Orizzonti verticali (Grafiché) è un’opera dal titolo ossimorico come ossimorico potrebbe essere definito l’animo stesso dell’autore Tonino Spena, una persona felicemente nostalgica e serenamente inquieta; caratteristiche che emergono dalle pagine di questo ultimo lavoro.
Orizzonti verticali è composto da una serie di diapositive dal passato, intrise di nostalgia e che narrano il trascorrere delle stagioni della vita, come un viaggio andata e ritorno nel tempo con il passato che si nutre nel presente e viceversa.
“La lettura è una immortalità all’indietro”, sosteneva Umberto Eco. Tonino Spena fa sua questa massima riuscendo a far vivere la sua gioventù di paese anche al lettore più profano di certe dinamiche e atmosfere.
Da una prosa a una poesia, da un aforisma a un pensiero fulmineo, agile il narratore racconta i suoi giorni, tutti i corpi che ha vestito e i suoi luoghi che, concentrati nel piccolo quartiere di Bella di Lamezia Terme, possono trasformarsi e assurgere a metafora di ogni luogo rurale, di ogni borgo, luoghi dell’anima cui Spena intima con decisa placidità di stare ben lontano dai bagliori della città, dall’emulazione, dal sembrare qualcos’altro. L’obiettivo – e l’augurio – è non vendersi mai, preservare la propria autenticità.
Con una scrittura fresca e delicata, Orizzonti verticali risulta un libro godibilissimo, una di quelle opere da leggere con lentezza.
Antonio Pagliuso