Dopo Serrastretta, Panettieri, Scigliano, Cicala, San Pietro Apostolo, Altilia, Settingiano, Petronà, Grimaldi, Miglierina, Pedivigliano, Sersale, Colosimi, Martirano Antico e Martirano Lombardo, Platania, Bianchi, Conflenti,Taverna, Gimigliano, San Mango d’Aquino, Motta Santa Lucia e Marcellinara continua il nostro viaggio di conoscenza sulla storia dei comuni gravitanti nell’area storico – geografica del monte Reventino, le cui vicende sociali, politiche e anche storiche sono oggetto di particolare interesse di questo giornale web ilReventino.it.
Tiriolo sorge a nord dell’istmo di Catanzaro, a 690 mt s.l.m. Oggi conta 3746 abitanti sparsi fra capoluogo e le frazioni Corace, Ferrito, Grascio, Malfone, Pianora, Pratora, Rocca, Sarrottino, Soluri, Vaccariti. Fa parte della provincia di Catanzaro ed è spiritualmente soggetta alla diocesi di Lamezia Terme. Dista 28 km da Lamezia Terme, 20 km da Catanzaro e 17 km da Serrastretta.
Prima di parlare della sua storia vediamo l’origine etimologica del termine Tiriolo che pare derivi “dal greco Trioros = a tre monti o dal latino Ages Teuranus come attestato nell’iscrizione su di una tavola di Bronzo dell’anno 186 a.C. che proibiva severamente la pratica degli assembramenti orgiastici in onore di Bacco, denominato dai romani come “Ager Teuranus” da un’ipotetica Teura deformata poi molto probabilmente in Teuraniolum e quindi poi in Tiriolo (1).”
Tiriolo vanta anche un’origine leggendaria che “fa risalire le origini dell’insediamento di Tiriolo a genti elleniche sei secoli prima della guerra di Troia o addirittura lo identifica con la mitica Scherìa, patria felice dell’omerico popolo dei Feaci (vanta un’origine simile anche la vicina Marcellinara) (2).”
Storicamente invece possiamo affermare che nel territorio di Tiriolo “[…] la presenza dell’uomo è attestata solo a partire dal Neolitico, ovvero dal VII – VI millennio a. C. […]. Tra la fine del IV secolo a.C. ed il primo trentennio del III secolo a.C. nei luoghi dell’antico centro protostorico «si assiste alla vera e propria nascita di un centro urbano» [SPADEA], che raggiunse un livello elevato […] ciò nonostante il centro urbano vero e proprio nasce solamente tra la fine del IV e il primo trentennio del III secolo a.C. Si tratta di una serie di piccoli nuclei abitativi ognuno dotato della propria necropoli. Queste ultime infatti circondano l’attuale centro abitativo di Tiriolo. […] nella seconda metà del III secolo a.C. […] tracce di fortificazione compaiono sul monte Tiriolo e sul Timpone Vala. […] L’esaurimento del centro brettio di Tiriolo è legato, probabilmente, all’emanazione del Senatusconsultum de Bacchanalibus del 186 a.C. […] Tra il I secolo a.C. ed il I secolo d.C., il territorio venne caratterizzandosi per la presenza di fattorie/ville, i resti di una delle quali sono stati rintracciati in località Santu Janni [SPADEA], all’interno di una più vasta area comprendente le località di Arieste e Civitanova, (Tirioli veteris).
Nel corso dell’Altomedioevo, sulla cima di Monte Tiriolo venne costruito, a protezione dei choria sparsi sul territorio circostante e dei possedimenti fertili posti lungo le pendici dei fiumi Corace ed Amato, un kastron che dovette essere frequentato stabilmente. […] nel 929-930 il condottiero Sabîr un rinnegato di stirpe slava prese […] una rocca chiamata T.r.wl.h [Terioloi (Teriolo) nel testo greco] e raccolse dodici mila prigioni» [COZZA-LUZZI]. Nei primi anni della conquista normanna il nucleo centrale della vita militare ed amministrativa rimase concentrata nel castrum di Monte Tiriolo, per poi essere trasferito manu militari sul colle dove sorge il centro storico, già frequentato in età bizantina, caratterizzato da una minore asperità e dalla presenza di acque sorgive.
