Dopo Serrastretta, Panettieri, Scigliano, Cicala, San Pietro Apostolo, Altilia, Settingiano, Petronà, Grimaldi, Miglierina, Pedivigliano, Sersale, Colosimi, Martirano Antico e Martirano Lombardo, Platania, Bianchi, Conflenti, Taverna e Gimigliano continua il nostro viaggio di conoscenza sulla storia dei comuni gravitanti nell’area storico – geografica del monte Reventino, le cui vicende sociali, politiche e anche storiche sono oggetto di particolare interesse di questo giornale web ilReventino.it.
San Mango d’Aquino sorge su una collina posta nella parte bassa della valle del Savuto, a 460 mt s.l.m. Oggi conta 1.830 abitanti dimoranti fra capoluogo e le frazioni/località Buda, Madonna, Prunu, Chiani Milu, Destre, Tribbiti, Carpanzano, Croce del Mulino, San Giuseppe, Piazza, Sacchi, Castagnari, Arcella, Acquicella, Pagliarella, Piano. Fa parte della provincia di Catanzaro e dal 1963 della diocesi di Nicastro (oggi Lamezia Terme), mentre prima era soggetta spiritualmente alla diocesi “inferiore” di Tropea (oggi diocesi di Mileto -Nicotera – Tropea). Dista 38 km da Lamezia Terme, 43 km da Cosenza, 36 km da Soveria Mannelli e 65 km da Catanzaro. E’ servita da uno svincolo della autostrada A2 del Mediterraneo (già A3 Salerno – Reggio Calabria).
Per ciò che riguarda la spiegazione etimologica del nome possiamo dire che “Il primo nome del paese è stato “Muricello”, poi “Casale nuovo” e infine “Santo Mango”. […] Sulle carte geografiche, la denominazione attuale appare sotto il dominio di Napoleone ed è riportata nell’Atlante Geografico del Regno di Napoli pubblicato nel 1812. Prima di questa data, il paese è indicato con il nome “Savuto”, mentre l’attuale centro storico di Savuto è identificato con il nome di “Pietra piana”. […] Finito il Risorgimento (1848-1860) e proclamato il Regno d’Italia (1861), il Governo aggiunge al nome “San Mango” la parola “d’Aquino”, per distinguere il comune dagli altri San Mango delle altre province del Regno (1)“.
Riguardo la sua storia possiamo dire che dove sorge oggi San Mango è “una vasta area che gravita attorno alla foce del fiume Savuto. All’interno di questa area, di grande importanza dal punto di vista storico e archeologico, sono vissute diverse stirpi di uomini; il territorio è attraversato da un’importante arteria romana, ed il tratto di strada riguardante San Mango è ricordato dagli anziani come la “Via del Carruggiu. […] Alla sinistra del fiume Savuto, in località Fabbiano, pendio collinare alla sinistra idrografica del fiume Savuto, a Nord di Nocera, sono stati rilevati un’ampia area di frammenti ceramici che dimostrano una lunga frequentazione del luogo dal IV secolo a.C. all’età imperiale, molti pezzi sparsi di ceramica di età romana, frammenti a vernice nera, frammenti di orli e anse di vasellame, frammenti di anfore puniche e greco-italiche, un frammento d’anfora della seconda metà del I secolo a.C., frammenti d’anfore tunisine e rodie della prima età imperiale. In località Salice-Spolitretto-Catusi, sul pendio a larghe terrazze, alla sinistra idrografica del fiume Savuto, a sud dell’abitato dell’odierna località Savuto, è stata localizzata un’area di fittili con frammenti di ceramica comune e a vernice nera, un orlo di anfora greco-italica e tumuli in terracotta. In località Casa Mercuri, ai margini del percorso che da Fabbiano scende verso il fiume Savuto e che collega la strada del Savuto con il paese di S. Mango d’Aquino, sono stati catalogati frammenti di ceramica comune e a vernice nera italiota, un orlo di “pithos” e frammenti di laterizi. In località Vignale, un’area situata tra i valloni di “Peppe Iera” a sud-ovest e sant?Aloe a nord-est, nei pressi del confine comunale tra Nocera Terinese e San Mango d’Aquino, è stata delineata un’area di fittili con ceramica comune e a vernice nera, tra cui un “guttus”. In località Pietramone-Fontana della Quercia, sul pendio a nord di Cozzo Volante, nei pressi del cimitero di S. Mango, ma in territorio oggi del Comune di Nocera, sono affiorati frammenti di ceramica comune e laterizi. In località Piano della Madonna-Triari, pendio sistemato ad ampie terrazze, alla sinistra idrografica del fiume Savuto, a nord-ovest di San Mango d’Aquino, sono stati elencati materiali di varie epoche, fra cui un lisciatoio, frammenti di laterizi, di ceramica comune e a vernice nera, un frammento di anfora Dressel e due pesi da telaio (2)”.
