Dopo Serrastretta, Panettieri, Scigliano, Cicala, San Pietro Apostolo, Altilia, Settingiano, Petronà, Grimaldi, Miglierina, Pedivigliano, Sersale, Colosimi, Martirano Antico e Martirano Lombardo e Platania continua il nostro viaggio di conoscenza sulla storia dei comuni gravitanti nell’area storico – geografica del monte Reventino, le cui vicende sociali, politiche e anche storiche sono oggetto di particolare interesse di questo giornale web ilReventino.it.
Bianchi sorge a 825 mt s.l.m, su un altopiano ai piedi della Sila. Oggi conta 1255 abitanti dispersi fra Capoluogo e le frazioni Censo, Murachi, Palinudo, Paragolio, Ronchi, Serradipiro. Fa parte della provincia e della arcidiocesi di Cosenza-Bisignano. In passato fu soggetta prima alla diocesi di Martirano (XI sec.- 1818) poi a quella di Nicastro (oggi Lamezia Terme) dal 1818 al 1973. Dista 55 km da Cosenza, 8,3 km da Soveria Mannelli e 32 km da Lamezia Terme Nicastro.
Prima di fare cenno alla sua storia analizziamo l’origine etimologica. Secondo l’ipotesi più in voga si vorrebbe Bianchi derivato dalla famiglia Bianco, prima famiglia fuggita da Scigliano e insediatesi nel sito ove oggi sorge Bianchi, a cui seguirono altre famiglie benestanti quali i Folino, i Muraca e gli Accattatis.
I toponimi delle frazioni invece secondo gli studiosi locali deriverebbero da”[Maruchi] dalla prima famiglia stanziatesi, i Muraca]. Per quanto riguarda Serra di Piro si può ipotizzare che il nome derivi dal brigante Piro che aveva il suo covo proprio in quelle zone, ma ci sarebbe anche un’altra congettura secondo la quale il nome deriverebbe da serra del pero, cioè montagna del pero in relazione al fatto che dal tronco di un albero di pero sarebbe stata ricavata la statua di S. Antonio, che si trova ancora oggi nella Chiesa di Serradipiro. Il nome della frazione Censo deriverebbe dal fatto che questa zona, fu ripartita dai proprietari in tanti appezzamenti tra i contadini del luogo i quali però avevano l’obbligo di versare ai loro padroni un dazio o censo, consistente in un pagamento in natura con i prodotti della terra. Il nome di Palinudo fu suggerito quasi certamente dalla caratteristica del terreno privo di vegetazione, una zona con pochi alberi, recintata con nudi pali. Il toponimo Ronchi è forse da collegare ad un attrezzo agricolo, la falce, detta in dialetto runca, oppure al cognome di un brigante locale che si chiamava appunto Runco. Infine, per quanto riguarda la frazione Paragolio, non si hanno dei riferimenti attendibili, però componendo in para e golio, si può accostare il termine greco para a vicino, e golio a gola o valle, per cui nasce il termine vicino alla valle, molto attendibile, perché nei pressi della frazione si trova una zona denominata valle.(1)”
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Per ciò che riguarda la nascita del borgo “le origini di Bianchi e delle sue frazioni [risalgono] alla prima metà del 1600, quando una moltitudine di persone si spostò dalla vicina città di Scigliano nel nostro territorio, epoca in cui l’Università di Scigliano, con tutti i suoi Casali, fu venduta dalla corona spagnola al Principe di Castiglione e conte di Martorano, don Cesare D’Aquino. Questo episodio suscitò indignazione in alcune famiglie sciglianesi da indurli ad abbandonare la città e a stabilirsi alle pendici della Sila, dove possedevano delle terre. A sostegno di tale ipotesi, pare che nella località Serradipiro esistessero in quegli anni solamente i casini dei baroni Accattatis e quelli delle famiglie Folino e Agazio Bianco, entrambi originarie di Scigliano. Un’altra ipotesi porterebbe a supporre che tutto il territorio di Bianchi apparteneva alla famiglia Accattatis di Scigliano, che lo avrebbe acquistato dal Demanio Spagnolo e poi suddiviso in appezzamenti e dato in censo ai contadini del luogo. Una terza ipotesi suppone, invece, che intorno al 1650 il territorio di Bianchi sia stato comprato dal Regio Demanio spagnolo da un insieme di famiglie nobili e potenti del luogo, quali gli stessi Accattatis, i Folino, i Bianco e i Muraca. Gli spostamenti di popolazione si fecero via via più intensi in seguito ad una serie di catastrofi naturali, come il terremoto che colpì Scigliano nell’anno 1638. Intorno ai palazzi degli esuli sciglianesi sorsero i primi villaggi e si organizzò la vita della comunità, dedita principalmente all’agricoltura e all’allevamento del bestiame. Nel 1700, solo due raggruppamenti abitativi potevano definirsi Casali, vale a dire Bianchi e Serradipiro.(2)”
Con la crescita dei villaggi sorsero anche le chiese quali la Chiesa di San Giacomo Apostolo, che è la Chiesa Madre risalente al 1792, la Chiesa di Sant’Anna nella frazione Murachi del 1609 (la più antica),la Chiesa di Sant’Antonio in Serradipiro (XVII – XVIII secolo), la Chiesa della Madonna del Carmine a Palinudo, la Chiesa dell’Addolorata a Censo (1776) e La cappella in onore a Maria SS Addolorata nella frazione Ronchi (3).
