È visitabile fino al 28 luglio “Visioni civiche. L’arte restituita”, la straordinaria mostra di opere d’arte confiscate alla criminalità allestita al Museo Archeologico Lametino – piazzetta San Domenico, all’interno del Complesso monumentale di San Domenico, Lamezia Terme Nicastro.
Promossa dalla Fondazione Trame, in collaborazione con l’Associazione culturale MetaMorfosi, con Agenzia dei Beni Confiscati, Direzione Regionale Musei Calabria – Ministero della Cultura, Città Metropolitana di Reggio Calabria, con il sostegno di Fondazione Cassa Depositi e Prestiti – Ecosistemi Culturali e a cura del professor Lorenzo Canova, la mostra è stata inaugurata durante la XIII edizione di Trame Festival.
Sono due le collezioni esposte nelle sale del Museo Archeologico Lametino: un primo nucleo proveniente dalla confisca a Gennaro Mokbel, investitore collegato alla Banda della Magliana, e un secondo, confiscato a Gioacchino Campolo, il cosiddetto Re dei videopoker, imprenditore contiguo a famiglie della ‘ndrangheta di Reggio Calabria.
Per la prima volta esposte pubblicamente dopo la confisca, le opere della raccolta Mokbel sono distinte da linguaggi moderni prossimi all’astrazione e alla ricerca della materia. La sezione vede opere di Cesare Berlingeri, artista di Cittanova operante a Taurianova, di Luca Dall’Olio, di Marco Lodola, esponente di rilievo della nuova arte italiana, di Max Marra, altro grande artista di origini calabresi, di Paolo Porelli, con le sue raffinate sculture in ceramica dai messaggi criptici, e tanti altri.
Propria di un gusto assai diffuso nella medio-borghesia italiana degli anni settanta e ottanta è invece la collezione Campolo.
![](https://www.ilreventino.it/wp-content/uploads/2024/07/museo-archeologico-lametino-mostra-visioni-civiche-larte-restituita-1.jpg)
Nella raccolta di beni artistici confiscati e ridonati alla comunità, spiccano opere di Pietro Annigoni, fra i maggiori artisti del Ventesimo secolo, Michele Cascella, noto paesaggista, assai presente con le sue tele nei salotti buoni della borghesia emergente dell’epoca, Nino Caffè, il pittore dei pretini, Franz Borghese, fra i protagonisti della pittura italiana del secondo Novecento, Ernesto Treccani, Bruno Cassinari e Giuseppe Migneco.
Un ruolo di rilievo nella mostra “Visioni civiche. L’arte restituita” guadagnano un piccolo olio su tela di Antonio Ligabue titolato La tigre e il serpente, con al centro una classica sfida fra animali, e una acquaforte di Giorgio de Chirico, Dualité (terza versione, Le Roi Magique), una variazione delle celebri Muse inquietanti.
![](https://www.ilreventino.it/wp-content/uploads/2024/07/museo-archeologico-lametino-mostra-visioni-civiche-larte-restituita-3.jpg)
A concludere la speciale mostra del Museo Archeologico Lametino, anche un falso, una tela non autentica di Giorgio Morandi, esempio paradossale di un grande malavitoso vittima di una truffa ordita da un piccolo criminale.