[…] Carlo I d’Angiò [concesse] la baronia di Tiriolo – che comprendeva le Terre di Rocca Falluca e Gimigliano, e, probabilmente, i Casali di Settingiano, Amato e Marcellinara – in feudo al Vice-Giustiziere del Regno Drivone de Regibayo; nel 1271, per un brevissimo periodo, passò a Goffredo Bovet e, nel 1273 alla Regia Curia.[…] Tiriolo, nel corso degli avvenimenti, si mantenne fedele alla causa aragonese ed il sovrano, il 12 febbraio 1445, «dai suoi accampamenti presso Catanzaro» riconobbe una serie di «capitula et peticiones» presentate dall’Università e riguardanti argomenti di carattere economico, giudiziario ed amministrativo. […] Nel 1481 per far fronte alle condizioni di difficoltà in cui versavano le finanze del regno con Regio Assenso di Ferrante d’Aragona si procedeva alla vendita per 3.000 ducati al «mag.co viro Galiocto Carrafa milite de Neapoli nostro fideli dilecto» dei «Castra seu Terras Roccae Poverellae [Rocca Falluca], Gimignani [Gimigliano], et Tiriolo».
[…] Nei primi anni del Seicento una nuova famiglia si affacciò nel panorama feudale calabrese: i Cigala-Doria, di origine genovese trapiantati a Messina. […] Le trattative per la vendita della Baronia di Tiriolo, iniziate nel dicembre 1608, si conclusero con l’apposizione del Regio Assenso, in data 31 luglio 1610, con cui venne stabilita la vendita al prezzo di ottantamila ducati, al Conte Carlo Cigala la Terra di Tiriolo con i Casali di Settingiano e Miglierina, la Terra di Rocca Falluca, con i Casali di Arenoso e Caraffa, e la Terra di Gimigliano. Tiriolo nel corso del Seicento, grazie all’impulso impresso dai suoi feudatari/mercanti – i cui interessi spaziavano da quelli di natura puramente finanziaria al commercio della seta -, conobbe una progressiva espansione delle proprie capacità produttive. Accanto alle attività finanziarie e commerciali l’agricoltura continuò a svolgere un ruolo centrale, ad essa si dedicava gran parte della popolazione, comprese le donne, addette, oltre che ai tradizionali lavori nei campi, anche all’allevamento del baco da seta (nutricato) ed alla tessitura. Lungo le rive dei fiumi Amato e Corace vennero costruiti nuovi mulini e all’interno del centro abitato diversi tappeti. […] Tra la fine del Seicento e nel corso del Settecento Tiriolo subì continui danni dai terremoti: «Teriolo dei signori Principi Cicala ha patito poco negli edifici privati, ma il miglior pregio quale era il Castello fabbricato dal Principe con grande spesa, con terremoto del 27 marzo (1638) fu abbattuto» [DE URSO]. La notte del 29 marzo 1783 la Calabria meridionale fu sconvolta da un forte sisma che provocò centinaia di morti e danni incalcolabili. A Tiriolo i danni rimasero circoscritti alla parte alta del paese, con crolli di case intorno alla Chiesa Matrice, ma si ebbero lo stesso sette morti.
[…] Nel gennaio 1799 fu proclamata a Napoli la Repubblica Napoletana della quale entrò a far parte il matematico tiriolese Vincenzo De Filippis. […] Si hanno documentate testimonianze dell’attività svolta nel territorio tiriolese da nutrite bande di briganti, che tra il 1806 ed il 1811 commisero continue ruberie ed omicidi, raggiungendo punte di estremo sadismo. Tra questi vanno ricordati: Giuseppe Rotella detto «boja»; Bartolo Scozzafava, Giuseppe Puccio volpe; i fratelli Crocerio, ecc. Nel 1807 in piazza S.Elia vennero giustiziati sette briganti, numerosi altri vennero catturati, fino all’estinzione totale delle bande avvenuta nel gennaio 1811 ad opera delle truppe del generale Jannelli. Nel 1860, dopo la liberazione della Sicilia e della Calabria, il generale Garibaldi e le sue camicie rosse tra il 28 ed il 29 agosto furono accampati a Tiriolo. Si tramanda che prima di lasciare il paese il generale, dal balcone del palazzo Alemanni, tenne un appassionante discorso (3).”
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L’economia di Tiriolo oggi si regge sulla produzione di “cereali, frumento, ortaggi, olivo, uva, agrumi e altra frutta; è praticato anche l’allevamento di ovini e caprini. L’industria è costituita da aziende che operano nei comparti: alimentare, edile, metallurgico, tessile, della lavorazione del legno, della fabbricazione di mobili, della produzione e distribuzione di energia elettrica. Tra le lavorazioni artigianali spiccano: il ricamo a tombolo e il cosiddetto “vancale”, uno scialle in lana e seta, con ordito in oro”. Ancora “Oltre alla tessitura, Tiriolo vanta la produzione artigianale di strumenti musicali tradizionali come la lira calabrese, la fidula rinascimentale, flauti e chitarra battente. Numerosi artigiani, le cui botteghe sono disseminate per il borgo, si dedicano alla creazione di sculture sacre e profane, maschere apotropaiche, oggetti in legno di ulivo, manufatti in terracotta e ceramica (4)”.
