Sopra un’alunna canta il brano finale della rappresentazione e, a fianco, la locandina dell’evento
Manca ormai pochissimo alla partenza per Marzabotto dove gli alunni dell’IC “Rodari” di Soveria Mannelli si recheranno a fine aprile per rappresentare lo spettacolo intitolato «Gocce di Memoria» e dedicato all’eccidio di Monte Sole dove la famiglia Zebri venne trucidata.
IlReventino.it ha incontrato l’autore e regista dell’originale teatrale che sarà portato in scena in Emilia Romagna, professore Corrado Plastino, l’altra regista dello spettacolo, professoressa Cinzia Fiorenza e la dirigente, dott.ssa Teresa Pullia, che, appena giunta a Soveria Mannelli, è stata investita dell’incombenza di far recitare i ragazzi nei luoghi della strage.

“Il progetto teatro di quest’anno – ha spiegato Plastino, autore della pièce – è nato di fatto l’anno scorso quando Alessandro Borghi, presidente ANPI di Marzabotto è venuto a Decollatura per realizzare il gemellaggio con l’associazione del Reventino. Infatti, quando ha saputo che avremmo rappresentato la storia di Bruna Zebri, una delle tante ragazze uccise a Monte Sole nell’eccidio, ha detto: voi il prossimo anno verrete a rappresentarla a Marzabotto. E così è stato”.

“Diciamo che la collaborazione con Marzabotto dura da qualche anno anche a livello scolastico non solo di ANPI. Infatti già in passato siamo andati a rappresentare un nostro spettacolo lì (Le stelle dell’Orsa storia dei fratelli Cervi ndr) e ciò ha fatto da apripista”.
Le interviste de ilReventino.it ai due registi e alla dirigente dell’istituto
Il professore Plastino ha descritto in breve, senza scoprire troppo le carte del nuovo copione, la sceneggiatura. “Bruna Zebri era una ragazza, una delle tante, uccise dai tedeschi. La particolarità era rappresentata dall’essere incinta. Fu fatto scempio suo e della sua creatura. Così noi in scena avremo due Bruna: una delle due non accetta di essere morta insieme al bambino e se ne rende conto progressivamente e quindi reciterà in mezzo al pubblico e l’altra che sarà sul palco”.


Sul titolo della rappresentazione: “Gocce di memoria nasce dall’omaggio ad alcune creazioni dei ragazzi di Marzabotto che, per ricordare questa tristissima pagina, realizzano queste gocce in gesso o in plastica, appunto per mantenere viva la memoria”.
La preside dell’istituto ha raccontato il singolare parallelismo del suo arrivo a Soveria Mannelli e Marzabotto. “Appena sono arrivata la prima cosa che mi hanno chiesto è stata di organizzare il viaggio. Strana questa coincidenza visto che neanche a farlo apposta, io, proveniente dall’Emilia Romagna, ricevevo un invito per tornare in quella terra per una cosa così importante. Ho pensato che non fosse casuale tutto ciò e così mi sono impegnata e, finalmente, dopo tre anni siamo riusciti a concretizzare questo progetto”.

Altra preziosa regista, insieme a Plastino e anche coordinatrice dei giovanissimi attori è la professoressa Cinzia Fiorenza che ha spiegato il rapporto dei ragazzi col teatro. “È un approccio che avviene fin dall’inizio del progetto. Viene loro prospettato il progetto e la storia scelta. Quindi vengono assegnate le parti e ognuno sa perfettamente cosa deve fare sul palco; noi non interveniamo mai neanche per un cambio scena. Sono loro che si muovono in totale autonomia”.
La Fiorenza ha, infine, sottolineato l’aspetto didattico del progetto teatro. “Lavorare su questo progetto permette ai ragazzi non di studiare, bensì di vivere la storia sulla propria persona; calarsi nel personaggio significa immedesimarsi nelle vicende che lo vedono coinvolto. Ciò contribuisce a far apprendere in modo diverso le vicende storiche che si vanno ad argomentare, anche perché non si tratta di storie locali, bensì di storie che riguardano eventi importanti dell’Italia”.
Qui sotto la lapide che ricorda i martiri dell’eccidio di Marzabotto e alcuni momenti delle prove