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Home » Onoriamo i migranti morti nel mare di Cutro in questa “Europa amore e rabbia”

Onoriamo i migranti morti nel mare di Cutro in questa “Europa amore e rabbia”

Dalla rubrica: Lettere a Tito n. 455 (Fonte autorizzata: CostaJonicaWeb.it – news Sicilia e Calabria)

Domenico Lanciano di Domenico Lanciano
5 Marzo 2023
in OPINIONI
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Onoriamo i migranti morti nel mare di Cutro in questa “Europa amore e rabbia”
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Caro Tito, da cittadino calabrese, italiano ed europeo, sono grato al nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per essersi recato a Crotone a rendere omaggio ai migranti morti nel mare di Cutro (nell’immane naufragio della notte tra sabato 25 e domenica 26 febbraio 2023), per confortare i loro familiari e per incoraggiare i superstiti. Mattarella era però da solo. In tale vicinanza, anche simbolica, è finora mancata l’Europa. Che io sappia dai mass-media, nessun rappresentante dell’Europa è arrivato a Crotone in forma ufficiale. Ed è emblematico. L’Europa che è motivo di aspirazione, di amore e di speranza (specialmente per chi tenta di approdare sulle nostre coste per un avvenire migliore) è anche motivo di rabbia (pure perché non riesce a vivere e concretizzare con onore i suoi ideali umanistici millenari, se ancora ci sono).

1 – MORTI CHE POTEVANO ESSERE EVITATE

Si parla di morti che potevano essere evitate, come in tanti altri eventi migratori in questo “cimitero Mediterraneo”. Così come si parla di migliaia di morti che avrebbero potuto essere evitate nei primi mesi della pandemia di Covid del 2020, specialmente nella Bergamasca (che io ricordi dai telegiornali, allora furono gli industriali a non volere la chiusura in zona rossa di quel territorio zeppo di fabbriche e di profitti). Se ne sta occupando la Magistratura, così come pure a Crotone per tale gravissimo naufragio che non porta certo onore all’Italia e all’Europa. E, oltre al danno la beffa, perché in entrambi i casi nessun politico-amministratore si è dimesso (finora) dal suo posto di comando e di responsabilità. Manca pure l’onestà e la dignità, a quanto pare (ma forse questo lo sapevamo già). E, purtroppo, ciò contribuisce ad avere sempre meno fiducia nelle Istituzioni e in talune parti sociali. A gran voce la gente, a Crotone come a Bergamo, chiede verità, giustizia e dignità alle massime Istituzioni dello Stato. Vedremo se la politica riuscirà ancora una volta ad insabbiare e a vanificare le inchieste giudiziarie o ad accomodarle con i soliti raggiri politici.

Personalmente mi sento meno sicuro. Infatti, ho riflettuto come uno Stato come quello italiano abbia permesso (senza scortarlo) di fare avvicinare alle nostre coste un natante che, invece di migranti, avrebbe potuto essere, teoricamente, pieno di terroristi. Il buon senso suggerirebbe di seguire da vicino e controllare un qualsiasi natante non identificato che entra nelle nostre acque territoriali, senza darlo per scontato. Non capisco molto di queste cose, però immagino che, proprio per motivi di sicurezza loro e nostro, le persone in avvicinamento ai nostri confini (marittimi o terrestri) dovrebbero essere allontanati o accompagnati fino all’approdo, così come succede nello spazio aereo.

Adesso allo Stato italiano (cioè alle nostre tasche) tale situazione costa centomila, un milione di volte di più che non aver salvato quelle persone in difficoltà. Parliamo di “persone” con i propri affetti, le proprie storie che avrebbero potuto essere nostri figli, fratelli, genitori degni di contribuire alla Storia d’Europa. A riguardo, per logica, dovrebbe – mi pare –  intervenire persino la Corte dei Conti!… Così come nella terribile tragedia ferroviaria di Larissa in Grecia. Urge uno scossone di coscienza e di umanità!… O forse di semplice professionalità, più probabilmente di corresponsabilità anche politica. Mi pongo tanti interrogativi, tutti legittimi, come qualsiasi uomo della strada, che poi però va a votare.