Ma strategico risulta oggi il settore turistico. Infatti a Tiriolo è presente un Parco Archeologico composto da una Tomba Brettia a camera “[rinvenuta] in località Castaneto e oggi ricomposta in una sala dell’ Antiquarium civico. Un’opera monumentale del IV-III sec. a.C. inserita all’interno di una necropoli, in controtendenza con l’ubicazione isolata frequente presso i Brettii per questo genere di tombe.”, il Palazzo dei Delfini “in località Gianmartino, dopo un’indagine con georadar […]. L’area ha così rivelato alcune strutture riferibili a un edificio del IV-III sec. a.C. di probabile destinazione religioso-sacrale, ricco di decorazioni e molto ben conservato, del quale risultano leggibili varie fasi di costruzione, ristrutturazione e riutilizzo, prima che un violento incendio lo distruggesse”, il Museo Archeologico “con la denominazione di Antiquarium civico […] La collezione è prevalentemente composta da reperti di epoca brettia (IV-III sec. a.C.), ma custodisce anche alcuni manufatti di epoca preistorica e protostorica, oltre a pochi ma importantissimi reperti di epoca romana. Da vedere assolutamente la copia del celebre Senatus consultum de Bachanalibus e la defixio osca”, il Museo del Costume regionale, Ecomuseo naturalistico e il Parco – Fortezza Monte Tiriolo (5)”.
Il patrimonio architettonico e artistico religioso e civile di Tiriolo, infine, si compone “dalla Chiesa Matrice di Santa Maria della Neve (XI – XII sec.), dalla Chiesa dello Spirito Santo (XVI sec.), dalla Chiesa di Santa Maria delle Grazie (metà del XVI sec.), dall’ex Convento dei Domenicani (XVI sec.), dalla Chiesa di Santa Maria Scala Coeli (già Cappella dei Principi Cigala), edificata nel XVI sec. su una preesistente abbazia Basiliana, dal Palazzo Schettini (seconda metà del XVII sec.), dal Palazzo Principi Cigala, (edificato intorno al 1640), dal Palazzo De Filippis (fine XVII sec.), dal Palazzo Alemanni (fine XVIII sec.), dal Palazzo Donato (XVIII sec.), dai pochi resti del Castello Normanno in località Rocca, dalla Torretta situata sul monte di Tiriolo (XIX sec.), oggi utilizzata come osservatorio astronomico, e dai ruderi del Castello feudale situato nel centro storico (6)“. Nella popolosa frazione Pratora c’è la chiesa di Santa Maria Madre della Chiesa (fondata nel 1993, parrocchia dal 2003).
Note
(1) http://www.portaleditalia.it/italia-new/27-Comuni-e-territorio/280-Calabria/280-Catanzaro/provincia/tutte-le-strutture/2734-Comune-di-Tiriolo.html (URL consultato il 13/04/2023)
(2) http://www.turiscalabria.it/website/?lang=it&categoria=/dove-andare/paesi/&view_type=s&id=800&title=tiriolo.html (URL consultato il 13/04/2023)
(3) http://www.tirioloturistica.it/it/eta-moderna/ (URL consultato il 13/04/2023)
(4) http://www.italiapedia.it/comune-di-tiriolo_Struttura-079-147 (URL consultato il 13/04/2023)
(5) http://www.turiscalabria.it/website/?lang=it&categoria=/dove-andare/paesi/&view_type=s&id=800&title=tiriolo.html (URL consultato il 13/04/2023)
(6) http://www.portaleditalia.it/italia-new/27-Comuni-e-territorio/280-Calabria/280-Catanzaro/provincia/tutte-le-strutture/2734-Comune-di-Tiriolo.html (URL consultato il 13/04/2023)
Per saperne di più?
Germana Scalese, Riccardo Stocco, Tiriolo antica. Storia degli studi e delle ricerche, Città del Sole, Reggio Calabria, 2022
Ulderico Nisticò, Cronache antiche di Tiriolo, Squillace, Istituto di Studi su Cassiodoro e sul Medioevo in Calabria, 1999
Antonio Froio, Cronache dal Monte Tiriolo, Squillace Lido, Grafiche Falcone, 2013
Leggi tutti gli articoli di Matteo Scalise qui: https://www.ilreventino.it/?s=matteo+scalise
Leggi tutti gli articoli de IlReventino.it su Tiriolo https://www.ilreventino.it/?s=tiriolo
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