Dopo Serrastretta, Panettieri, Scigliano, Cicala, San Pietro Apostolo, Altilia, Settingiano, Petronà, Grimaldi, Miglierina, Pedivigliano, Sersale e Colosimi continua il nostro viaggio di conoscenza sulla storia dei comuni gravitanti nell’area storico – geografica del monte Reventino, le cui vicende sociali, politiche e anche storiche sono oggetto di particolare interesse di questo giornale web ilReventino.it.
Martirano, detta oggi Antico per distinguerla da Martirano Lombardo, sorge a 381 metri s.l.m., sulla sommità di un poggio che si affaccia sulla bassa valle del fiume Savuto. Oggi conta 863 abitanti e annovera anche le frazioni Muraglie, Persico, San Fili. Dista 74 km da Catanzaro, 24 km da Soveria Mannelli e 25 km da Lamezia Terme Nicastro. Appartiene alla provincia di Catanzaro e oggi fa parte della diocesi di Lamezia Terme (un tempo Nicastro) e fu a sua volta sede di diocesi dall’XI secolo al 1818.
Martirano“[…] confina con Conflenti, Altilia, Grimaldi, Martirano Lombardo, Motta Santa Lucia e Aiello Calabro. Le altitudini oscillano in tutto il territorio comunale tra i 138 e i 942 m s.l.m. Per la particolare orografia del territorio comunale, tutti i corsi d’acqua confluiscono nel fiume Savuto. […] La viabilità esistente è costituita principalmente dalla strada statale SS 616, che collega il centro con i paesi limitrofi del cosentino e con lo svincolo autostradale della A/3 Salerno-Reggio Calabria, e dalla SP 97 che lo collega ai paesi limitrofi del catanzarese”(1).
Della sua economia attuale si può dire che “è a carattere agricolo. Abbondante la produzione di cereali, uva e frutta. Sviluppate la silvicoltura, con commercio di legnami, la pastorizia. Nel territorio si trovano sorgenti d’acque termali solforose, dette Primarosa e Pian della croce, e d’acqua ferruginosa fredda detta Petrullo, che sono sfruttate per bagni e bevande”(2).
Segui la pagina fb Blabla..storia
Ricostruire la storia di Martirano è complicato. Infatti “Le origini di Martirano sono spesso associate all’antica Mamertum, la leggendaria città Bruzia che sorgeva in zona montana, percorsa dal Fiume Savuto, conosciuto in età romana con il nome di Sabazio, alle pendici della Sila, meglio nota come Selva della pece, motivo per il quale era detta anche Mamerzio nel significato di altare di Marte, divinità che era il simbolo della guerra e delle dispute marziali.I pareri degli studiosi sono comunque discordanti, per quanto attiene al collegamento con la mitica Mamertum che per molti è da ritrovarsi in Aspromonte, sulle alture montuose nei pressi di Oppido Mamertina e così la denominazione appare non solo più pertinente ma alquanto significativa […]”. Quindi è probabile (anche se restano molti dubbi) che Martirano sia una fondazione Bruzia, poi Romana, indispensabile per il controllo del fiume Savuto (allora navigabile) e anche perché da Martirano transitava la famosa via Popilia, mentre a sud “[…] fu stabilita una stazione fluviale “Ad Sabatum Flumen”, importante incrocio commerciale e presidio militare che si rivelò in seguito strategico per il passaggio obbligato delle truppe saracene che nel X sec. minacciavano le zone interne della Calabria. Da qui la rete viaria conduceva la Fiume Amato “Statio ad Turres” da dove alla volta di Vibona, portava a Reggio Calabria.”(3).
Notizie più certe però sono però dal Medioevo in poi. Infatti in questo periodo Martirano crebbe grazie all’arrivo di popolazione fuggita dalle coste infestate dalle scorribande arabe. Divenuta quindi strategica per i commerci, i Normanni vollero confermarla, visto che forse esisteva già dal VII secolo a sede di diocesi latina (1058), mentre conquistavano una regione fino a quel momento di cultura e fede greco-ortodossa con le principali diocesi dipendenti dal Patriarcato di Costantinopoli. Divenne suffraganea quindi prima di Salerno e poi di Cosenza (1179) e il suo territorio comprendeva gli attuali territori di Martirano, Motta Santa Lucia, Conflenti, Decollatura, Soveria Mannelli, Castagna (ove si ergeva l’importante Abbazia di Corazzo), Scigliano, Pedivigliano, Bianchi, Colosimi e Panettieri.