2 – LA COMMOSSA PARTECIPAZIONE DELLA CALABRIA

A me, che vivo esule in Molise, giungono continuamente testimonianze di partecipazione delle nostre popolazioni calabresi all’immenso dolore collettivo che condividiamo per questo immane naufragio jonico di Cutro. Ad esempio, uno stimatissimo amico è riuscito ad organizzare una delegazione del suo paese per partecipare a Crotone per l’omaggio alle vittime al Palasport Milone e per il conforto di sopravvissuti e familiari. Inoltre, Antonio Laganà, noto cantautore di Badolato Marina, mi ha inviato una sua canzone, già pubblicata l’undici maggio 2013, intitolata << NON SOLO NUMERI (i migranti del mare) >> con l’amaro commento “2013-2023 non è cambiato niente”. Come dargli torto?! Troppe troppe stragi in mare, forse per volontà strategica forse per trascuratezza. Tutte, comunque, inammissibili e perfide. Te ne trascrivo il link << https://www.youtube.com/watch?v=AxL0nxhzyL0 >>. Una canzone da diffondere il più possibile!…

Caro Tito, cerca di ascoltare bene pure le parole di questa canzone di Antonio Laganà che dura 3 minuti e 35 secondi e che ricorda le due canzoni del 1998 (parole mie e musica di Claudio Sambiase) realizzate per dare il benvenuto ai migranti e ai rifugiati (prevalentemente Curdi) approdati sulle nostre coste joniche con la nave Ararat il 27 dicembre 1999 e che, in gran parte, hanno trovato accoglienza e casa nell’antico borgo di Badolato. “Fratelli del mare” la prima e “Angelina di Badolato” l’altra, dedicata alla bambina curda nata all’ospedale di Soverato alle ore 11 circa di giovedì 22 gennaio 1998, appena 20 giorni dopo lo sbarco. Altri tempi, altro spirito umanitario, altra dignità sociale e persino europea!… Badolato divenne modello e prototipo di accoglienza in tutta Europa! Puoi leggere (storia, testo letterario e anche lo spartito musicale) alle pagine 84 – 89 nel primo volume del “Libro-Monumento per i miei Genitori” sia in cartaceo che in web al seguente link << https://www.costajonicaweb.it/wp-content/gallery/lancianovolumi/1.pdf >>.

Ho saputo dai giornali ma pure da alcune telefonate che parecchi Comuni calabresi hanno dato la disponibilità ad accogliere nei loro cimiteri le salme dei naufraghi senza nome o che non sono state richieste da alcuno (per vari motivi non imputabili alla pietà familiare o nazionale). Mi ha commosso una signora di un paese vicino Cutro che si è detta disponibile ad ospitare nella sua cappella di famiglia tre salme. Tutto ciò, pur essendoci a Tarsia nel cosentino e adesso pure a Reggio Calabria un cimitero che dovrebbe essere riservato ai migranti naufraghi. La Calabria si distingue sempre per umanità ed accoglienza. E’ il nostro imprescindibile DNA … pure perché – è risaputo – saranno oltre quattromila anni che sulle nostre coste sbarcano migranti provenienti dall’Oriente e dal Sud del Mediterraneo in cerca di pace, benessere e libertà. Spero che le Istituzioni ne facciano memoria (come Biblioteca, Archivio, Museo).

La Calabria ha accolto tutti, tanto è che sono minoritari ormai i calabresi antichi e veraci, indigeni e nativi come i Lacini, a dirla con il filosofo Salvatore Mongiardo di Soverato. Pure constatando i cognomi o la fisionomia delle persone, la nostra Calabria è abitata da popolazioni provenienti da Nord e da Sud, da Est e da Ovest. La mia stessa famiglia, ad esempio, proviene dal nord Europa, tramite la sosta di qualche tempo in Abruzzo. Infatti, i Lanciano hanno prevalentemente capelli biondi e occhi azzurri, nonostante i molteplici incroci più prettamente mediterranei.

3 – MARTIRI DI CUTRO – PREGHIERA DI SALVATORE MONGIARDO

A proposito di Salvatore Mongiardo, in qualità di Scolarca della Nuova Scuola Pitagorica di Crotone, proprio da lui ho ricevuto stamattina (alle ore 10.03) una dolorosa preghiera che qui di sèguito trascrivo, pure come amorosa testimonianza dell’antico afflato che il nostro popolo ha verso tutti i sofferenti e, in particolare, verso chi cerca dignità e libertà. Nel corso della sua storia, a quanto pare, nessun’altra regione italiana o mediterranea, come quella calabrese, è riuscita ad accogliere tanti popoli fuggiaschi da ogni tipo di dittature, tiranni, calamità naturali e sociali. Forse non a torto qualche studioso afferma, nei suoi scritti, che la Calabria è Madre d’Italia e d’Europa. Ma anche “terra di passaggio” (quasi obbligato nelle rotte della salvezza e della libertà). Perciò, terra del mito e di antiche epopee. E, nonostante ciò, nonostante tali meriti storici (pure di civiltà fondativa) è incompresa e persino vituperata. Come faccio ormai da tanti anni, ciò che mi manda l’amico Mongiardo giro e diffondo, quasi sempre immediatamente, a tutti i miei contatti email e whatsapp, ma anche ai miei siti giornalistici web amici e di riferimento per l’auspicabile pubblicazione. Ma ecco il testo di tale odierna e accorata preghiera intitolata I MARTIRI DI CUTRO.

