Dopo Serrastretta, Panettieri, Scigliano, Cicala, San Pietro Apostolo, Altilia, Settingiano, Petronà, Grimaldi, Miglierina, Pedivigliano, Sersale, Colosimi, Martirano Antico e Martirano Lombardo, Platania, Bianchi, Conflenti,Taverna, Gimigliano, San Mango d’Aquino, Motta Santa Lucia, Marcellinara, Tiriolo, Castagna e Carlopoli, Soveria Mannelli e Decollatura continua il nostro viaggio di conoscenza sulla storia dei comuni gravitanti nell’area storico – geografica del monte Reventino, le cui vicende sociali, politiche e anche storiche sono oggetto di particolare interesse di questo giornale web ilReventino.it.
Gizzeria sorge a 630 mt sl.m. abbarbicato sui pendii della valle del torrente Casale. Oggi conta 5276 abitanti dispersi fra Capoluogo e le frazioni Gizzeria Lido, Destra, Prisa, Mortilla, Scaramella, Campoienzo, Santa Caterina, Maiolino, Lenzi. Fa parte della provincia di Catanzaro ed è soggetta spiritualmente alla diocesi di Lamezia Terme (già Nicastro). Dista 17 km da Lamezia Terme, 51 km da Catanzaro e 66 km da Cosenza.
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Spieghiamo un attimo l’origine toponomastica del nome Gizzeria che si ritiene, fra le tante ipotesi, possa derivare da “In epoca normanna il nome era stato Yussaria. Da Izaria derivò successivamente Jzaria (1510), poi mutatosi in Jazzaria o Jizzeria. Il nome attuale è in uso dal 1753 (1)”. Ancora “[…] possiamo dire che inizialmente Gizzeria era denominata “Izzaria” […] con molta probabilità deriva dal greco “Izwsios” che significa “siedo, sono collocata, sono vicino al fiume”. Il primo nome nel periodo Bizantino derivava da “Izzaria”, cambiato dai Normanni in “Yussaria”, poi nel 1510 dagli Albanesi, in “Jzaria”, mutato per motivi fonetici in “Jazzaria”o “Jizzeria”. Una cosa è certa il vocabolo non è albanese poiché in quella nazione non si ha alcun riscontro. Studiosi di toponomastica come il Prof. Alessi Giovanni […] fa derivare Gizzeria da “gipsum” (gesso) vale a dire cava di gesso. Da “Gipseria” si è avuto il passaggio per assimilazione della “p” con la “s” Gisseria, Gizzeria, qualora il nome fosse stato dato dagli Albanesi. In realtà, all’epoca non esistevano nel paese delle cave, ma solo dopo il 1638 con l’aggregazione a Gizzeria di S. Eufemia ritroviamo la contrada “Granato” che ha il nome del proprietario. In tale contrada vi erano cave di gesso ma attualmente sono spente (2)”.
Chiarito l’origine toponomastica passiamo alla narrazione delle sue vicende storiche che partono da molto lontano poichè “alcuni ritrovamenti di materiali sparsi, attesterebbero che il territorio [di Gizzeria] fosse abitato già nel periodo neolitico. È anche certo che il suo territorio fu abitato dai greci, prima, e dai romani, poi. Così come testimonia “l’Hydria” a figure rosse, alta cm.52, rinvenuta nel 1955 nel corso di uno scasso per piantare un vigneto, in località Cerzeto del comune di Gizzeria [oggi conservata presso il Museo Archeologico Lametino]. Infine, le ricerche condotte dalla Soprintendenza Archeologica della Calabria in località Sperone ed i saggi di scavo effettuati in superficie, hanno portato alla luce alcune strutture romaniche databili nella loro fasi principali al I-II secolo d.C. […] Sempre per quanto riguarda la presenza di insediamenti abitativi nell’area di “Capo Suvero”, assume una certa rilevanza il reperto di un chiodo di bronzo proveniente probabilmente da una necropoli, contenente una iscrizione in Greco “AIΩNO∑”che indica il concetto di tempo infinito, e che era usato probabilmente a scopo magico (3)”.
