Dopo Serrastretta, Panettieri, Scigliano, Cicala, San Pietro Apostolo, Altilia, Settingiano, Petronà e Grimaldi continua il nostro viaggio di conoscenza sulla storia dei comuni gravitanti nell’area storico – geografica del monte Reventino, le cui vicende sociali, politiche e anche storiche sono oggetto di particolare interesse di questo giornale web ilReventino.it.
Miglierina oggi è un comune di 721 abitanti, sito a 575 mt. s.l.m. a metà strada tra il fiume Amato (250 mt) e il monte Portella (1.039 mt). Il territorio, prevalentemente colllinare, è ricco di alberi di ulivo e querce, mentre, salendo verso la cima del Portella si ritrovano faggi, ontani e cerri. Fà parte della provincia di Catanzaro e della diocesi di Lamezia Terme. Dista 16,7 km da Tiriolo, 23 km da Catanzaro, 6, 3 km da Serrastretta e 28 km da Lamezia Terme.
Prima di esporre la sua storia, è opportuno elencare le diverse ipotesi inerenti l’origine toponomastica del nome. Esse sono molte, ma farò cenno alle principali: 1) deriva dall’espressione dialettale “megghia rina”, con cui si indicava la qualità arenosa del terreno su cui sorgeva l’abitato; 2) deriva dal termine calabrese “migliarina”, ‘specie di piantaggine infestante del miglio’ (latino MILIUM); 3) deriverebbe da “Muglierina”, paese dei mulini; 4) potrebbe derivare anche dal latino […] milia (migliaia), miliarium (pietra miliare) o addirittura dal tema germanico muller (mugnaio) da cui la variante fonetica dialettale Muglierina ancora in uso.[1]
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Sull’origine del borgo le date sono contrastanti. Si ipotizza che sia sorta già sul finire del XV secolo, quasi in contemporanea alla fondazione del villaggio Amato da parte degli albanesi anche se “[…] L’economo coadiutore di Miglierina, Don Francesco Torcia D’Amico, il 3 luglio 1883, nella relazione sulla parrocchia, richiesta dalla Curia Vescovile di Nicastro, afferma che Miglierina è stata fondata nell’aprile del 1531.” Ma non è da trascurare il fatto che possa esser stata fondata già nel 1507 poichè “[…] nella risposta della Commissione Feudale, in data 27 Febbraio 18 10, al ricorso fatto dalla Università di Miglierina riguardante la restituzione in integrum del Monte Portella, demanio feudale dell’ex Baronia di Tiriolo. Ecco testualmente la decisione della Commissione: «Dichiara che la montagna volgarmente detta Portella sia un Demanio ex feudale soggetto agli usi dé Cittadini di poter tagliare carigli, ossiano cerri, di far travi, sigilli, ed altre cose necessarie per le case, e per ogni altro beneficio ad essi necessario, come altresì di potersi in ogni tempo cogliere ghiande a norma delle citate capitolazioni fatte con Ferrante Carafa nel 1507». Essendo un documento giuridico che fa riferimento alle «citate capitolazioni con Ferrante Carafa nel 1507», non si tratta più di supposizioni, ma è da ritenersi quindi che già nel 1507 vi era un insediamento nel territorio.”. Infine è anche da citare la data del 1595 riportata dal vescovo di Nicastro ove “Il vescovo Pietro Francesco Montuoso, nella relazione della Visita ad Limina del 16 maggio 1595 (è la data più antica che si riferisce a Miglierina da me riscontrata su un documento) dedica a Miglierina cinque righe: «in casale Migliarinae una tantum parocchialis ecclesia non consecrata sub sanctae Lucia invocatione invenitur. Eius parochus de Fatio, curatus solus ibi est presbiter. Incolents 570»”.