“Per molti secoli il territorio è stato aggregato ad alcune terre dell’odierna provincia di Cosenza, riunito sotto un’unica dipendenza: una commenda religiosa. E “suolo di un’antica commenda” è definito il territorio di Savuto (e quindi anche quello di San Mango) in un documento del 1829. Nel corso del Medioevo il territorio subisce il dominio di diversi feudatari e nel 1591 viene acquistato da Carlo d’Aquino […]. La fondazione San Mango d’Aquino viene fondata nella prima metà del Seicento […]. Nel 1646 sono concessi i Capitoli (che regolano i rapporti tra gli abitanti ed il feudatario), nel 1648 il vescovo di Tropea emette il decreto di erezione della chiesa e nel 1653 don Matteo Capilupo è il primo parroco del paese. […] Con la vendita di Savuto fatta dai d’Aquino nel 1717 a favore del barone Le Piane, il casale di San Mango si stacca dalle terre feudali della destra del fiume e diventa un centro autonomo, con un proprio parlamento e con organi amministrativi eletti secondo le leggi del tempo (3)”.
Interessante sono le ricostruzioni storiche operate dagli storici locali per individuare le origini dei primi abitanti provenienti dallo “[…] stato di Aiello, già prima dello smembramento del 1569, siano venuti a stabilirsi nell’attuale territorio di San Mango. Furono probabilmente spinti a questa decisione sia per sfuggire agli incipienti problemi di miseria sia dalla possibilità di sviluppo che offriva un territorio caratterizzato dalla fertilità del suolo, dall’abbondanza di acqua e dalla scarsa densità di popolazione residente. […] Fu proprio intorno al 1592, anno di vendita di Savuto, che molte famiglie del disciolto stato di Aiello, secondo noi, attraversarono il fiume e si stabilirono definitivamente sulla riva sinistra, nell’attuale territorio di San Mango, popolandone la fertile campagna. A spingere la gente a questa decisione fu il fatto, oltre a quanto detto in precedenza, che i nuovi signori di Savuto, i d’Aquino, avevano i loro interessi a sud del fiume, erano una Casata in ascesa e la loro maggiore attenzione veniva dedicata, in quel momento, al consolidamento dei feudi, già acquistati. [..] Appare così evidente che se sotto Eliadora Sambiase il Casale di San Mango cominciò a popolarsi, sotto i d’Aquino assunse l’aspetto di un vero e proprio villaggio, costituito da case sparse, ma già abbastanza numeroso di popolo. Ma gli abitanti di San Mango non ebbero come origine solo le antiche terre dello stato di Aiello, e le prime famiglie non vennero solo da Pietramala e Savuto (4)“.
