
Tre giornate intense piene di emozioni, di cultura, di libri, di storie raccontate e vissute. Una sala gremita e attenta ha accolto ed ascoltato gli scrittori: Armando Rossi, Maria Gabriella Gallo, Sophia Orsini, Gisella Florio, Teresa Pandolfi e Giovanni Misasi, Giuseppe Giraldi, Grazia Fasanella , Giuseppe Oliva , Francesco Scarcella, Antonella Monaco.
Sulle note del bravissimo Maestro Paolo Luciani, un’esibizione teatrale perfetta dell’attore Mikael Santelli, come previsto nel programma, si è potuto assistere all’intervento interessante sull’intelligenza artificiale del regista Gianfranco Confessore e alla proiezione del trailer Per Caso il Destino, in concorso ai David di Donatello 2024 e alla Film Commission Calabria, prodotto dalla New Production Eventi di Alberto Celestino e Dotto Pierandrea e Tempi Moderni di Ermanno Reda e la sceneggiatura di Elisa Trapuzzano.

«Un grazie alla scrittrice Daniela Santelli che fa da trait d’unione ad una magnifica performance letteraria unica in Calabria – tiene a rilevare Maria Gabriella Gallo originaria di Colosimi nelle vesti di scrittrice – e per avermi dato l’opportunità di presentare il mio libro: “Il Messaggio Sociale di San Francesco Paola”, un grazie ai miei relatori la dottoressa e scrittrice Gisella Florio, figura di spicco nel mondo della cultura e del volontariato, a don Battista Cimino già missionario in Burundi, a tutti i miei amici e colleghi presenti per avere condiviso con me questa grande gioia».

Durante la presentazione sono emersi, infatti, quanto San Francesco fu un riformatore sociale soprattutto quando si rivolse ai dirigenti della società politica del tempo. Egli, infatti, non solo in privato, ma anche e soprattutto al pubblico, non rinunziò ad alcuna occasione per richiamare, senza cautele, senza diplomatici, velami o per lo meno apprezzabili accorgimenti, bensì con la sferza per cacciare dal tempio i profanatori, i potenti ricchi ed i sovrani al dovere di un rigido costume di vita, di una giusta imposizione tributaria, per ammonire che il potere va inteso, non come privilegio, bensì come duro esercizio di un servizio nell’interesse del popolo. Partendo dalla missione del Santo nel mondo delle ingiustizie e squilibri sociali, attualizza , nell’oggi, il suo messaggio con sollecitazioni molto vivaci: quali il ritorno all’interiorità, il bisogno di liberazione, l’impianto di una civiltà del sufficiente, il potere come servizio e, soprattutto, la responsabilità e l’impegno partecipativo per costruire un mondo migliore.
San Francesco, altruismo via alla carità, con questa frase è intervenuto, in qualità di relatore, don Battista Cimino, con esperienza in terra di missione Africa, Burundu, è la virtù della carità vertice sommo della vita cristiana. San Francesco di Paola è noto come il santo della carità, non a caso l’iconografia tradizionale lo rappresenta, sempre con lo stemma Charitas.
Il messaggio del Santo, ha spiegato don Battista, ci aiuta a scandagliare tutta la realtà della chiesa dei poveri e a prendere consapevolezza e coscienza di essere carente di un bene di cui la sua persona ha necessità vitale per sentirsi e dirsi integralmente compiuta. Ancora oggi, come ieri, povero è chi non ha, chi non possiede; carenze dell’equa distribuzione dei beni economici, le crisi e la dinamica del mondo, in funzione non solo del produrre ed incrementare ma soprattutto della perequata ripartizione personale e sociale dei beni necessari alla quotidiana esistenza dell’uomo. La mia esperienza in Africa, aggiunge don Battista, mi riporta all’immagine di tutte quelle persone, soprattutto i bambini, sofferenti di nutrimento (addirittura la morte) la fame, la sete.

