Perseguire negli errori è diabolico. La storia sembra non aver insegnato nulla a Inghilterra e Francia, che, alla luce degli eventi attuali, stanno ripetendo un errore già commesso nel passato e che contribuì allo squilibrio culminato nella Seconda Guerra Mondiale. Il grave errore di favorire il consistente riarmo della Germania.
Se da un lato l’obiettivo di indebolire la Russia nella guerra in Ucraina si è rivelato fallimentare di fronte alla capacità di Mosca di resistere all’intero arsenale NATO fornito all’Ucraina con generosità, dall’altro l’Europa (Francia e Inghilterra) non è mai sembrata intenzionata a intraprendere una via diplomatica per ovviare, in modo onorevole, a questa sconfitta. Al contrario, si continua a inseguire l’escalation, con conseguenze potenzialmente devastanti.
Oltre ad aver contribuito alla attuale situazione internazionale, già descritta in un precedente articolo, questa strategia cela un pericolo ancora più grande: il riarmo dell’Europa, con il rischio concreto di dare il via libera alla rinascita della potenza militare tedesca. La Germania, a differenza delle altre potenze europee come Francia, Italia e Spagna, che hanno finanze pubbliche disastrate e un alto livello di indebitamento estero, dispone di un debito pubblico relativamente basso e di ingenti riserve finanziarie.

La domanda da porsi adesso è: perché l’ipotetico nuovo governo tedesco, non ancora insediato, è così interessato al riarmo europeo?
Questa domanda ne porta dietro un’altra: il riarmo della Germania potrebbe rivelarsi un grave errore, sia dal punto di vista storico che strategico?
La Germania ha un passato segnato da due conflitti mondiali, in cui il suo militarismo ha giocato un ruolo determinante. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la comunità internazionale ha imposto severe limitazioni al suo esercito per evitare il ripetersi di tragedie simili. La stessa Costituzione tedesca, attraverso il principio della “Bundeswehr di difesa”, sanciva un esercito con una funzione esclusivamente difensiva. Il 21 aprile scorso il Bundesrat ha approvato una modifica costituzionale che consente al nuovo governo di Friedrich Merz, non ancora in carica, di indebitarsi potenzialmente senza limiti per finanziare il proprio riarmo. Le nuove disposizioni legislative permetteranno inoltre la creazione di un fondo da 500 miliardi di euro destinato agli investimenti nei prossimi dieci anni, aggirando il vincolo costituzionale introdotto dal governo Merkel nel 2009 che limitava il deficit allo 0,35% annuo. Con i 500 miliardi di euro di spesa pubblica aggiuntiva destinati ad armamenti, infrastrutture e transizione energetica, Berlino ha la possibilità di superare l’attuale crisi economica legata al settore automobilistico e alla carenza di gas russo.

Riarmare eccessivamente la Germania significherebbe ignorare le lezioni della storia e rischiare di creare nuovi squilibri all’interno dell’Europa. Se da un lato è essenziale che l’Unione Europea rafforzi la propria difesa alla luce della nuova politica degli Stati Uniti, dall’altro è fondamentale che ciò avvenga in modo equilibrato e condiviso tra tutti gli Stati membri. Affidare un ruolo sproporzionato a Berlino potrebbe alimentare sospetti e tensioni, anziché promuovere una strategia unitaria.
Un riarmo tedesco significativo rafforzerebbe la dipendenza dell’UE da Berlino anche in materia di difesa, sbilanciando gli equilibri interni dell’Unione. Una Germania militarmente più forte potrebbe assumere un ruolo predominante, marginalizzando altri Paesi e indebolendo l’unità del continente. Verrebbe così a crearsi una situazione capace di compromettere la stabilità e la coesione dell’Europa, lasciando spazio a qualsiasi futuro scenario.