“[…] Il Settecento è, complessivamente, un secolo di crescita e di sviluppo economico e sociale. Cereali, olio, vino e frutta secca sono i principali prodotti agricoli; da segnalare pure la produzione di carbone, mentre nelle case si pratica con profitto la coltivazione del baco da seta. Il ceto più numeroso sono i contadini, affiancato da una forte presenza di attività artigianali e di mestieri: barbieri, sarti, calzolai, muratori, falegnami. Il paese si sviluppa per tutto il Settecento e vive momenti difficili a causa dell’usurpazione di alcuni terreni demaniali da parte di signorotti locali. Dopo l’abolizione del feudalesimo (1806), San Mango vive un periodo di divisioni, vendette, uccisioni e scontri legati prevalentemente alle usurpazioni, destinate a divenire territori demaniali. Questi avvenimenti si intrecciano con i moti risorgimentali: sede di una delle più antiche rivendite carbonare della Calabria (non lontana dalla presunta prima loggia massonica italiana di Girifalco), San Mango partecipa ai moti del Risorgimento (1848). Quando Garibaldi nel 1860 consegna il Regno delle Due Sicilie a Vittorio Emanuele II, il paese esce dalla spirale di violenza e diventa San Mango d’Aquino. Danneggiato dai terremoti del 1905 e del 1908, il centro storico si arricchisce di nuove abitazioni grazie alle rimesse degli emigrati. Nel 1876 è costruita la strada rotabile che da San Mango porta al Bivio Bagni attraverso Nocera, Falerna e Gizzeria, e lo stesso anno viene impiantata la rete telegrafica. […] Nel 1907 è fondata la “Società Agricola Cattolica di Mutuo Soccorso”. […] Nel 1926 alcune famiglie di emigrati fondano a Scranton (Pennsylvania) la “San Mango d’Aquino Society” e nel 1930, con il contributo di questi emigrati, viene eretto in piazza Roma il Monumento ai Caduti in Guerra. La fine della Seconda guerra mondiale trova il paese in condizioni di estrema povertà e la miseria spinge la popolazione a riprendere la via dell’emigrazione. Nel 1987 a Winnipeg (Manitoba, Canada) è fondata la “Società San Mango d’Aquino”, un sodalizio che raggruppa centinaia di emigrati. Nel 1968 […] prende avvio una serie di amministrazioni socialiste che durano trentacinque anni e che realizzano un vasto programma di opere pubbliche, culminato con l’apertura dello svincolo sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria (5)”.
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Oggi l’economia si basa sulla produzione di “cereali, frumento, ortaggi, olivo e frutta, soprattutto uva e agrumi; è praticato anche l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini e avicoli. L’industria è costituita da piccole aziende che operano nei comparti: alimentare, edile, metallurgico e dell’estrazione di ghiaia, sabbia e argilla (6)”.
Il patrimonio religioso di San Mango d’Aquino annovera la Matrice dedicata a San Tommaso d’Aquino (1650 – 1653) e il Santuario della Madonna della Buda (1965). Dal 2013 si svolge il Premio Muricello che ha lo scopo di “sostenere personalità che mettono in gioco la propria esistenza a favore di battaglie civili, sociali e culturali”.
Note
(1) https://www.ansa.it/viaggiart/it/city-6301-san-mango-d-aquino.html (URL consultato il 04/03/2023)(2)https://www.sanmangomia.it/arte_cultura_personaggi/armando_orlando/san_mango/san_mango_la_storia.html (URL consultato il 04/03/2023)
(3) https://www.ansa.it/viaggiart/it/city-6301-san-mango-d-aquino.html (URL consultato il 04/03/2023)
(4) http://www.sanmango.net/resources/smango-storia.pdf (URL consultato il 04/03/2023)
(5) Cfr. A. Orlando, A. Sposato, San Mango d’Aquino – storia folklore tradizioni poesia, San Mango d’Aquino – storia folklore tradizioni poesia , Rubbettino, Soveria Mannelli, 1977, pp. 264; Armando Orlando, San Mango d’Aquino – la storia, presentazione di Alfredo Chieffallo, San Mango d’Aquino, la storia, Edizioni Valle del Savuto, San Mango d’Aquino, 1997, pp. 144; Idem, Storia di una terra del Sud, fotografie dal 1885 ad oggi, prefazione di Nuccio Fava Storia di una terra del Sud, Rubbettino, Soveria Mannelli, 1984, pp. 180, 102 illustrazioni ; AA. VV., San Mango d’Aquino: le origini – il nome – la storia – il fiume Savuto – la Madonna della Buda, Editore Comune di San Mango, 2007 pp. 192, 126 illustrazioni.
(6) http://www.italiapedia.it/comune-di-san-mango-daquino_Struttura-079-110 (URL consultato il 04/03/2023)
Leggi tutti gli articoli di Matteo Scalise qui: https://www.ilreventino.it/?s=matteo+scalise
Leggi tutti gli articoli de IlReventino.it su San Mango d’Aquino: https://www.ilreventino.it/?s=san+mango+d%27aquino
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