Crollato l’Impero Romano d’Occidente (476 d.c.) resistette il villaggio chiamato dai bizantini Izzaria che con “la [sua] distruzione da parte dei Saraceni, avvenuta verso la fine dell’anno mille, [si concentra] prevalentemente [attorno] al cenobio greco di San Nicola, un piccolo agglomerato di pochi abitanti, alloggiati per lo più in pagliai ed abituri. Il cenobio che sorgeva su un terreno appartenente ai Cavalieri di Malta, ha avuto dapprima una sua vita autonoma, durata fino a quando Roberto il Guiscardo, latinizzandolo, lo concesse alla famosa abbazia benedettina di S. Eufemia. Intorno a questa comunità si è sviluppato, pertanto, il primo nucleo dell’abitato di Gizzeria(4)”. Infatti, dobbiamo specificare che “La prima notizia sul sito [cenobio San Nicola] si trova nel diploma del Guiscardo del 1062 […] Dove si parla di un piccolo monastero d’origine bizantina detto di San Nicola e del territorio di Jussariae e dei suoi “villani” che furono infeudati nell’erigenda abbazia benedettina di Santa Eufemia per opera dei Normanni. Poi più nulla; fino alla seconda metà del 1400. Solo nella seconda metà del 1400 il paese riemerge dall’oblio, quando piccoli gruppi di profughi albanesi si stabilirono nel nostro territorio. […] Alla morte di Alfonso il Magnanimo (1458), scoppia una quasi decennale contesa tra Angioini e Aragonesi per il controllo del regno napoletano […] Ed è durante questo periodo che si fa risalire, dagli storici, l’arrivo di nuclei d’armati albanesi, sollecitati da Ferdinando I D’Aragona, per domare le rivolte anti aragonesi, che si stanziarono [anche] in Calabria, dando così origine a diversi centri abitati [come] Gizzeria. Accolti benignamente da re Ferdinando, che dette loro vasti poderi da coltivare […] In un breve arco di tempo questi profughi albanesi, installandosi nel territorio di Gizzeria, avuto in concessione dalla Commenda di Malta seppero dissodare coraggiosamente la terra concessa, praticando spesso una vera ardita opera di bonifica. Attorno agli anni 1558/1572 Gizzeria fu elevata ad Università (ossia comune) e, pur dipendendo giuridicamente da [Abbazia Giovannita] di Santa Eufemia, comincia ad avere una vita civica propria ed un proprio ordinamento. Come fosse amministrata Gizzeria […] . E’ da supporsi che, data l’ampiezza dei suoi territori, il Priorato di S.ta Eufemia, abbia creato dei propri emissari (Capitani o Luogotenenti), operanti sotto il controllo del balì di S.ta Eufemia. Nell’anno 1572, sotto il balì don Fabrizio Pignatelli, vengono sottoscritti Capitoli e Grazie e consegnati al Sindaco del tempo. Fino a tutto il XVI secolo, dato il carattere chiuso della sua economia, pur trovandosi in un’area di passaggio importante (l’antica via Popilia) e vicina allo scalo commerciale e doganale di S. Eufemia che, poco o nulla influirono a cambiare la sua economia, la proprietà terriera rappresentò e modellò la ricchezza del paese. La mancanza di traffici economici, cioè di una diversificazione della sua economia da agricola a mercantile, ha rappresentato una economia povera, basata sull’agricoltura e sulla pastorizia e sulla immediata utilizzazione dei prodotti di ambedue, che si traducevano sostanzialmente in redditi da agricoltura di sussistenza. Il territorio scosceso e poco fertile non consentiva uno sfruttamento razionale del suolo: l’unica ricchezza erano forse i gelsi, che servivano per l’allevamento del baco e, quindi, per la produzione della seta, Si coltivavano anche la vite, l’ulivo, gli alberi da frutta. I «giardini», invece, erano impiantati attorno ai corsi d’acqua e nei territori pianeggianti, mentre le pecore e le capre venivano portate a pascolare nelle zone più impervie e montagnose. Il Casale cominciò ad affermarsi come centro urbano di rilievo verso la metà del XVII secolo […] A seguito del catastrofico terremoto (a.1638) che ridusse S.ta Eufemia a un cumulo di rovine (danni minori si verificarono a Gizzeria) comincia ad avere una vita più autonoma, allorché la sede del balio da S.ta Eufemia viene trasferita a Gizzeria, ed in seguito ai nuovi movimenti migratori, che interessarono gli abitanti di S.Eufemia e del circondario, l’abitato di Gizzeria, fino ad allora di modeste dimensioni si consolidò (5)”.