La sua storia civile fu piuttosto agitata. Munita di un Castello (1113), che per importanza strategica fu più volte fortificato (1197, 1205-1209, 1243, 1329), a Martirano “morì nel 1242 il figlio primogenito di Federico, Enrico VI che aveva ordito una congiura contro il padre [mentre proveniva dalla detenzione presso il castello di Nicastro]. L’undici gennaio del 1271 moriva la regina Isabella d’Aragona, incinta di sei mesi, per una caduta da cavallo, mentre attraversava un affluente del Savuto [… ]. Nel 1402 re Ladislao fece dono del Castello di Martirano al cittadino Bernardo Scaglioni, Comandante supremo dell’esercito del re. Gli anni successivi, furono segnati da tempi difficili e privi di risorse economiche. […] Consalvo de Cordova occupò Martirano, nel 1494, per affermare un duraturo periodo di permanenza fino al 1734. Nel 1496, Andrea De Gennaro, Capitano di Federico d’Aragona riceve dalle suore la Contea di Martirano un vasto territorio che spaziava su tutta la valle del Savuto e comprendeva Conflenti, Motta S. Lucia e Altilia Grimaldi. L’età feudale fu funesta per e condizioni di miseria in cui versava l’intera popolazione, per lo più composta da contadini e pastori, tiranneggiata da una folta schiera di seguaci del potente feudatario di turno. L’oppressione da parte dei potenti portò il popolo nel 1512 ad una forte ribellione che fu soffocata nel sangue con una feroce repressione, alla quale presero parte truppe per 400 unità, ordinate dal vicerè di Napoli che fece arrestare i rivoltosi e mise a fuoco la città, era il 25 gennaio del 1515. Dai De Gennaro (con i figli Giovanni e la figlia Eleonora di Gennaro) il feudo di Martirano venne ereditato da Cesare D’Aquino. […] Il Seicento fu funestato dal terremoto del 1638 e dalla peste del 1630. Nel Settecento si concluse la dinastia dei D’Aquino, Il feudo per differenti passaggi e varie successioni terminò con l’ultima feudataria Vincenzina Maria Pico e con le nuove leggi di eversione del feudalesimo, gran parte delle terre furono divise tra i Comuni ed il Demanio Regio. Un altro sconvolgente terremoto del 1783, portò lutti e carestie, case demolite, conventi e cattedrali irrimediabilmente perduti. Nel 1743 a Martirano pernottò per pochi giorni il libertino Giacomo Casanova, amico del Vescovo De Bernardis. Alle soglie dei primi dell’Ottocento scoppiano i moti rivoluzionari sostenuti dagli ideali repubblicani contro il Regno di Napoli di Ferdinando IV. Venne ucciso dalla guerriglia sanfedista, capeggiata dal Cardinale Ruffo, Giulio Berardelli. Nel 1806 si registrò un violento saccheggio ad opera dei Francesi, al comando del Generale Verdier di Monteleone. […] Dal 1811 comparvero le prime sette carbonare ed a Martirano fu bollato come carbonaro il Decano del Capitolo D. Giuseppe Tosi. Garibaldi, intanto, sbarcò in Calabria il 20 agosto 1860 e Martirano partecipò alla spedizione dei Mille con 27 uomini, guidati dal Capitano Giuseppe Perri ed i sergenti Mendicino Benedetto e Lanzo Domenico(4)”.
Segui la pagina fb de ilReventino.it
Per ciò che riguarda la storia della diocesi possiamo dire che Il primo vescovo di cui esiste un’ampia documentazione è Filippo di Matera (1205-1238). Tra XV e XVI secolo la maggior parte dei vescovi risiedette fuori diocesi, limitandosi a percepire le rendite. Con le disposizioni del Concilio di Trento, i vescovi cominciarono ad abitare stabilmente a Martirano, a partire da Gregorio della Croce (1569-1577). Meritano di essere ricordati i vescovi Mariano Pierbenedetti che compì diverse visite pastorali e fondò il seminario e Luca Cellesi (1627-1671) che celebrò il primo sinodo diocesano nel 1631. Nel XVIII secolo il vescovo Bernardino de Bernardis (1743-1758) attraverso una serie di sinodi diocesani cercò di riformare la disciplina e la religiosità del clero e del popolo come i successori Nicolò Spedalieri di Badolato (1758-1770) e Giacomo Maria Tarsia (1770-1782).
A causa dei terremoti del 1638 e 1783, delle usurpazioni illecite dei beni della Mensa Vescovile da parte dei feudatari laici che rendevano misere le rendite per mantenere Vescovo e Capitolo, unito al calo demografico con relativa dispersione della popolazione superstite nelle aree boscose circostanti per sfuggire alla pressione fiscale sempre più esosa e le lunghe sedi vacanti dal 1783 al 1793 prima e dal 1804 al 1818 poi furono le motivazioni affinché nel 1818 fu decisa la soppressione “della diocesi di Martirano [il cui territorio] passò a Nicastro con bolla di Papa Pio VII “De Utiliori” . Molte furono le proteste della popolazione per la perdita dell’antica Diocesi [anche per il fatto che non si pensò affatto di denominare la nuova diocesi di “Nicastro – Martirano]”. Soltanto con una “recente” bolla pontifica del 18.09.1969, Papa Paolo VI ne ha ripristinato il titolo ed ora è Vescovo titolare di Martirano mons. Piero Marini.
