Sul finire del secolo XVIII a scrivere di Scigliano fu un altro Abate. Si tratta di Francesco Sacco che offrì in quell’epoca anche una completa e articolata descrizione della città e dei sui quartieri, di quelli che il Fiore chiamava Pretorie e Pacichelli, invece, Regioni. Ma vediamo come si articola la descrizione.
“Scigliano Città Regia Demaniale nella Provincia di Cosenza, ed in Diocesi di Martorano, la quale giace in luogo eminente, d’aria salubre, nella distanza di quattordici miglia in circa dalla Città di Cosenza, di sei da Martorano, e di tre in circa dal Mar Tirreno.
Questa – Città appellata in Latino Syllanum, e che si crede essere stata edificata o da’ Brezj, oppure da Sillano, Generale degli antichi Romani, vien divisa in sette Quartieri, i quali sono: I, Il Quartiere di Diano, ove sono da marcarsi una Collegiata servita da ventitré Mansionarj7; una Chiesa Madre di mediocre struttura; quattro Oratori pubblici sotto i titoli di Santa Maria delle Grazie, dell’Immacolata, dell’Assunta, e di Santa Maria ad Nives; due Confraternite Laicali sotto l’invocazione dell’Assunta, e del Suffragio; e due Monti di Pietà per pegni. II. Il Quartiere di Cuponi, ove sono da notarsi una Parrocchia di mediocre disegno; una Cappella pubblica sotto il titolo di Santa Maria del lume; ed una Confraternita laicale sotto l’invocazione del Sagramento. III. Il Quartiere di Calvisi, ove sono da osservarsi una Collegiata, la quale viene ufiziata da quindici Mansionarj; una Parrocchia sotto il titolo della Pietà; varie Cappelle pubbliche; due Confraternite Laicali sotto l’invocazione dell’Immacolata Concezione, e della Pietà; un Convento de’ Padri Minori Osservanti; uno Spedale per ricovero degl’infermi poveri; ed un monte di Pietà per maritaggi di Zitelle povere. IV. Il Quartiere di Lupia, ove sono da marcarsi una Parrocchia di mediocre struttura; un Oratorio pubblico sotto il titolo di Sant’Antonio da Padova; una Confraternita Laicale sotto l’invocazione del Sagramento; ed un Convento de’ Padri Cappuccini fuori l’abitato. V. Il Quartiere di Serra, ove sono da notarsi una Parrocchia sotto il titolo di Santo Stefano e di Santa Lucia; ed una Confraternita Laicale sotto l’invocazione del Sagramento. VI. Il Quartiere di Petrisi, ove sono da osservarsi una Parrocchia di mediocre disegno; e due Cappelle pubbliche sotto i titoli del Crocifisso, e di San Pietro. VII. Il Quartiere di Pedivigliano, ove sono da marcarsi una Parrocchia sotto il titolo del Sagramento; un Oratorio pubblico sotto l’invocazione di San Giovanni Battista; ed una, Confraternita Laicale sotto il titolo dell’Immacolata Concezione. Le produzioni, del suo territorio, sono grani, grani d’india, legumi, frutti, vini, castagne, ghiande, lini, gelsi per seta, ed erbaggi per pascolo di greggi. La sua popolazione ascende a diecimila in circa sotto la cura spirituale di dieci Parrochi, e di quattordici Economi Curati. Questa stessa Città vanta d’essere stata patria del celebre Medico Girolamo delle Pira; e de’ Letterati Giacomo Bruno, Roberto, e Lorenzo Mirabelli; Aurelio, e Lorenzo Gauderino; e Francesco Franchini”8.
Al di là della forbita descrizione del Sacco va anche detto che Scigliano già alla fine del precedente secolo (XVII) aveva una sua pertinenza territoriale molto vasta. Per quanto riguardava le problematiche legate al civile e giudiziario ad esempio abbracciava il territorio che partendo dal Savuto arrivava alla Sila, fino di Martirano e a Motta Santa Lucia e oltre a comprendere i sette quartieri già sopra menzionati, nel suo territorio vi erano ben ventuno villaggi che erano più o meno coincidenti con gli attuali territori della stessa Scigliano insieme a quelli dei Comuni di Bianchi, Carpanzano, Carlopoli con la sua frazione Castagna, Decollatura, Panettieri, Pedivigliano, Soveria Mannelli, tutti centri dei quali mi sono occupato nel presente studio.
