Dopo Serrastretta, Panettieri, Scigliano, Cicala e San Pietro Apostolo continua il nostro viaggio di conoscenza sulla storia dei comuni gravitanti nell’area storico – geografica del monte Reventino, le cui vicende sociali, politiche e anche storiche sono oggetto di particolare interesse di questo giornale web ilReventino.it.
Altilia sorge a 594 mt s.l.m e domina la valle del Savuto. Dista 37 km da Cosenza, 30 km dalla Sila e 20 km da Falerna. Fa parte della provincia di Cosenza e della arcidiocesi di Cosenza – Bisignano. Oggi conta circa 1000 abitanti divisi fra capoluogo e la frazione Maione. La sua economia è prevalentemente agricola e si basa sulla produzione di cereali, legumi, ortaggi e olive.
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Le sue origini storiche ancora oggi sono incerte e circolano varie ipotesi quali: 1 In epoca antica (età brettia?) si chiamava Astalonga (o Stralonga) fondata ad opera dei superstiti delle dirute città della costa tirrenica quali Temesa o Terina; 2 Altilia potrebbe essere stata ripopolata da famiglie scappate da una Cosenza semidistrutta dalle guerre fra Longabardi e Saraceni per il controllo della cittadina (988).
Ad ogni modo l’archeologia ci conferma che il sito di Altilia fosse già una importante via di comunicazione in età antica sia fluviale (per il Savuto allora navigabile) che terrestre grazie alla presenza di numerose vie mulattiere e soprattutto del celeberrimo Ponte di Annibale (facente parte della via Popolia che collegava Napoli con Reggio Calabria) nella vicina Scigliano, che confermano la stretegicità del sito come via di passaggio fra la costa tirrenica e la Sila per i commerci (legna, frutta, grano, pellame) soprattutto della preziosa pece.
In mancanza di notizie certe possiamo affermare che sicuramente il borgo di Atilia alternerà il numero dei suoi abitanti in età medievale (112 fuochi nel 1445, 128 nel 1532, 222 nel 1545 e 292 nel l669). Nel 1184, in occasione del devastante terremoto che colpì Cosenza, ad Altilia crollò la chiesa conventuale degli agostiniani intestata a San Lorenzo, mentre nel 1422 fu falcidiata, come molti altri Casali cosentini, dalla peste.
Altilia fu retta da diversi signori feudali quali gli Scaglione, Giovan Corrado e Altilio dell’Alimena, i Marsico. Dal 1496 e fino al 1579 fu sotto la Contea di Martirano, retta dalla famiglia De Gennaro. Fu forse in questo periodo che ad Altilia si incrementò la presenza di famiglie d’origine ebraica, le quali raffinarono e potenziarono l’arte della seta e quindi l’allevamento del baco (bachicoltura) tant’è che gli altiliesi ancora oggi sono detti in dialetto sitarzarì o crivari. A questa arte della seta è legata una corrente di pensiero che vuole l’origine del nome Altilia dal greco a-telia “cerchio dello staccio” in contrasto però con un’altra tesi che vuole il nome di Altilia derivato da Atéleia “immunità dai tributi”.
Dopo i de Gennaro, Altilia fu sotto i d’Aquino, già conti di Martirano e Feroleto, poi dal 1596 fu acquistata dal viceré Enrico Guzman, conte di Olivares per 40.000 ducati. Altilia non tollerava da tempo il giogo feudale e nel 1631 riuscì a pagare la sua libertà per 60.000 ducati annui da versare al Regio Demanio, cifra altissima da onorare sicché nel 1644 fu acquistata dal Granduca di Toscana tramite un suo Governatore Generale, il Cavaliere di Malta Pietro Maria Saracino, senese. Altilia, assieme ad altri Casali cosentini viciniori fece causa per questo acquisto tramite Giovanni Barracco alla Regia Camera della Sommaria per chiederne l’annullamento, ma inutilmente almeno fino al 1646, quando, in seguito alla rivolta di Celico ed a quella di Masaniello a Napoli, Altilia e gli altri Casali ritornarono a far parte del Regio Demanio.
Col terremoto del 1638 Altilia fu quasi totalmente distrutta poiché crollarono ben 235 case, sotto le cui macerie perirono 132 uomini, 191 donne, 332 bambini. Sarà ancora devastata dai terremoti del 1783 e del 1854. Nel Decennio Francese (1799) Altilia fu sotto il Cantone di Belmonte, mentre veniva riconosciuto “Luogo” dall’ordinamento francese del 1806 e Comune da quello successivo del 1811, che gli assegnava Maione come frazione. In seguito alla caduta di Napoleone (1812), un anno prima ad Altilia sorse la prima vendita carbonara della Calabria ad opera del medico Gabriele De Gotti fervente illuminista seppur il più famoso patriota altiliese fu Vincenzo Federici, detto Capobianco. Proprio da Altilia partirono i primi tentativi di insurrezione del 1813 stroncati però dal comandante borbonico Giuseppe Jannelli. Dopo l’Unità d’Italia, Altilia fece parte del circondano di Carpanzano ed i suoi 1.142 abitanti (1861) continuarono a sperimentare povertà diffusa e mancanza di sviluppo e di lavoro, nonostante la presenza della Società Operaia dalla fine del XIX secolo che si fece promotrice di partecipate proteste popolari (1919 e 1924). Neanche la parentesi fascista portò lo sperato progresso nel paese. Povertà, mancanza di servizi e strade, denatalità ed emigrazione dal 1945 e sopratutto oggi sono ancora le cause dello spopolamento del borgo, come purtroppo succede ormai alla maggior parte dei piccoli borghi delle aree interne dell’Italia.
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Altilia è famosa anche e soprattutto per le sue maestranze locali sulla lavorazione del tufo, le cui opere sono ancora oggi presenti in portali, palazzi e chiese sia di Altilia che in altri centri della Regione. Le cave di Altilia, dette Parrere, oggi in disuso, furono attive fino agli anni 50′ del secolo scorso. La scuola di scalpellini sorse presumibilmente nel XVI secolo nel Convento di Santa Maria delle Grazie retto allora dall’Ordine Francescano Conventuale.
Altilia è oggi un borgo con un potenziale turistico enorme, poichè offre ai visitatori la possibilità di ammirare le opere delle maestranze locali che ancora oggi si conservano sia nelle architetture civili (Palazzo Carusi, Federici, Ferrai e Marsico) che in quelle religiose (Chiesa di Santa Maria delle Grazie e ruderi del Convento, chiesa di Santa Maria Assunta). Sono possibili da visitare, anche tramite percorso trekking, sia le cave di tufo dismesse (le Parrere) che il Ponte di Annibale e le Grotte di San Francesco.
Per saperne di più?
Sulla storia di Altilia e del suo patrimonio architettonico civile e religioso vedi http://www.parrocchie.it/altilia/assunta/altilia.htm e https://www.comune.altilia.cs.it/altilia-storia/ (URL consultato il 01/05/2022)
Sul ponte di Annibale vedi http://www.scigliano.altervista.org/il-ponte.html (URL consultato il 01/05/2022)
Sulla Contea di Martirano vedi https://digilander.libero.it/supam/mfeudale.pdf (URL consultato il 01/05/2022)
Leggi tutti gli articoli di Matteo Scalise qui: https://www.ilreventino.it/?s=matteo+scalise
Leggi tutti gli articoli de IlReventino.it su Altilia: https://www.ilreventino.it/?s=altilia
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