“[Gizzeria] Fu danneggiata dal terremoto del 1783. Per la legge del 19 gennaio 1807 i Francesi ne fecero un Luogo, ossia Università, nel cosiddetto Governo di Sant’Eufemia del Golfo. Nel riordino disposto per decreto del 4 maggio 1811, istitutivo di Comuni e Circondari, gli fu attribuito come Villaggio, ossia frazione, Sant’Eufemia e fu compreso nel Circondario di Sambiase. Numerosi paesani parteciparono ai moti liberali, tra i quali è da citare Alessandro Toia, uno dei partecipanti alla spedizione dei Mille, e dopo l’unità d’Italia furono numerosi gli episodi legati al brigantaggio postunitario. Verso la fine dell’Ottocento la scarsità delle risorse e l’aumento demografico determinarono l’inizio di una forte emigrazione: provenienti da Gizzeria erano alcuni degli emigrati italiani scomparsi nel più grave disastro minerario che la storia degli Stati Uniti ricordi, l’incidente di Monongah, avvenuto il 6 dicembre 1907 nell’omonima località statunitense (6)”.
Oggi la sua economia si regge sulla produzione di “cereali, frumento, foraggi, ortaggi, olivo, uva, agrumi e altra frutta; è praticato anche l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini e avicoli. L’industria è costituita da piccole aziende che operano nei comparti: alimentare (tra cui il lattiero-caseario), edile, metallurgico e della fabbricazione di apparecchi elettrici (7)” ma soprattutto sul turismo estivo balneare nella zona marina oggi fortemente urbanizzata “[…] Una volta S. Eufemia Marina, è diventata Gizzeria Lido soltanto nel 1961 per richiesta dell’amministrazione comunale. Questa località è un’ampia zona pianeggiante, valorizzata dall’introduzione di colture industriali come la barbabietola da zucchero che ha creato benessere alla zona circostante, abitata fin dall’epoca Neolitica. Con gli anni questa zona è divenuta un’importante località turistica, avviandosi ad un consistente sviluppo edilizio. Inoltre la spiaggia che si estende per oltre dieci chilometri (8)”.
Il patrimonio storico- architettonico chiesastico di Gizzeria consta delle seguenti chiese: a Gizzeria paese la Chiesa Matrice di San Giovanni Battista (1638) e di Maria Santissima Annunciata (1879) mentre in Marina sono presenti le chiese dell’Immacolata della Medaglia Miracolosa a Gizzeria Lido e quella di Santa Caterina Labourè in contrada Mortilla, eretta Parrocchia il 16 maggio 1999.
Note
(1) http://www.comune.gizzeria.cz.it/index.php?action=index&p=76 (URL consultato il 02/05/2023)
(2) https://www.gizzeriaonline.it/turismo/storia-e-archeologia/ (URL consultato il 02/05/2023)
(3) https://trapuzzanocamillo.blogspot.com/p/storia-di-gizzeria.html (URL consultato il 02/05/2023)
(4) http://www.comune.gizzeria.cz.it/index.php?action=index&p=76 (URL consultato il 02/05/2023)
(5) https://trapuzzanocamillo.blogspot.com/p/storia-di-gizzeria.html (URL consultato il 02/05/2023)
(6) http://www.comune.gizzeria.cz.it/index.php?action=index&p=76 (URL consultato il 02/05/2023)
(7) http://www.italiapedia.it/comune-di-gizzera_Struttura-079-060 (URL consultato il 02/05/2023)
(8) https://www.gizzeriaonline.it/turismo/storia-e-archeologia/ (URL consultato il 02/05/2023)
per saperne di più?
Sul web si veda:
https://www.gizzeriaonline.it/turismo/storia-e-archeologia/ (URL consultato il 02/05/2023)
Camillo Trapuzzano, Il casale di Gizzeria sulla base dei «fuochi» del 1544, Associazione Culturale Arbitalia – Sito internet degli Albanesi d’Italia, 2012
bibliografia essenziale
Alfonsino Trapuzzano, Ricordi di Alessandro Toja da Gizzeria, estratto da Studi Garibaldini, nn. 8-9 del 1968, pp. 48-56.
Alfonsino Trapuzzano, Storia di Gizzeria, Tip. Junior, Napoli, 1977
Alfonsino Trapuzzano, Malandrinaggio e Brigantaggio nel territorio di Gizzeria dal 1450 al 1883, Tip. Junior, Napoli, 1974
Camillo Trapuzzano, Il costume femminile di Gizzeria, Stampa Sud, Lamezia Terme, 2005
Camillo Trapuzzano, Gizzeria nel catasto del 1753, Hydria onlus, 2008
Camillo Trapuzzano (a cura di), La storia attraverso le immagini: Gizzeria 1900-1960, Hydria onlus, 2009
Camillo Trapuzzano, Gizzeria tra passato e presente: i nomi e i luoghi, Hydria onlus, 2009
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