di Giovanni Petronio –
Da Borboruso, frazione del comune di Pedivigliano, a ridosso della galleria in costruzione, si è tenuto il collegamento in diretta televisiva all’interno del programma “Buongiorno Regione” in onda su Rai Tre Calabria, per evidenziare la drammatica situazione in cui versa la strada del Medio Savuto, costata già oltre 100 milioni di euro, quella che in gergo abbiamo imparato a conoscere come: la strada che non c’è. Viene logico da chiedersi se ci sarà mai!
L’arteria viaria aveva, ed ha, come scopo principale quello di collegare le aree interne della provincia di Catanzaro e Cosenza; non serve quindi a sostituire l’autostrada A3, ma, a rimpiazzare la vecchissima statale 19, inadeguata al moderno traffico e alle esigenze delle comunità che anelano alla sopravvivenza. La strada del Medio Savuto dovrebbe collegare la superstrada 280 di Marcellinara direttamente a Colosimi, quindi poi all’A3, con un notevole ridimensionamento degli attuali tempi di percorrenza. Da tempo le aree interne (si pensi a Carpanzano, Scigliano, Bianchi, Soveria Mannelli, Decollatura, San Pietro Apostolo), sono state completamente abbandonate e non più considerate come aree strategiche. Si pesi per esempio, solo a titolo esemplificativo, alla mancanza di collegamenti ferroviari tra Soveria Mannelli e Rogliano, a causa di alcune frane infatti dal 2009 il tragitto è “temporaneamente sospeso”. Il collegamento viene supportato su bus, in condizioni spesso precarie e pessime. Solo in due modi le comunità sperdute tra le montagne si “salvano”, o con le strade o con i treni! Noi in pratica, un altro poco, non abbiamo né una cosa né l’altra.
Il collegamento televisivo è avvenuto in prossimità di quella stessa galleria inaugurata venerdì 20 giugno 2014. Quel giorno venne rotto l’ultimo diaframma, alla presenza di autorità civili, religiose e militari, come l’ex commissario straordinario della Provincia Wanda Ferro, l’ex prefetto di Catanzaro Raffaele Cannizzaro, il vescovo di Lamezia Terme mons. Cantafora, gli amministratori locali della zona del Reventino e del Savuto e alcuni ingegneri del progetto. Due anni fa sembrò quasi che la strada potesse essere completata, che i lavori potessero proseguire, il tempo ha dimostrato il contrario.
Durante la diretta, interviene per primo il promotore del Comitato “La strada che non c’è”, Domenico Mazza, che da qualche anno si batte con forza e tenacia per la ripresa dei lavori. Poi tocca al sindaco di Colosimi, Manolo Talarico, che afferma come in questi ultimi due anni non sia cambiato niente e pone l’accento sulla strategicità dell’opera per le due provincie, in grado di limitare i tempi percorrenza e di aiutare l’economia a ripartire. Mario Talarico, sindaco di Carlopoli, fa un’analisi più politica, evidenziando come il non proseguimento della strada sia stata una sconfitta della classe politica degli ultimi trent’anni, cui si devono prendere tutte le distanze. Interviene poi anche l’imprenditore e proprietario del Palahotel Vallenoce di Decollatura, Giuseppe Cardamone, dicendo di aver costruito il suo ristorante lì, perché prima o poi ci sarebbe passata la strada che sarebbe stata fondamentale per l’aumento del turismo nella zona, che a differenza delle aree costiere è molto più debole. In definitiva, però, l’imprenditore si dice poco fiducioso sulla prosecuzione dei lavori.
Infine la parola viene presa dal presidente della Provincia di Catanzaro, Enzo Bruno, afferma che l’ente appaltante è la provincia stessa e che quindi avrebbe dovuto intervenire, affermando però che la ditta appaltante non è stata così seria come avrebbe dovuto essere. Rivendica giustamente che ha rescisso il contratto con la ditta Socostramo e che entro i prossimi tre mesi qualcosa si muoverà. La Socostramo, (che nel 2014 ha avuto un fatturato di € 43.852.082,0) appartiene all’imprenditore Erasmo Cinque e ai suoi figli, e come ci ricorda un articolo del settimanale l’Espresso del giugno del 2014 in cui si evidenziava come l’azienda otteneva quote in cantieri milionari per opere pubbliche in Veneto, Lazio e Lombardia, nella stessa pubblicazione si dava conto anche che da parte dei giudici erano in corso delle indagini sui rapporti tra l’ex ministro Altero Matteoli e l’imprenditore della società. D’altro canto però l’azienda si presenta solida, come lascia intendere l’incipit sulla home page del sito dell’impresa di costruzioni in cui si legge: “Da oltre cinquanta anni operiamo nel settore civile e industriale, realizzando grandi opere nel campo dei lavori stradali, ferroviari, idraulici, del consolidamento e difesa dell’ambiente e del territorio in ambito nazionale ed internazionale”. In conclusione Enzo Bruno ricorda che uno dei
suoi primi interventi, appena è diventato presidente, è stato l’interessamento relativo all’arteria stradale, promuovendo un tavolo tecnico permanente. Servono 324 milioni di euro per terminarla, di questi almeno 80 milioni di euro per costruire il lotto che va da Serrastretta a Marcellinara, soldi che secondo lui c’erano, ma, che, sono stati utilizzati dall’ex presidente della Regione Scopelliti per appianare il debito della sanità.
La storia non finisce qui, ne siamo certi.