Nel 1798 prima e nel 1823, alcune informazioni sulla Città Regia, arrivarono da Giuseppe Maria Alfano il quale oltre a confermare alcune delle notizie peraltro già note, sulle quali si sorvola enumerò invece quelli che erano i villaggi di Scigliano che di seguito si riassumono: “Traversa, Celsita, Agrifoglio, Mililla, Rizzuti, Coraci soprani, Coraci sottani, Volponi, Gigliotti, Arcuti, Ische, Colosimi, Mondonuovo, Mascari Trearie, Bianchi, Morachi, Vaccarizzo, Cenzo, Serra di Piro, Polinure, Casenuove, Accattatis, Runca, Villanova, Borboruso, Colla, e Pirillo”9.
A riportare il nome di Scigliano all’attenzione di storici e cultori nel 1805 fu anche Lorenzo Giustiniani con il suo Dizionario, parlando oltre che della città e dei quartieri anche di qualche scampolo della sua economia citando il Barrio. In relazione ecco quanto dice: “L’industria di quegli abitanti oltre l’agricoltura, e la pastorizia, è quella ancora della concia delle pelli, e di far pettini, che vendono altrove. Scrive il Barrio(1): Carpacisanum, Syllanum cujus incolae pectinibus conficiendis, et latificio plurimum vocant. Nam et aula, et tapetia, et fitartchas textunt, et codices, quas quod aticubi et caprina lana fiant, capritas vocant”10.
Inoltre, circa il profilo storico, vale la pena ricordare che sino al crollo del feudalesimo Scigliano in qualche modo aveva avuto successo nel preservare oltre all’autodeterminazione anche l’interezza del suo territorio dagli stratagemmi feudali cosa che non fu più possibile dopo il 1806 quando, invece, il suo territorio, incluso nel cantone di Nicastro al tempo della Repubblica Partenopea con il nuovo ordinamento disposto dai francesi, a seguito del decreto n. 922 del 4 maggio 1811 emanato da Gioacchino Napoleone, venne interamente spezzettato per la costituzione della nuova circoscrizione delle province del Regno di Napoli, provvedimento per il quale dalla Città Regia di Scigliano nacquero anche i comuni di: Colosimi, Pedivigliano e Soveria Mannelli, con Scigliano elevata a capoluogo prima di un governo e successivamente di un circondario. Un successivo Regio Decreto, del 25 gennaio 1820 riuscì a produrre alcune correzioni alla medesima circoscrizione dei Comuni e circondari, con il quale Scigliano oltre alla sua piena indipendenza amministrativa incorporava nel suo circondario anche il Comune di Carpanzano. Con l’Unità d’Italia Scigliano partecipò insieme agli altri comuni della Calabria ai successivi eventi nazionali e internazionali tra cui il Risorgimento.
Per sottolineare l’importanza della Città Regia di Scigliano, dopo aver letto tanto di qua e di là per la presente ricerca, anche a proposito della concentrazione demografica, credo non debba sfuggire al lettore come il suo territorio, ancora prima dello smembramento del 1800 computava una popolazione complessiva di quasi 10.000 ab., mentre come risulta da alcune provate fonti storiche riportate da Luca Covino, nel paragrafo Territori e insediamenti nella Calabria Citra, la Città di Cosenza da sola in quel periodo non superava i 9.000 abitanti(34)”11.
Nel 1845 ulteriori informazioni prodotte dal Zuccagni-Orlandini12 rendono noto che a Scigliano si tengono alcune fiere ne corso dell’anno. La prima il 3 maggio, la seconda, nella seconda domenica di luglio e la terza il 28 settembre.