[…] Tramontava il Regno delle Due Sicilie con il plebiscito del 21 e 22 ottobre 1860. Martirano in quegli anni subisce una forte emigrazione da parte della popolazione che si imbarca per le Americhe a cercare nuova fortuna e migliori condizioni di vita dopo aver sperimentato nel suo territorio anche la piaga del Brigantaggio(5)” Colpo di grazia devastante per Martirano in termini demografici ed economici fu il terremoto del 1905 che causò gravissimi danni e molti morti. Nonostante l’aiuto economico e la visita del re Vittorio Emanuele III in persona, i sopravvissuti richiesero a gran voce la creazione di un nuovo paese, più sicuro.
Martirano Lombardo (520 mt s.l.m., 1.018 abitanti, 6,8 km distante da Martirano Antico) sorse dunque dopo il terremoto del 1905 grazie al determinante aiuto di un Comitato Milanese di soccorso, presieduto dall’allora sindaco di Milano Ettore Ponti grazie al quale si elaborò un Piano Regolatore per edificare, dal 1907, presso la località “Piano delle Sorbe” Martirano Nuovo per ospitare 206 famiglie, un asilo infantile e a un piccolo ospedale finanziati dai cittadini di Busto Arsizio (MB). Nel 1929 per riconoscenza per l’aiuto concreto avuto dai lombardi il comune assunse la denominazione di “Martirano Lombardo“. Ma Il cambio del nome e il contemporaneo spostamento della sede comunale da Martirano Antico a Martirano Nuovo provocarono, a Martirano Antico, una rivolta popolare che culminò nell’incendio del municipio (17 novembre 1929) che comportò la perdita di molti documenti storici, soprattutto quelli relativi alla soppressa Diocesi. I dissidi con Martirano Antico furono risolti nel dopoguerra allorché, con legge n. 1348 del 13 dicembre 1956, Martirano Antico ridivenne comune autonomo assumendo il precedente nome di “Martirano”(6). Personaggio illustre di Martirano Lombardo fu l’importante poeta morto prematuramente Franco Berardelli (1908 – 1932).
Le chiese di Martirano Antico, quasi tutte atterrate dai terremoti dei secoli scorsi hanno lasciato poche tracce originarie. Oggi vi sono Santa Maria Assunta, titolo che aveva l’antica Cattedrale e ricostruita sulle sue fondamenta negli anni 80′ del XX secolo, San Francesco d’Assisi (1400 e più volte ricostruita), Beata Vergine del Rosario (metà del XVI secolo), Addolorata e Immacolata (quest’ultima oggi sede della sezione staccata del Museo Diocesano Lametino).
A Martirano Lombardo invece c’è la parrocchiale dedicata al Sacro Cuore di Gesù (1907).
Note
(1) Cfr. Comune di Martirano, PIANO D’ AZIONE PER L’ENERGIA SOSTENIBILE
(SEAP) in https://mycovenant.eumayors.eu/docs/seap/3817_1359928194.pdf (URL consultato il 19/12/2022)
(2) http://www.comontreventino.cz.it/index.php?action=index&p=275 (URL consultato il 19/12/2022)
(3) http://www.comune.martirano.cz.it/index.php?action=index&p=76 (URL consultato il 19/12/2022)
(4) http://www.comune.martirano.cz.it/index.php?action=index&p=76 (URL consultato il 19/12/2022)
(5) http://www.comune.martirano.cz.it/index.php?action=index&p=76 (URL consultato il 19/12/2022)
(6) Per approfondire la nascita di Martirano Lombardo consiglio di visionare il seguente link https://www.primopiano.info/2019/06/19/la-divisione-di-martirano-e-lunita-ditalia/ (URL consultato il 19/12/2022)
Per saperne di più?
Su Martirano Antico vedi Enrico Borrello, Martirano: monografia storica, Soveria Mannelli: Rubbettino, 2005 e Angelina Mendicino (su ricerca di Francesco Mendicino), Martirano: Memorie Storiche, Ed. La Modernissima, Lamezia Terme, 1989
Su Martirano Lombardo vedi Michelino de Medici, Martirano Lombardo: storia di una città nuova, Lamezia Terme: Temesa, 1989.
Sul patrimonio chiesastico presente nei due comuni consultare il sito web della diocesi di Lamezia Terme e beweb.
Notizie importanti sulla storia civile ed ecclesiastica di Martirano si trovano in Vincenzo Villella, La Calabria della Rassegnazione, I-II volume, Grafiche Reventino, Decollatura, 1988 e Mario Gallo, Scritti storici sui comuni del Reventino, DueEmme, Cosenza, 1989;
Leggi tutti gli articoli di Matteo Scalise qui: https://www.ilreventino.it/?s=matteo+scalise
Leggi tutti gli articoli de IlReventino.it su Martirano https://www.ilreventino.it/?s=martirano
Se volete comunicare con me per suggerimenti, correzioni, approfondimenti potete scrivere alla seguente mail del giornale [email protected] avente per OGGETTO Blabla…Storia!