.
Note
(1) http://www.italiapedia.it/comune-di-nocera-terinese_Storia-079-087 (URL consultato il 25/07/2023)
(2) Associazione Turistica Pro Loco Ligea I.A.T., “Nocera Terinese – Storia, Fede e Tradizioni”, Testi a cura di: Elvasio Curcio, Antonio Macchione, Szumskyj J. Antonio
(3) https://penisolabella.blogspot.com/2019/12/calabria-nocera-terinese-il-comune-dei.html (URL consultato il 25/07/2023)
(4) http://www.ilbelpaesecalabria.com/COMUNI/NOCERA%20TERINESE/Nocera%20T-La%20storia.pdf (URL consultato il 25/07/2023)
(5) http://www.italiapedia.it/comune-di-nocera-terinese_Storia-079-087 (URL consultato il 25/07/2023)
(6) https://penisolabella.blogspot.com/2019/12/calabria-nocera-terinese-il-comune-dei.html (URL consultato il 25/07/2023)
per saperne di più?
Ernesto Pontieri, I flagellati di Nocera Terinese, Rivista critica di cultura calabrese, Napoli, 1921.
Ignazio Ventura, Nocera Terinese: storia d’una terra di Calabria, Tipografia G. Genovese, Napoli, 1955.
Vincenza Graziano, Il cuore antico del paese, Quaderno n. 1, Nocera Terinese, marzo 1999.
Vincenza Graziano, Il luogo detto Santa Caterina, Quaderno n. 2, Nocera Terinese, dicembre 2000.
Vincenza Graziano, Dal Torrazzo a Portavecchia. Le vie pubbliche della Marina, Quaderno n. 3, Nocera Terinese, aprile 2001.
Vincenza Graziano, Le terre del Conventi di Campo D’Arato, Quaderno n. 4, Nocera Terinese, febbraio 2002.
Franco Ferlaino, Vattienti: Osservazioni e riplasmazione di una ritualità tradizionale, Qualecultura, Vibo Valentia, 1991.
Antonio Macchione, Nocera sotto la dominazione normanna, Nocera Terinese 2006
Antonio Macchione, La Diocesi di Tempsa, Soveria Mannelli 2007
Michele Manfredi-Gigliotti, TEΡENHΩN, Memorie storiche sull’antica città di Terina, Editrice Pungitopo, Messina 1984.
Michele Manfredi-Gigliotti, TEMHSA-TEMΨA,memorie storiche sull’antica città di Temesa, con particolare riguardo alla individuazione del suo sito, Edizioni Brenner Cosenza 1994.
Michele Manfredi-Gigliotti, La mia Calabria, Edizioni Simple, 2010 (Segnalato al Rhegium Julii, 2010).
Michele Manfredi-Gigliotti, Λυκόφρων kὰι ώkιναρώs, Licofrone e il fiume Savuto, Ma.Per. Editrice, Campora San Giovanni, 2010.
Michele Manfredi-Gigliotti, “Il tempio arcaico di contrada Imbelli- Amantea, frazione Campora San Giovanni, provincia di Cosenza”- Nuove prospettive per l’individuazione dei siti di Temesa e Terina, Lussografica Editrice, Caltanissetta 2015.
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