Dunque, al di là della data esatta, possiamo dedurre che la sua fondazione è da attribuire a gruppi di famiglie di pastori e agricoltori che sfuggivano dalle eccessive tassazioni feudali e regali tipiche dei secoli XV -XVIII. Stanziatesi “[…] i primi abitanti, sentendosi insicuri e trovando più facilmente terreno e materiale adatto alle costruzioni, si pensa si siano spostati più a nord, precisamente sul «Monte Serra», dove sono sorte le prime case del nuovo insediamento e dove è stato costruito il primo tempietto che doveva servire come luogo di culto e come cimitero.”. I primi abitanti provenivano probabilmente “[…] della vicina Tiriolo e in seguito, con l’afflusso più consistente di interi nuclei familiari e parentali, giunti da territori più lontani (Martirano, Motta S. Lucia, Conflenti, Scigliano)”. Quindi famiglie giunte dai feudi di Nicastro (retto dalla famiglia Caracciolo) e di Tiriolo.[2]
Miglierina sarà soggetta a diversi signori feudali. Infatti “Casale (villaggio) di Tiriolo, ne condivise le sorti, passando sotto diversi signori: possedimento dei De Reggio, fu in seguito assegnata ai conti Ruffo di Catanzaro, che ne conservarono il possesso fino alla seconda metà del XV secolo, quando pervenne ai Carafa di Nocera. Rimasta a questi ultimi sino all’inizio del Seicento, fu poi concessa ai Cicala, che ne mantennero l’investitura fino all’abolizione del feudalesimo (1806), sancita dalle leggi napoleoniche. Eretta a comune autonomo e inserita nel circondario di Serrastretta, col nuovo ordinamento amministrativo attuato dai francesi, a principio del XIX secolo (1811), con la restaurazione borbonica fu trasferita nel circondario di Tiriolo (1818). Già gravemente colpita dal terremoto della seconda metà del Settecento (1783), subì altri danni dal sisma dell’inizio del Novecento (1905)”. Importante segno della crescita del primo villaggio di Miglierina fu la fondazione della chiesa – santuario di Santa Lucia (1595), ampliata nel 1600 e resa parrocchia nel 1649 (dall’allora vescovo di Nicastro Giovanni Tommaso Perrone 1639-1677) e della chiesa di Santa Maria del Principio (ma appellata dal popolo “del Rosario) edificata nel XVII secolo.[3]
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Oggi Miglierina, come molti paesi dell’interno subisce il dramma dello spopolamento a causa della mancanza di lavoro e servizi. La sua economia si regge sull’agricoltura con la “produzione di cereali, legumi, castagne, prodotti ortofrutticoli, vino e olio d’oliva. Il patrimonio zootecnico è costituito in prevalenza da ovini, caprini e suini. L ‘artigianato è presente in piccole forme per la lavorazione del legno e del ferro.”. Ha pure ottime potenzialità in ambito turistico perché offre al turista la possibilità di vedere non solo le due citate chiese cittadine e le loro festività annuali (Santa Lucia il 13 dicembre e relativa fiera e del Rosario la prima domenica di ottobre) ma anche degli splendidi palazzi gentilizi cittadini quali Palazzo Granato, Palazzo Barberio, Casa Marsico e Casa Arcuri, degli eventi culturali e sociali annuali quali il Presepe Vivente, la Giornata della Legalità (dal 2014) e ancora La Pigliata (la cattura di Cristo il Venerdì Santo) e ancora “[…] La “via dei Maestri Miglierinesi” è stata dedicata proprio a questi artisti ed è introdotta da un monumento dedicato a Santa Lucia, patrona del borgo, opera dello scultore Bagalà. […] Palazzo Arcuri, all’interno del quale è possibile ammirare un antico frantoio con le enormi pietre per la molitura delle olive.
Il vero cuore di Miglierina è chiamato “Sottovia”, una piazza rivestita in cotto e collegata alla strada provinciale da una scala di forma elicoidale. Proseguendo dalla scala verso il corso principale si arriva nel quartiere di “Chianavalle”, dove è possibile ammirare l’antico palazzo della famiglia Torcia. […]
Dal centro abitato di Miglierina si può raggiungere il fiume Amato, “la fiumara”, uno spettacolo naturale che arriva sino alla vallata dove sono presenti i resti di numerosi mulini ad acqua. Il “Quadarune” è il quartiere che sorge più in alto rispetto agli altri ed è caratterizzato dai ruderi dell’antico “Casale” di Miglierina, intorno al quale si trovano tante altre antiche abitazioni. Da visitare la zona montagnosa della Presila, da cui è possibile raggiungere il Monte Portella. Alberi di lecci, querce, cerri e castagni e una sorgente d’acqua oligo-minerale, contraddistinguono questa parte di territorio dotato anche di un’area attrezzata per pic-nic. Tra i miglierinesi illustri bisogna ricordare: l’erudito arciprete Don Tommaso Thorcia, il prete carbonaro Don Vincenzo Miceli, il pittore di talento Agostino Guzzo la cui opera, intorno agli anni 1827-28 venne richiesta anche a Napoli (capitale del Regno), l’intellettuale Antonio Torchia, autore di numerose pubblicazioni e in particolare di una interessante “Storia della letteratura italiana” e il giurista Francesco Granato, presidente di Corte d’Appello.”[4]
Per saperne di più?
[1] Vedi i seguenti link: http://miglierina.asmenet.it/index.php?action=index&p=76; http://www.italiapedia.it/comune-di-miglierina_Storia-079-077 e http://www.comontreventino.cz.it/index.php?action=index&p=277 (URL consultato il 16/08/2022)
[2] Le parti in corsivo sono tratte dal libro di Antonio Caccetta, Miglierina un paese due campanili, Calabria Letteraria, 1996 citate in http://miglierina.asmenet.it/index.php?action=index&p=76 (URL consultato il 16/08/2022)
[3] http://www.italiapedia.it/comune-di-miglierina_Storia-079-077 (URL consultato il 16/08/2022)
[4] Vedi i seguenti link: http://www.italiapedia.it/comune-di-miglierina_Storia-079-077; https://www.borghiautenticiditalia.it/borgo/miglierina; http://www.comontreventino.cz.it/index.php?action=index&p=277 (URL consultato il 16/08/2022)
Leggi tutti gli articoli di Matteo Scalise qui: https://www.ilreventino.it/?s=matteo+scalise
Leggi tutti gli articoli de IlReventino.it su Miglierina: https://www.ilreventino.it/?s=miglierina
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