Scigliano – Un interessante incontro tenuto dall’associazione culturale Gymnasium si è svolto, nel centro del comune del Savuto, dal titolo “Valentino Gentile, un martire della libertà, da Scigliano all’Europa”.
Sala consiliare gremita come nelle grandi occasioni, relaziona il professore Luca Addante docente all’Università di Torino e associato alla Sorbonne di Parigi, autore di diverse pubblicazioni su Gian Valentino Gentile. Ha svolto un intervento il professore Luigi Gallo, docente di storia e filosofia.
Sono stati presenti in sala Antonio D’Elia Presidente della prestigiosa Accademia Cosentina, Giuseppe Nicoletti e Saverio Marrello Presidenti rispettivamente del Rotary di Mendicino e Rogliano.
Il professore Addante, per ovvie ragioni di complessità di argomentazione, ha semplicemente accennato il tema teologico che ha reso noto in tutta Europa Giovanni Valentino Gentile, l’antitrinitario per eccellenza, disquisendo invece approfonditamente della biografia del personaggio che ebbe i suoi natali a Scigliano nel 1522.
Giovanni Valentino Gentile non era un semplice eretico ma fu fautore di uno pseudo movimento che raccolse numerosi seguaci che lo porto a scontrarsi con Calvino in persona e in seguito alla condanna a morte per ben due volte. La seconda condanna purtroppo eseguita a Berna nel 1566 per decapitazione in pubblica piazza.
Addante definisce Gentile un martire calabrese immigrato in Svizzera e visto di mal occhio da molti suoi contemporanei, Calvino compreso. Gentile si diresse a Ginevra perseguitato dalla Santa Inquisizione Cattolica per eresia, con l’auspicio di trovare un po’ di pace e serenità. Il presupposto, e dunque l’errore stante alla base della scelta di Gentile era quello di considerare il protestantesimo di Calvino, e della Riforma in generale, più accomodante del suo fratellastro cattolico. A Ginevra vi era infatti una teocrazia tiranna presenziata da una inquisizione peggiore di quella italo-spagnola.
Lo scontro con Calvino fu inevitabile e Gentile arrivo ad accusare Calvino di non credere ad una trinità, ma ad una quaternità costituita da: Essenza (divina-indivisibile) Padre, Figlio e Spirito Santo.
Dopo la prima condanna a morte si rifugiò in Polonia e in seguito nell’odierna Romania ospite di amici e seguaci. Nel 1564, morto Calvino, ritorno in Svizzera per sfidare i seguaci di Calvino ma fu immediatamente arrestato e in seguito condannato a morte per decapitazione, condanna che affrontò perseguendo e argomentando la sua polemica teologica fino al patibolo.
Il professor Addante afferma che Gentile nel 1500, con il suo pensiero, fu in un certo senso il precursore del Deismo e dell’Illuminismo che ebbe luce nel 1700 e praticato in alcune società massoniche del tempo.
Giovanni Valentino Gentile martire per la libertà di pensiero e di religione che non smise mai di rivendicare, anche in punto di morte, fu perseguitato anche dopo morto condannandolo all’oblio. Oscurantismo, nei confronti del suo pensiero e delle sue opere, che fu efficace particolarmente in Italia, sede papale, ma nel resto d’Europa ebbe l’effetto contrario, dove il suo pensiero e le sue vicissitudini ancora sono oggetto di studio e attenzioni.
Due ore di intensa di narrazione e dibattito nelle quali non sono mancati diversi aneddoti sulla vita di Gentile. L’incontro si è concluso con l’auspicio che nella sua città natale, Scigliano, sia al più presto intitolata una strada a questo illustre conterraneo.