Altre note sulla storia di questa grande e antica Città arrivarono pochi decenni dopo dall’Abate Vincenzo D’Avino13 quando secondo l’autore la ragguardevole Citta di Scigliano come riportato dal Pacichelli “fece acquisto del regio demanio(5), e fiori a tal segno, che nel secolo XVII vi ebbe un’accademia e la tipografia(6), come vi ha adesso l’erudito foglio periodico, Il Pitagora. Seguono nel 1852 le informazioni di De Luca e Mastriani14 e quelle dell’Amato Amati del 1868 che fa leva sui dati relativi al censimento del 1861 e che in alcuni suoi brevi passaggi così ricorda: “Scigliano ha una superficie di 991 ettari. La sua popolazione di fatto, secondo il censimento del 1861, contava abitanti 3.272 (maschi l.580, femmine 1.692); quella di diritto era di 3.376. La sua guardia nazionale consta di tre compagnie con 300 militi attivi. Gli elettori amministrativi nel 1865 erano 925, e 137 i politici, inscritti nel collegio di Rogliano. L’ufficio postale è a Carpenzano: ha pretura di mandamento, delegazione di pubblica sicurezza, stazione di R. carabinieri, ufficio del registro e bollo. Nella circoscrizione ecclesiastica appartiene alla diocesi di Nicastro. […] Nel medioevo vi esercitarono dominio i Gennaro ed i Firme: ma per poco tempo, che il comune la sollecito a riscattarsi. Quivi ebbero i natali alcuni uomini illustri, fra i quali ricordiamo il medico Girolamo della Pira”15.
La Scigliano contemporanea, il cui territorio è fertilissimo, erede dell’antica Città, sulle cui origini ancora permangono alcuni dubbi, collocata nell’area cosentina, con un territorio costituito da numerosi villaggi, che come scrive F.A. Accattatis, nella sua Storia di Scigliano ha gravitato tra il demanio di Cosenza e i suoi casali e lo stato feudale dei Conti di Martirano, in quell’epoca importante sede vescovile, si trova in un gradevole contesto ambientale di macchia mediterranea sul litorale destro del Savuto, che l’attraversa insieme al Bisirico, alle pendici della Sila, ad un’altezza di 659 m sul livello del mare e una variazione altimetrica compresa tra 183 e 1284m, confinante con i Comuni di Altilia, Carpanzano, Colosimi, Pedivigliano tutti della Provincia di Cosenza. La sua attuale popolazione residente secondo alcuni ultimi dati demografici risulta di 1.240 (M 612, F 628), distribuiti su una superficie d 17,29 Kmq e una densità per Kmq di 71,7 abitanti, denominati Sciglianesi. Il Comune fa parte della Comunità Montana del Savuto, Regione Agraria n. 6 – Sila Piccola Cosentina. Dopo essere stata in possesso di tanti villaggi, le frazioni e le contrade odierne si riassumono rispettivamente in: Calvisi (capoluogo), Agrifoglio, Celsita, Cupani, Diano, Lupia, Porticelle, Serra/Petrisi, Traversa; contrade: Casino Rizzo, San Giovanni, Sant’Agostino, Tasso, Vallescura.
La sua economia rimane fedele alla fertilità del suo territorio e alle sue risorse quindi prevalentemente legata all’agricoltura dove con particolare cura alcune antiche produzioni come: grani, legumi, frutti, vini, castagne, lini, gelso, sul quale negli ultimi anni si è investito con maggiore forza nella sua coltivazione, ed erbaggi sono state sostituite con piantagioni moderne di frumento, fichi, varie qualità di frutta, olive, uve da vino ed ortaggi in genere dai quali se ne ricava un’apprezzabile rendita. Presenti anche alcune forme di artigianato legate alla trasformazione di prodotti provenienti dalla zootecnia, la quale dispone di pochi pascoli, mentre resiste ancora, se pure in misura ridotta, l’artigianato delle pelli e della produzione di pettini in legno propria del luogo mantenendo la tradizione in un settore che in passato ha visto Scigliano come prosperoso centro di attività artigianali e commerciali, tanto che era facile secondo quanto ci tramanda la tradizione orale chiamare gli abitanti del luogo con il nomignolo di pellari o pettinari.
