Una tradizione orale centenaria o forse ultra centenaria…”A Farsa Mottese” di Motta Santa Lucia, è preziosa memoria storica della tradizione popolare da conservare gelosamente e custodire a favore dei posteri. Fra l’altro il 2025 ha segnato la ripartenza, dopo la pandemia, del più classico degli spettacoli invernali che ha la particolarità tra i testi popolari, di essere recitato solo da uomini che interpretano anche i ruoli femminili tra battute esilaranti e ricche di doppi sensi.
La rappresentazione che celebra il grasso e ingordo Carnevale che s’ingozza di carni di maiale di tutti i tipi, appunto levate in aria e infilzate su uno spiedo come vessillo dell’opulenza e dell’abbondanza che, presto, si ridurrà in cenere e, tra i pianti dirotti delle sorelle, lascerà spazio alla parca Quaresima, è andata in scena domenica scorsa nelle piazze Sotto Tenente e Castello, del piccolo borgo del Savuto con due spettacoli messi in scena a distanza di qualche ora.



Prima della secolare messa in scena carnascialesca è stata particolarmente simpatica, nella giornata di sabato, la sfilata dei bimbi che, dopo l’arrivo in piazza, hanno ricevuto una bella sorpresa da parte dei ragazzi argentini, veramente bravi e estremamente partecipi alle attività sociali, alcuni di loro residenti a Motta e altri già stati a Motta per attività interculturali e tornati poiché molto legati al paese. Insieme all’associazione culturale “Motta tra passato e presente”, infatti, hanno animato la manifestazione con una serie di giochi e fatto dei regali ai bimbi, rendendo ancora più festoso il clima già euforico del carnevale.
Tornando più nello specifico all’edizione 2025 della Farsa, l’allestimento della ripartenza, ha messo a confronto, volutamente, proprio per far capire che lo spettacolo appartiene a tutti, le generazioni; i grandi e i piccini, evidenziando il gap generazionale tra i protagonisti. La mamma del Carnevale è stata interpretata, infatti, da Renzo Ambrosio che compirà 90 anni tra un mese, mentre, di contro, il più giovane attore del gruppo, Gabriel Maletta – ‘U piccirillu – ha appena 10 anni, compiuti fra l’altro proprio in questo mese di febbraio.
E sempre a proposito di generazioni, un’altra citazione merita, sicuramente, il personaggio d’”U crivaru”, a proposito del quale c’è stato un vero e proprio passaggio di consegne familiare tra nonno Mario De Rose e suo nipote Alessandro Gasparro che ne ha preso il posto e perpetra questo simpatico ruolo. Così come storica è anche l’appartenenza (ormai inside) del personaggio principale, ovvero Carnevale, a Mario Marchio cui è ormai impossibile sottrarre il ruolo suo quasi per diritto di appartenenza.
Per la cronaca sia la sfilata dei bimbi che la Farsa sono state organizzate su input dell’amministrazione comunale. In particolare, però, la Farsa è stata organizzata dalla Pro Loco di Motta Santa Lucia, mentre la succitata associazione Motta tra passato e presente si è occupata della sfilata dei piccoli. Le immagini gentilmente concesse al nostro giornale, invece, sono state scattate dal fotografo Antonio Pagnotta.
Qui tutti i protagonisti della commedia:
Attori/personaggi farsa: Mario Marchio in “Carnevale”; Andrea Francesco Barletta in “Pulcinella”; Alessandro Barletta in “la fimmina prena” e “la prima sorella”; Francesco Pagliaro, Mario Costanzo e Vittorio Secconi in “i Medici”; Francesco Egeo in “Mariola” e “Tiresa”; Lorenzo Perrone in “il Capitano”; Davide Pio Gallo, Raffaele Secconi e Donato Egeo in “i soldati”; Stefano Sirianni in “u pecuraru”; Valerio Aiello in “a zingara”; Gianfranco Pallone in “u varrilaru”; Gabriel Maletta in “u piccirillu”; Saverio Costanzo in “u merciarualu”; Giuseppe Ambrosio in “u varviari”; Christian Barletta in “u pettinaru”; Filippo Rende in “u pignataru”; Manuel Burgo in “u frissuraru”; Alessandro Gasparro in “u crivaru”; Antonio Silvagni in “u scartellatu”; Antonio Godino in “u sanpaulanu”; Alessio Bello in “massaru Giuanni”; Fiore Sarcone in “u stimature”; Mario Silvagni in “Coraisima” (la quaresima); Lucio Bevacqua in “u vaccaru”; Renzo Ambrosio in “la mamma di carnevale”; Alessandro Bello in “la moglie di carnevale”; Francesco Joan Burgo in “la seconda sorella”; Antonio Ambrosio in “u cognatu”; Vincenzo Pagliaro in “il notaio”; Gennaro Bevacqua in “la morte”.