<< MARTIRI DI CUTRO – O tempo che tutto cancelli, nemmeno tu potrai cancellare il ricordo degli innocenti periti davanti alle coste della Magna Grecia. O tempo che tutto cancelli, nemmeno tu potrai cancellare il disonore dei regimi politici e religiosi che hanno creato e permesso tale strage. O Martiri di Cutro, noi Calabresi non siamo riusciti a tendervi la mano per aiutarvi a toccare la nostra terra e siamo ora piangenti davanti alle vostre bare. Eterna vivrà la vostra memoria e a Voi dedicheremo l’Osservatorio Etico Mondiale che la Nuova Scuola Pitagorica intende aprire a Crotone. Dalle vostre tombe spunterà l’albero di una nuova umanità >>.

4 – EUROPA AMORE E RABBIA

Caro Tito, a volte mi accorgo che queste nostre “Lettere” diventano un lungo treno nel racconto (a volte automaticamente o inavvertitamente) … un treno sulle cui carrozze far salire persone e personaggi, temi e argomenti … tutti tendenti, sempre più spesso, a lenìre il grande dolore del mondo o a promuovere un’etica attinente alla fratellanza e all’Armonia. Tra utopia e necessità. Adesso faccio salire su questo treno il cantautore Claudio Sambiase (Zagarise – CZ – 28 luglio 1949) il quale fin da ragazzo vive a Milano per lavoro. Quando d’estate scende in Calabria, è solito passare le vacanze al mare di Sellia, a pochi chilometri dal luogo della ormai cosiddetta “Strage di Cutro” in pieno Marchesato, luogo che ci ricorda pure altre vittime, altri martiri della prepotenza politico-mafio-economica, come nelle lotte contadine degli anni quaranta e cinquanta del secolo scorso.

Nella telefonata di oggi pomeriggio (ore 15.16 per 5 minuti e 12 secondi) a Claudio Sambiase (con il quale nel luglio 1987 ho realizzato la raccolta musicale “Badolato paese in vendita” in MC) ho proposto di fare un disco (CD o DVD) intitolato proprio “Europa amore e rabbia” per esortare l’Europa ad essere accogliente e non provocare più i naufragi che stanno rendendo doloroso cimitero d’acqua il mare Mediterraneo. Spinto emotivamente ma anche razionalmente proprio dalla sciagura nel mare di Cutro, così come dai precedenti naufragi, ritengo sia necessario dimostrare all’Europa quanto possa essere “assassina” e contribuire a metterla dinanzi alle proprie responsabilità umane e storiche.

.

Negli anni ottanta Claudio aveva inciso la canzone “Calabria amore e rabbia” poi trasformatasi, con il mio intervento al testo letterario, in “Italia amore e rabbia” (dove si cita il verso profetico “Da Trieste a Lampedusa che vergogna, nessuna scusa” ma anche, e siamo nel 1987 … “L’Italia di Berlusconi, di Goria, le Istituzioni” e “Chiese, clan, miti e tribù e i dispersi delle TV”). Insomma, bisognerebbe interrompere il filo rosso di sangue che macchia indelebilmente il mondo, in particolare l’Europa.

5 – PER NON DIMENTICARE

Caro Tito, ricordi Margherita Lao? … l’autrice del romanzo “Il mare di Marsiglia” che abbiamo pubblicato in qualcuna di queste Lettere (anche in occasione del recente 27 gennaio 2023 giornata della memoria), incentrato sui lager nazisti e, in particolare, sull’uso straziante e sperimentale che il regime dittatoriale e razzista di Hitler ha fatto dei disabili e specialmente dei bambini. Qualche ora fa (alle ore 18.58) questa giovane scrittrice mi ha inviato un suo video, appena terminato di montare con propri disegni colorati, intitolato “Per non dimenticare”.  Questi 6 minuti e 39 secondi sono dedicati a tutti coloro che sono morti nei campi di sterminio nazisti, in particolare ai bambini (in gran parte ebrei) seviziati e uccisi in quella folle e criminale tirannìa hitleriana che poi, con la seconda guerra mondiale, un’alleanza di nazioni ha stoppato … anche se si teme da più parti che qualche rigurgito possa essersi tramutato nell’odio verso i migranti. Ed ecco perciò i tragici risultati. Ci sarebbe da riflettere su tali rigurgiti razzisti che puzzano di nazi-fascismo.