La maggior parte del patrimonio monumentale sciglianese è dovuto alla presenza dei numerosi edifici religiosi, ma non mancano anche alcuni elementi di grande fascino, oltre ai ruderi del castello, come ad esempio il cosiddetto Ponte di Annibale, dichiarato monumento nazionale, di età romana, la cui tradizione vuole si stato percorso da Annibale e la cui realizzazione ci riporta al 131 a.C. Il ponte fa bella mostra si sè sul fiume Savuto in prossimità dei Comuni di Scigliano e Altilia, sul vecchio percorso della via Popilia-Annia che partendo da Capua si snodava nel nostro territorio passando per Cosenza e Scigliano e terminava a Reggio Calabria. Un altro monumento presente nella località di Porticelle commemora la presenza di Giuseppe Garibaldi a Scigliano in occasione della sua impresa. Inoltre si osserva come a Scigliano circa il suo patrimonio abitativo molti edifici possiedono un loro aspetto gentilizio.
Relativamente alle chiese considerato il gran numero non entro nel merito della loro descrizione ma mi limito solo alla loro enumerazione con qualche nota di commento. Tra queste troviamo: la Chiesa parrocchiale di San Nicola di Bari, nella quale si conserva un busto ligneo del Santo, opera d’arte del Seicento oltre che alcuni paramenti sacri in seta dello stesso periodo; la Chiesa Parrocchiale dell’Assunta, dalla seicentesca facciata in pietra (1626), con al suo interno alcune pregiate opere trasferite dall’abbazia di Corazzo, la chiesa di San Francesco di Assisi, XV secolo, dove al suo interno si trova la statua in marmo della Madonna della Neve opera del XVI secolo, la Chiesa dell’Annunziata che custodisce altari architettonici seicenteschi ed un calice argenteo del settecento, il Santuario di Santa Maria di Monserrato nella quale sono custoditi alcuni frammenti sacri di San Giustino e altre importanti opera d’arte, la Chiesa di San Michele Arcangelo in località Petrisi nella quale si conserva un dipinto con la effige di San Gerardo, la Chiesa della Madonna delle Timpe così denominata per essere collocata tra le rocce, presente nella frazione di Diano, la Chiesa di San Rocco costruita per devozione in occasione della diffusione della peste sempre nella frazione di Diano, ma della quale non sono rimaste tracce, la piccola chiesetta di Sant’Angelo nei pressi del Ponte di Annibale, Chiesa del Carmine, prossima alle frazioni di Cupani e Petrisi, Chiesa Ministeriale di Cupani e i Conventi dei Cappuccini e degli Osservanti di San Francesco. Sulle chiese per maggiori ragguagli si può consultare Gustavo Valente e il sito web riportati nella nota a margine16.
Scigliano fu anche patria di tante figure celebri. A riguardo ecco quanti ne ricordava Gustavo Valente nel suo Dizionario dei luoghi della Calabria: “Francesco Antonio Accattatis, storico –autore di molte opere- (1686-1765), Giuseppe Accattatis, storico (1730-1804), Gaetano Adamo, matematico (sec. XIX), Cornelio Aiello, scrittore sacro (sec. XVII), Filippo Caligiuri, scrittore (1722-1807), Gabriele Caligiuri, pittore (sec. XVIIIXIX), Alfonso de Guzzis, giornalista (sec. XIX-XX)), Fedele Maria de Guzzis, letterato e giornalista (1824-1886), Lucantonio Folino, poliglotta (1680-1730), Francesco Franchini, poeta (1550-1559), Giovan Battista Gabriele, scrittore di medicina (sec. XIX), Aurelio Gauderini, erudito (sec. XV), Lorenzo Gauderini, letterato (sec. XV), Giovanni Valentino Gentile, (sec. XVI), Rosario Gualtieri, scrittore (1744-1821), Gregorio Lamanna, economista (1754-1810), Girolamo Le Pera, scrittore (sec. XVII), Lorenzo Mirabelli, scrittore sec. XVII), Roberto Mirabelli, teologo (sec. XVII), Gregorio Misarti, letterato (sec. XIX), Antonio Pompeiano, scrittore (sec. XVII), Ottavio Ranieri, latinista; Gabriele Rocca, poeta (1883-1958)”17. Mi permetto di aggiungere una breve nota circa le molte opere scritte da Francesco Antonio Accattatis e riguardo a Giovanni Valentino Gentile, che era un uomo che nel suo agire guardava sempre al lato concreto delle cose, ed ancora si vuole ricordare il pediatra Carmelo Gabriele e Luigi Accattatis figura di spicco nel campo del dialettologia calabrese. Suo il vocabolario dei termini dialettali della Regione.
