Dopo Serrastretta, Panettieri, Scigliano, Cicala, San Pietro Apostolo, Altilia, Settingiano, Petronà, Grimaldi, Miglierina, Pedivigliano, Sersale, Colosimi, Martirano Antico e Martirano Lombardo, Platania, Bianchi e Conflenti continua il nostro viaggio di conoscenza sulla storia dei comuni gravitanti nell’area storico – geografica del monte Reventino, le cui vicende sociali, politiche e anche storiche sono oggetto di particolare interesse di questo giornale web ilReventino.it.
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Taverna sorge a 521 mt s.l.m, ai piedi della Sila Piccola. Oggi conta 2.567 abitanti dispersi fra Capoluogo e le frazioni Villaggio Mancuso, Villaggio Racise, Ciricilla, Cutura, Monaco, Pantane, Verberano. Fa parte della provincia e della arcidiocesi di Catanzaro – Squillace. Dista 23 km da Catanzaro, 71 km da Cosenza, 38 km da Soveria Mannelli e 57 km da Lamezia Terme.
La nascita del borgo è un mix di leggenda e storia vera. Infatti “Taverna vede la sua origine nella mitica polis greca Treis-Chenè, fondata da coloni provenienti dalla Grecia in prossimità del mare Ionio (1)”, “[…] quando Astiochema, Medicastena ed Attila, le tre sorelle di Priamo, sopravvissute alla distruzione di Troia, approdarono a Uria (attualmente frazione del comune di Sellia Marina) e vi edificarono la città. Trischene etimologicamente vuol dire tre luoghi o tre tabernacoli (Treis Schenè), ma altre interpretazioni la indicano anche come tre generazioni di uomini. […] Trischene, nei secoli VIII-VII a.C., fu sotto la dominazione della città di Crotone e, successivamente con l’espansione romana, si pose sotto la protezione di Roma per sfuggire alle armate dei Bruzi e dei Cartaginesi, all’epoca alleati (2)”. “Colonia, ma mai municipium, dei Romani, alla caduta dell’impero fece parte dei domini di Bisanzio, ricevendo, nel 639, notevoli privilegi da Eraclio per la fedeltà verso la corona. Sempre nel periodo bizantino, vi si stabilì una numerosa comunità greca che diede origine ad una vera e propria fazione in perenne contrasto col resto della popolazione, prevalentemente latina. Le incursioni saracene, terribili quelle dell’852 e del 924, causarono l’abbandono della città, con la separazione delle due comunità: la latina si rifugiò sul Monte Selion, fondando l’attuale Sellia Superiore; la greca sul Monte Panormite, ricostruendo Trischene, oggi Taverna Vecchia. […] Altra opinione vorrebbe una più antica origine, fine epoca romana, di tale primitivo borgo, con un procuratore di Niceforo Foca, Gorgolano, che avrebbe trasformato in villaggio una stazione di sosta, una taberna appunto, sulla strada tra la Sila e la costa ionica. […] alla fine del X secolo era già un importante centro politico e culturale, profondamente influenzato dalla presenza dei monaci basiliani, fondatori nel 970 dell’Abbazia di Santa Maria di Peseca e, forse, della Chiesa di San Michele Arcangelo, sede dell’Episcopio, poi trasferito a Catanzaro, nel 1122, da papa Callisto II. Città alquanto scossa da continui contrasti tra le famiglie più in vista, sembra, che nemmeno Tuscanio Lusignanna, patrizio del Crotonese, riuscì ad appianare, benché invocato a tal scopo dalla popolazione nel 1055. Fu la conquista normanna, verso il 1060, che normalizzò la situazione, soprattutto quando Baiolardo, nipote di Roberto il Guiscardo e da questi nominato feudatario, allontanò dodici tra le famiglie più sediziose in altrettanti casali del circondario, già esistenti o creati ad hoc. A Baiolardo si deve anche la costruzione di un più efficiente sistema difensivo, compreso il cosiddetto Torrazzo, imponente fortezza ed ultimo rifugio di Clemenza, contessa di Catanzaro, durante le guerre feudali che verso il 1160 insanguinarono la regione. Imponente, certo, ma non inespugnabile il Torrazzo, vinto e saccheggiato nel 1162 dalle truppe di Guglielmo I il Malo, che imprigionarono Clemenza e distrussero la città.
