“Nei tratti di Psyche – dichiara il curatore Maria Rosaria Gallo, docente di Storia e Filosofia presso il Liceo – è un ciclo espositivo che attraverso la pittura indaga i processi di formazione identitaria dell’individuo in rapporto a regole, desideri, strutture interne ed esterne, alla luce dei perenni cambiamenti che l’attualità impone, intercettando i percorsi formativi degli studenti che coinvolgono questioni filosofiche, storiche e culturali. Con la mostra di Kristina Kurilionok ciò che va in scena è appunto il lato oscuro. E gli studenti del liceo, che grazie alla disponibilità dell’artista, dell’associazione Pramantha Arte e del Comune di Villorba sono coinvolti in tutte le fasi dell’organizzazione e della gestione dell’evento, si trovano a dover affrontare una duplice sfida: veicolare una mostra importante, ricorrendo alle loro conoscenze e competenze intellettuali; farlo in modalità virtuale, ricorrendo alle loro conoscenze e competenze tecniche”.
“Pittrice lituana – si legge nella presentazione – Kristina Kurilionok coniuga da sempre la sua ricerca pittorica all’indagine psicologica, attraverso un’intensa esplorazione di forme e colori che trovano nel corpo femminile – e spesso nell’autoritratto – l’espediente soggettivo delle sue opere. Il risultato che ci giunge è una pittura visionaria, simbolica e fisiognomica che colloca il lavoro dell’artista in quel lungo solco dell’arte figurativa occidentale che, dal ‘500 fino ai nostri giorni, si caratterizza come pittura dell’introspezione; quel profondo solco che a partire da Leonardo, Bosch, passando per Goya, fino a Bacon ha indissolubilmente legato la rappresentazione all’esplorazione dell’animo umano. La mostra Nei tratti di Psyche. Il lato oscuro è una selezione di opere che rende visibile questa linea di ricerca nella produzione dell’artista e intercetta uno dei temi più scottanti dell’attualità: gli effetti sociali e psicologici della paura sugli individui”.
“L’obiettivo di esporre i meandri tetri dell’animo, intrecciando la questione umana e quella naturale – si legge in una delle recensioni degli studenti che presentano la mostra -, viene raggiunto mediante la rappresentazione di situazioni metaforiche, che si riconducono ai temi più vari e indagano aspetti specifici della nostra percezione. I personaggi che vivono nelle tele, indifesi ed esposti di fronte agli occhi dell’osservatore, creano con lui una connessione che deriva dalla condivisione di un turbamento interiore, celato allo sguardo della comunità. Questa dimensione comunicante si traduce in un esperienza psicologica che conduce agli abissi di quella parte della nostra anima da cui tendiamo a distogliere il pensiero, costringendo invece ad analizzarla e a riconoscerla come propria”.
“Il mio percorso artistico – dichiara l’artista Kurilionok- è stato sempre caratterizzato da un approccio psicologico ed espressivo alla pratica pittorica. Il corpo femminile e le sue declinazioni posturali tradotte in figurazione hanno rappresentato nel mio lavoro il medium di un viaggio introspettivo, e un’indagine nelle metamorfosi dell’io (istanza psichica sempre in bilico tra attualità, reminiscenza e proiezione; desideri, memorie e sogni). La mia attuale permanenza nell’Italia meridionale, la continua scoperta della cultura italiana e mediterranea, il dibattito politico sulla necessità di ripensare il futuro scatenato dall’emergenza sanitaria mondiale per la pandemia, e il conseguente dibattito sulla condizione e il ruolo dell’arte oggi (accusata di essere asservita all’economia e all’intrattenimento e di aver perso – citando Alejandro Jodorowsky – il suo antico significato conoscitivo, salvifico e liberatorio), mi hanno condotto ad interrogare il senso, anche sociale, della mia pittura, a intraprendere nuove ricerche sul piano figurativo, ad osservare con nuovi occhi, a comparare le diverse suggestioni culturali che influenzano il mio immaginario. Questa mostra mi ha consentito di approcciare il mio lavoro illuminata dalle teorie di Carl Gustav Jung, soprattutto dalla sua opera l’uomo e i suoi simboli in cui l’artista è inteso – proprio come i sogni per gli individui – come un produttore di narrazioni simboliche che attinge dall’inconscio collettivo, e per questo strumento rivelatore dello spirito della propria epoca. Questo limita quell’esaltazione narcisistica-individualistica che molto spesso accompagna il mito della figura dell’artista e richiama alla mente le parole del pittore francese Jean Bazaine: nessuno può dipingere come vuole; tutto ciò che un pittore può fare è di voler perseguire, con tutte le sue forze, quel tipo di pittura di cui la sua epoca è capace.”
La mostra sarà inaugurata e gestita interamente online fino al prossimo 20 marzo 2021 attraverso la pagina Facebook @PramanthaArteteca la cui attività sarà divulgata sui canali degli enti coinvolti. Per info e prenotazioni scrivere a: [email protected].
Kristina (Krista) Kurilionok nasce a Vilnius nel 1983, conferisce la laurea in Pittura presso l’Accademia di belle arti di Vilnius. E’ membro dell’Associazione degli Artisti lituani dal 2011. Dal 2009 presenta una intensa attività espositiva di mostre personali e collettive nelle capitali baltiche ed a livello europeo, in gallerie, contest, festival e fiere internazionali (in Italia a Venezia, Torino, Lamezia Terme, Conflenti). Oggi le sue opere sono presenti nella collezione del MMo di Vilnius (Museo d’arte Moderna). Dal 2018 vive e lavora alternandosi tra Italia e Lituania.
La sua sensibilità artistica e il suo mondo pittorico sono caratterizzati da alcuni specifici elementi: l’utilizzo della pittura come processo creativo e auto- conoscitivo; una sensibilità femminile che sviluppa il tema dell’identità nell’ambito della relazione corpo-mente e la sua evoluzione nel corso dell’esistenza; l’analisi di rituali quotidiani come processi di metamorfosi psicologica; la pratica stessa della pittura come rituale; la centralità del corpo (femminile) nella raffigurazione.
La pittura di Kristina Kurilionok è un viaggio nella continua e quotidiana metamorfosi che l’esistenza produce nel soggetto umano. Il fulcro di questa metamorfosi è il corpo inteso come il luogo di accadimento di tutte le cose, allo stesso tempo attore e scena nel dramma dell’esistenza. Tutta la produzione di Kristina Kurilionok sviluppa proprio il tema della relazione soggetto-mondo-io intesa come continuo processo di percezione della realtà attraverso un corpo che cambia. Così l’artista è passata dall’analisi dei conflitti adolescenziali (2008-2012), ad una sempre più raffinata raffigurazione allegorica dell’elemento tragico della vita che mette in scena il disordine interiore dell’essere umano, costantemente impegnato in una lotta fisica e mentale contro sé stesso, per il mantenimento di un equilibrio (2012-2014), fino all’interrogazione dello stesso senso dell’arte attraverso l’analisi dell’immaginario simbolico collettivo (2014-2021).
Il risultato visivo è una pittura densa, spessa, stratificata, ricca e ansiosa; a volte cupa. Gli elementi della composizione diventano atmosfera di uno stato mentale e lo spazio pittorico diventa scena teatrale in cui le posture distorte delle figure, la luce giocata sui corpi e l’azione narrata dai gesti si traducono in una statica e perturbante tensione emotiva.