Dopo Serrastretta, Panettieri, Scigliano, Cicala, San Pietro Apostolo, Altilia, Settingiano e Petronà continua il nostro viaggio di conoscenza sulla storia dei comuni gravitanti nell’area storico – geografica del monte Reventino, le cui vicende sociali, politiche e anche storiche sono oggetto di particolare interesse di questo giornale web ilReventino.it.
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Grimaldi sorge a 650 mt s.l.m. a sud della Valle del fiume Savuto (149 mt s.l.m). Fa parte della provincia e della arcidiocesi di Cosenza – Bisignano. Oggi conta 1499 abitanti. Dista 29 km da Cosenza, 7,5 km da Altilia, con la quale condivide l’uscita dalla autostrada A2 del Mediterrano (ex A3 Salerno – Reggio Calabria) e 19 km da Martirano Lombardo.
Anche per Grimaldi ancora oggi sono molte l’ipotesi della sua origine. Le riassumo brevemente: 1) Grimaldi sorse forse ad opera di popolazioni che ripopolarono il territorio che era pertinenza in età antica della capitale bruzia Pandosia (IV -III sec. A.C.) e in seguito abbandonato, fondandovi un villaggio, chiamato “Santa Caterina” verso l’872 D.C.; 2) Nacque ad opera di profughi cosentini che scapparono dopo l’invasione saracena della citta (986 D.C.) 3) Nacque raggruppando abitanti scappati dai loro villaggi perché vessati dal potere feudale sul territorio da parte di Aiello Calabro (872 D.C). Il toponimo deriverebbe invece dal nome proprio Grimoaldus I, duca di Benevento e re dei Longobardi (600-671 D.C.).
Fatto sta che le sue vicende in età medievale e prima età moderna sono ancora oggi incerte e difficili da ricostruire. Infatti il villaggio di Santa Caterina avrà cominciato a svilupparsi soltanto fra il 1027 e il 1034 (anno in cui divenne ufficialmente Grimaldi e non più Santa Caterina) grazie ai Normanni che ne favorirono l’incremento demografico accogliendo la popolazone che scappava dalle zone costiere e dalla Vallata del Savuto fiaccate da calamità naturali e pestilenze. Nei decenni successivi Grimaldi però rimase isolata dalle vie di comunicazioni fra Cosenza e Aiello Calabro poichè si sfruttavacome via di comunicazione sicura il Savuto allora navigabile.
Di questi secoli si tramanda soltanto che “Nel 1369 Giovanna I di Napoli inviò una delegazione alla vicina Tinisi per dividere i territori di Grimaldo e Mendicino dal territorio di Aiello. Da questo momento, fino al 1510, ci fu una serie di controversie e battaglie tra il Casale di Grimaldo e il conte di Ajello, Francesco Siscar, che aveva intenzione di occupare Grimaldi. Nel 1481, Paolo Siscar, conte di Cirella, divenne il signore di Grimaldo, ma i grimaldesi evitarono gli obblighi feudali pagando 1000 ducati.”(1). La popolazione era formata in maggioranza da pastori, contadini, qualche artigiano. Le poche famiglie nobili (Mileti e Amantea) dettero alla comunità avvocati, notai e molti ecclesiastici. Tanti poi i proprietari terrieri (i c.d. Galantuomini). In Età Medievale e Moderna fu soggetta quindi al regime feudale dei centri di Aiello Calabro ma anche di Martirano, Altilia e sopratutto Cosenza. Nel XVII secolo sorse la chiesa di Sant’Antonio vicino al Convento quattrocentesco, mentre la chiesa principale del borgo, la Matrice, intestata ai S.S. Piero e Paolo, risale al XVIII secolo. Importante anche la chiesa dedicata alla Spirito Santo (XVIII – XIX secolo).
Distrutta dal devastante terremoto del 1638, Grimaldi fu ricostruita nel sito dov’è attualmente e allora denominato “Chiata”. Danneggiata invece parzialmente da quello del 1783, “[…] Di proprietà demaniale, verso la metà del XVII secolo venne infeudata, insieme ad altri casali del capoluogo provinciale, al granduca di Toscana, dal cui dominio fu sottratta poco dopo, a seguito della rivolta di Celico (1647), rientrando quindi nel regio Demanio. Compresa nel cantone di Cosenza, ai tempi della Repubblica Partenopea (1799), col nuovo ordinamento amministrativo disposto dai francesi (1811) fu inserita, quale Università, nel cosiddetto governo di Carpanzano, assorbendo poi la località Maione, che i Borboni aggregarono ad Altilia. Elevata successivamente a capoluogo di circondario”(2), la popolazione partecipò (guidata dalle famiglie agiate) ai Moti Nazionali del 1848 e 1860. Terra di brigantaggio post Unitario (1861-1870), il terremoto del 1905 vi causò vari danni mentre fra la poplazione contadina si sviluppò un forte senso di solidarietà di classe che sfociò nella costituzione di una Società Operaia e Agricola.
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Il suo vero sviluppo economico e infrastrutturale avvenne però dopo il 1945 in concomitanza anche con la piaga della emigrazione che ha favorito nei decenni successivi il crollo demografico.
Ricordo infine che “Il più antico documento che narra avvenimenti di un certo rilievo su Grimaldi è costituito dal Manoscritto del regio notaio Giovanni Jacoe, redatto nel 1671, che pare raccogliere poche testimonianze antecedenti, basandosi piuttosto sulle memorie degli anziani del tempo. Di esso, per diretta ammissione, si servì il sacerdote Gennaro Vincenzo Amantea che scrisse, intorno al 1777, qualcosa di più certo e che rimane l’unica fonte per individuare le pochissime vicende paesane degne di nota.”(3)
Per saperne di più?
(1)http://grimaldi.asmenet.it/index.php?action=index&p=76 (URL consultato il 20/07/2022)
(2)http://www.italiapedia.it/comune-di-grimaldi_Storia-078-059 (URL consultato il 20/07/2022)(3)http://www.raffaelesaccomanno.net/newj/index.php?option=com_content&view=article&id=34&Itemid=24 (URL consultato il 20/07/2022)
Sulla storia di Grimaldi vedi https://www.calabria.org.uk/province/cosenza/cosenza.htm/cosenzastoria/comuni/grimaldi/grimaldi.htm e https://www.italiani.it/grimaldi-un-gioiello-calabrese-alle-pendici-di-santa-lucerna/?cn-reloaded=1 (URL consultato il 20/07/2022)
Leggi tutti gli articoli di Matteo Scalise qui: https://www.ilreventino.it/?s=matteo+scalise
Leggi tutti gli articoli de IlReventino.it su Grimaldi: https://www.ilreventino.it/?s=grimaldi
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