Tale breve video è davvero assai commovente e ci fa riflettere anche sui bambini morti nel naufragio di Cutro, cui idealmente lo dedichiamo … sempre per non dimenticare e affinché non avvengano più tali crimini contro l’Umanità. Ecco il link << https://www.youtube.com/watch?v=PcKCnQkFlgE >>  (“Per non dimenticare” di Margherita Lao).

Di poco passate le ore 21 poi, un’anziana amica della Locride mi ha inviato l’augurio della “Dolce notte” con la foto di una bambina che dorme soavemente. Immediatamente ho inviato tale immagine ai miei consueti contatti per la “Buona notte” con la didascalia “Questa immagine dedichiamo a tutti i bambini morti nel naufragio di Cutro”. E, quindi, ho pensato bene di abbinare pure il video “Per non dimenticare” appena avuto da Margherita Lao. E’ stato un abbinamento “esplosivo” di emozioni e di tristezza, come ho potuto constatare dai commenti che i miei destinatari mi hanno fatto. Speriamo che possa produrre buoni effetti ed affetti la sensibilizzazione che facciamo. Qualcuno ha voluto precisare che stiamo abdicando alla nostra umanità, esortando a “ridiventare umani”. E forse è quasi sicuramente qui la chiave di ogni discorso: non abdicare alla nostra umanità, alla nostra intelligenza, alla nostra lungimiranza, all’amore e all’Armonia!!!

6 – SALUTISSIMI

Caro Tito, con questo augurio di “restare umani” (come ci ha esortato un altro martire, Vittorio Annigoni, specialmente a proposito della questione palestinese) oppure di “tornare ad essere umani” (come è urgente e necessario più in generale) concludo questa dolorosa “Lettera n. 455” in onore delle vittime della cosiddetta “Strage di Cutro”. Ma, al di là degli auspici e degli auguri, dobbiamo guardare in faccia la realtà per quella che è adesso. E la realtà è assai preoccupante, dal momento che da qualche anno si sta combattendo una “guerra ibrida” ma non meno devastante di quella in armi che pure è terrificante con tante altre decine, centinaia di migliaia di morti e di distruzioni genocide. Di nazioni rase al suolo.

Ritengo che la situazione attuale tenda ad esigere da ognuno di noi un impegno aggiuntivo e straordinario pure perché i tempi che viviamo e che soffriamo sono tristemente straordinari, particolarmente delicati e difficili. Addirittura angoscianti, per certi versi. E chissà cosa ci riserverà in peggio il futuro. Intanto proviamo pure ad essere fiduciosi nel domani. E proprio domani 03 marzo 2023 compie 69 anni l’imprenditore edile Raffaele Ermocida (romano di Badolato) mio amico fin dai tempi dell’adolescenza. 69 è un numero molto importante ed evocativo per ognuno di noi, sia perché già trascorso e sia che se ne auspichi il raggiungimento anche simbolico. 69 è la porta verso i settanta, ovvero verso l’anzianità vera, quando non si scherza più. Auguri, Raffaele! … Per la pubblicazione di questa lettera grazie a te, caro Tito, che questo emblematico e celebrato 69 devi ancora raggiungere e conquistare bene bene! Alla prossima!

di Domenico Lanciano

ITER-City, giovedì 02 febbraio 2023 ore 22.47 – Da oltre 55 anni (dal settembre 1967) il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto”. Le foto sono state prese dal web.

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Domenico Lanciano

Domenico Lanciano

È nato nel casello ferroviario di Cardàra, una contrada rurale di Badolato di Calabria, il 4 marzo 1950. Figlio di operai e di contadini, si ritiene contadino e coltivatore diretto del pensiero e della parola che prevalentemente esprime tramite “Lettere” alla maniera degli emigrati. È convinto che la “lettera” è alla portata di tutti e che non comporta ambizioni o particolari stili letterari né giornalistici ma semplicemente l’umile atto del comunicare e di far circolare gli affetti e le idee. Nel 1986 ha lanciato la vicenda di “Badolato paese in vendita” per contrastare lo spopolamento e la morte del borgo antico, prototipo e simbolo di decine di migliaia di borghi in disfacimento in tutta Europa e di milioni di comunità desertificate dalla globalizzazione in tutto il mondo, dove le città scoppiano e i paesi muoiono e invocano equilibrio. Ostracizzato a motivo di questo suo lungimirante attivismo, dal primo novembre 1988 vive in esilio in Molise.

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