di Franco Emilio Carlino
PER CHI VOLESSE LEGGERE O RILEGGERE LA PRIMA PARTE: https://www.ilreventino.it/scigliano-note-storiche-di-diversi-autori-sullantica-sturni-poi-citta-regia-prima-parte/
Bibliografia
7 Mansionari: Ecclesiastici che godono di un beneficio minore.
8 Abate Francesco SACCO, Dizionario Geografico-Istorico-Fisico del Regno di Napoli…, Tomo III, Presso Vincenzo Flauto, Napoli MDCCXCVI, pp. 397, 398.
9 Giuseppe Maria ALFANO, Istorica descrizione del regno di Napoli, presso Vincenzo Manfredi, Napoli MDCCXCVIII, p. 89; Cfr. Giuseppe Maria Alfano, Istorica descrizione del regno di Napoli, dai Torchi di Raffaele Miranda, Napoli 1823, pp. 177-178.
10 Lorenzo GIUSTINIANI, Dizionario ragionato del Regno di Napoli, Tomo VIII, Napoli 1805, pp. 365, 366. [(10) De antiqu. Et. sit. Calabr. col. 183.B].
11 Cfr. Luca COVINO, Governare il feudo. Quadri territoriali, amministrazione, giustizia Calabria Citra (1650-1800): Quadri territoriali, amministrazione, giustizia Calabria Citra (1650-1800), Franco Angeli, 2013, p. 47. [(34). BNN, P. Di Simone, Topografia politica del Regno di Napoli, tomo II, 91r-122r, ms. XII-D-59].
12 Cfr. ZUCCAGNI-ORLANDINI, Corografia Fisica, Storica e Statistica Dell’Italia e delle sue Isole, supplemento al Volume Undecimo, Presso gli Editori, Firenze 1845, pp. 537, 536, 537.
13 Vincenzo D’AVINO, Cenni storici sulle chiese arcivescovili, vescovili e prelatizie (nullius) nel Regno delle Due Sicilie, raccolti, annotati, scritti per l’Abate Vincenzo D’Avino, Dalle Stampe di Ranucci, Napoli 1848, p. 469. [(5) Pacichelli, part. 2, pag. 28; (6) Capialbi, Memorie sulle tipografie di Calabria].
14 Cfr. Ferdinando DE LUCA, Raffaele MASTRIANI (a cura), Dizionario corografico universale dell’Italia, Volume Quarto, Parte Prima, Reame di Napoli Stabilimento di Civelli Giuseppe e Comp., Milano 1852, p. 867.
15 Amato AMATI, Dizionario corografico dell’Italia, volume 7, Francesco Vallardi Tipografo Editore, Milano, 1868, p. 399
16 Cfr. G. VALENTE, Dizionario dei Luoghi della Calabria, Volume 2, M-Z, Edizioni FRAMA’S, Chiaravalle Centrale (CZ), 1973, p. 997; Cfr.
http://www.bb-ilborgo.com/chiese-e-monumenti.
17 G. VALENTE, Dizionario dei Luoghi della Calabria, Volume 2, M-Z, Edizioni FRAMA’S, Chiaravalle Centrale (CZ), 1973, p. 998