Passarono oltre trent’anni e fu necessario il sostegno ad Enrico VI di Svevia nella guerra contro Tancredi D’Altavilla, perché la città fosse ricostruita, nel 1194, anche se la sua importanza scemò notevolmente, fino ad essere ridotta a semplice baronia nella contea di Catanzaro, le cui vicende condivise per oltre due secoli. Appannaggio della casa Durazzo, nel periodo angioino, nel 1424 fu pertinenza di Covella Ruffo, anch’essa rifugiatasi nel Torrazzo e fatta prigioniera, due anni dopo, dal cognato Francesco Sforza in quel contesto di sconvolgimenti politici e sociali che fu la guerra tra Angioini ed Aragonesi. Ed a tale guerra Taverna pagò un tributo altissimo, subendo nel 1459 la seconda distruzione della sua storia, questa volta così radicale da costringere i superstiti al trasferimento nel vicino casale di Bompignano, abbandonando quella che oggi è conosciuta come Taverna Vecchia. Taverna Nuova divenne rapidamente un vivace centro culturale ed economico, forte della sua autonomia poiché città demaniale, privilegio concesso già nel 1443 da Alfonso d’Aragona. Evitato così il dispotismo dei feudatari, la città ebbe un governo politico autonomo, retto dal Sedile Patrizio, una specie di parlamento i cui membri appartenevano all’aristocrazia locale. Il periodo d’oro di Taverna durò per tutto il XVII e per buona parte del XVIII secolo, anche se i primi segnali di declino si ebbero già dal 1630, quando la città fu costretta a pagare un forte riscatto al Principe Ettore Ravaschieri, cui era stata venduta da Filippo IV di Spagna, per riacquistare l’autonomia (3)”.
E’ in questo periodo (1613) che nacque Mattia Preti, ancora oggi considerato il più grande artista calabrese.
“Al lento ed inesorabile declino, contribuirono i mai sedati contrasti tra i nobili, il clero e le confraternite, oltre al già citato riscatto pagato al Principe Ravaschieri, che svenò la popolazione. Il colpo di grazia lo inflisse certamente la natura, spietata come fu in tutta la regione col terremoto del 1783. Taverna non seppe più riaversi, sebbene capace di mantenere quello spirito aperto alla novità ed al progresso che nel 1799 la spinse favorevolmente verso la Repubblica Partenopea, pagandone lo scotto alla reazione sanfedista. Comune secondo l’ordinamento amministrativo del generale Championnet del 1799, divenne sede di governo con i Francesi, nel 1807, e capoluogo di circondario nel 1811. Il restaurato regno dei Borboni vide la città ormai abbandonata dalle famiglie gentilizie, ma pervasa dalle idee liberali ed attivamente impegnata in quei moti risorgimentali che avrebbero portato all’unità d’Italia. Il resto è storia comune a tutta la Calabria, fatta di brigantaggio, fenomeno triste quanto superficialmente giudicato, di miseria, d’emigrazione e di politici incapaci perfino di conservare l’enorme patrimonio artistico che a ragione Taverna vantava e di cui rimane una minima parte (4)”.
Oggi Taverna vive di turismo, grazie alla presenza di molti centri culturali quali il Museo Civico (già sede del Convento dei Domenicani dove sono esposti permanentemente le opere di Gregorio e Mattia Preti oltre che di Giovan Battista Spinelli, Antonio Samelli e Di Mattia) e il Museo della Biodiversità ma soprattutto le splendide chiese arricchite dalle opere di Mattia Preti quali le chiese di San Domenico (1464), Santa Barbara (1427) e Santa Maria Maggiore (1477 circa).