“Il 4 maggio 1811 fu emanato da Gioacchino Napoleone il decreto n. 922 per la nuova circoscrizione delle province del Regno di Napoli con cui l’antica Scigliano fu smembrata in quattro comuni: Scigliano, Pedivigliano, Colosimi, Soneria Mannelli. Il territorio di Bianchi e dei suoi casali fu accorpata amministrativamente prima al Comune di Scigliano e poi a quello di Colosimi. Il 25 gennaio 1820 da Napoli fu emanato un Regio Decreto portando alcune rettifiche sulla circoscrizione dei Comuni e circondari, e gli abitanti degli antichi casali di Scigliano ottennero la completa autonomia amministrativa. Il Comune di Bianchi nel 1820 ebbe già i suoi registri di stato civile, da cui risulta una popolazione complessiva di 1279 abitanti, 13 matrimoni, 28 nascite e 11 morti. Nel corso del secolo, l’andamento demografico toccò la sua punta massima nel 1852 con 1712 abitanti.(4)”
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Oggi Bianchi soffre, come tutti i comuni delle aree interne e del Meridione d’Italia la piaga dello spopolamento a causa della bassa natalità e della mancanza di lavoro e di servizi.
Attualmente a Bianchi sono presenti “[…] una Pro Loco. L’agricoltura si basa sulla produzione di cereali, frumento, ortaggi e frutta, soprattutto castagne, che vengono in gran parte essiccate con procedimenti tradizionali; è praticato anche l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. L’industria è costituita da piccole aziende che operano nei comparti alimentare (tra cui quello della lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi), edile, dei materiali da costruzione, della lavorazione del legno e della fabbricazione di mobili. Più modesta è la presenza del terziario.(5)”.
Da ricordare che a Bianchi a livello turistico culturale sono presenti “nel Museo Civico in allestimento, è possibile ammirare delle pergamene antiche che sono di notevole valore storico. Tra i documenti, quelli di maggior rilievo, sono risalenti al ‘600 ed altre addirittura al ‘500; ci sono inoltre alcune pergamene a firma di Carlo V di Spagna, altre di Federico II e Federico IV degli Aragonesi, una bolla papale a firma di Benedetto XII. Tra i documenti storici sono molto interessanti alcuni atti notarili del 1198 e del 1221 dell’imperatrice Costanza. […] Nella frazione Serradipiro si trova il Palazzo Baronale Serravalle del 600’, di proprietà degli eredi Talamo. Maestoso e imponente, oggi non è abitato, è solo dimora occasionale ed estiva degli eredi, che sono intenzionati a cederlo al Comune per la creazione di una biblioteca di libri antichi e per sale di lettura e di convegnistica. A fianco del Palazzo, si trova un ampio appezzamento di terreno, degli stessi proprietari, che si presta molto bene a parcheggio e a giardino. Un altro palazzo degno di nota, è il Palazzo Accattatis, sito nella frazione Censo, prospiciente alla Piazza Ritrovo, che ha dato i natali ad illustri personaggi della nobile famiglia Accattatis. Lo stesso è stato vincolato bene di interesse artistico e culturale, con D.M. del 22-07-1975.”
Infine dobbiamo ricordare che Bianchi è stata terra di brigantaggio. Qui infatti ha agito il brigante “Pietro Bianco attorno al quale nacquero tantissime leggende. I misfatti attribuiti al brigante sono molto numerosi: fu un vero terrore per queste zone anche se certe azioni si possono definire politiche per la contestazione contro il regno dei Savoia.(6)”
Sono nati a Bianchi molti personaggi illustri quali il letterato Clemente Moraca, l’ex prete e patriota Ferdinando Bianchi; il poeta Aldo Accattatis, il glottologo Luigi Accattatis e lo storico Luigi Elvio Accattatis (7).
Note
(1) http://www.bianchistory.it/citta/bianchi/bicomune.htm (URL consultato il 27/12/2022)
(2) http://www.comune.bianchi.cs.it/index.php?action=index&p=83 (URL consultato il 27/12/2022)
(3) https://www.omniscigliano.edu.it/attachments/article/1698/Brochure%20Bianchi%202.pdf (URL consultato il 27/12/2022)
(4) http://www.bianchistory.it/citta/bianchi/bicomune.htm (URL consultato il 27/12/2022)
(5) http://www.italiapedia.it/comune-di-bianchi_Struttura-078-016 (URL consultato il 27/12/2022)
(6) http://www.bianchistory.it/citta/bianchi/bicomune.htm (URL consultato il 27/12/2022)
(7) Cenni biografici li trovi qui http://www.bianchistory.it/citta/bianchi/bicomune.htm mentre sul glottologo Luigi Accattatis vedi https://www.lameziaterme.it/luigi-accattatis-il-padre-del-dialetto-calabrese/ (URL consultato il 27/12/2022)
Per saperne di più?
Si consultino i seguenti testi: “Bianchi” di Luigi Elvio Accattatis, “Storia di Bianchi” di Antonio Elia, “La campana di Serradipiro e la Diocesi di Martirano” di Francesco Talamo, “Bianchi un angolo di Calabria” a cura di Giuseppe Elia e Mario Bianco e la tesi di laurea Due briganti a Bianchi” di Bianca Talarico.
Sull’area del Reventino nel XVIII secolo Vincenzo Villella, La Calabria della Rassegnazione, I-II volume, Grafiche Reventino, Decollatura, 1988 e Mario Gallo, Scritti storici sui comuni del Reventino, DueEmme, Cosenza, 1989;
Leggi tutti gli articoli di Matteo Scalise qui: https://www.ilreventino.it/?s=matteo+scalise
Leggi tutti gli articoli de IlReventino.it su Bianchi https://www.ilreventino.it/?s=bianchi
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