Oltre al turismo culturale Taverna vive di “agricoltura, basata sulla produzione di cereali, frumento, foraggi, ortaggi, olivo, uva, agrumi e altra frutta, è integrata dall’allevamento di bovini, ovini e caprini. L’industria è costituita da piccole aziende che operano nei comparti: alimentare, edile, dei materiali da costruzione e della fabbricazione di mobili. Il terziario si compone di una sufficiente rete commerciale e dell’insieme dei servizi, che comprendono anche attività di consulenza informatica e il servizio bancario. Grazie anche a una cospicua disponibilità di strutture ricettive, registra un significativo movimento di turisti, attratti dalle bellezze dell’ambiente naturale (5)” visitabili tramite i “[…] Numerosi sentieri tracciati dalle autorità forestali che conducono a vivere emozionanti avventure tra la flora e la fauna dell’altopiano silano, all’ombra di pini altissimi. Nel parco si può passeggiare con tutta tranquillità, respirare un’aria fresca e pulita, osservare le numerose specie animali che vivono nel territorio e ammirare la ricca flora che anima tutto l’ambiente, rendendolo unico e affascinante perché si presenta ancor oggi incontaminato. Questo territorio è anche molto ricco, durante la stagione propizia, dei buonissimi e rinomati funghi porcini (6)”.
Note
(1) http://www.comune.taverna.cz.it/index.php?action=index&p=76 (URL consultato il 21/01/2023)
(2) CfrGiovanni Canino, Taverna tra mito storia civiltà, Soveria Mannelli (CZ), Calabria Letteraria Editrice, 2002, pp. 4-5
(3) http://www.webcalabria.it/it/atlante/comuni/daticom/cenni_storici.asp?com=79146 (URL consultato il 21/01/2023)
(4) http://www.webcalabria.it/it/atlante/comuni/daticom/cenni_storici.asp?com=79146 (URL consultato il 21/01/2023)
(5) http://www.italiapedia.it/comune-di-taverna_Struttura-079-146 (URL consultato il 21/01/2023)
(6) http://www.turiscalabria.it/website/?lang=it&categoria=/dove-andare/borghi/autore/&view_type=s&id=195&title=la-citta-darte-di-mattia-preti.html (URL consultato il 21/01/2023)
Per saperne di più?
Sulla storia di Taverna si vedanoGiovanni Canino, Taverna tra mito storia civiltà, Soveria Mannelli (CZ), Calabria Letteraria Editrice, 2002; P. Francesco Raffaele S. J., Taverna patria di Mattia Preti, 3ª ed., Catanzaro, Edizioni qc, 1990 e Giuseppe Valentino, Taverna città d’arte: per ricostruire un’identita perduta, Lamezia Terme, Fratelli Gigliotti, 1994. Sul web http://www.tavernalamiacitta.it/pdf/patrimonio%20perduto.pdf (URL consultato il 21/01/2023)
Su Mattia Preti (vita e opere) si vedano https://www.museionline.info/pittori/mattia-preti; https://www.finestresullarte.info/arte-base/mattia-preti-vita-opere-cavalier-calabrese e https://www.treccani.it/enciclopedia/preti-mattia-detto-il-cavalier-calabrese_%28Dizionario-Biografico%29/ (URL consultato il 21/01/2023)
Sulle chiese di Taverna si veda http://www.prolocotaverna.it/visita-taverna/chiese-monumenti-taverna.html e https://www.beweb.chiesacattolica.it/UI/page.jsp?action=ricerca%2Frisultati&locale=it&liberadescr=&liberaluogo=taverna&ambito=XD&view=griglia&dominio= (URL consultato il 21/01/2023)
Leggi tutti gli articoli di Matteo Scalise qui: https://www.ilreventino.it/?s=matteo+scalise
Leggi tutti gli articoli de IlReventino.it su Taverna https://www.ilreventino.it/?s=taverna
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