di Giovanni Petronio –
Come abbiamo avuto modo di constatare è dal 2 marzo di quest’anno che a causa di “interventi di straordinaria manutenzione non più rinviabili”(1), lavori riguardanti la galleria di Gimigliano, è stato, giustamente e per sicurezza, sospeso il transito ferroviario tra Soveria Mannelli e Gimigliano sulla linea delle Ferrovie della Calabria, e sostituito da corse bus non del tutto sufficienti a coprire la domanda dei pendolari.
A questa situazione si è aggiunta a partire dal 24 luglio l’interruzione tra Catanzaro Città e Catanzaro Sala, “per lavori di rinnovo ed ammodernamento della sede ferroviaria del tratto a cremagliera”(2), della durata “presumibile di 45-50 giorni”. Per la Soveria Mannelli-Gimigliano, peggio ancora, non è stata data nessuna data certa per la riapertura.
La congiuntura creatasi permane critica per l’utenza, in virtù del fatto che difficilmente verranno ripristinate ambo le tratte prima dell’avvio delle attività scolastiche, complicando ulteriormente gli spostamenti che quotidianamente avvengono. Com’è che si intende affrontare questa situazione? Non c’è nessun dubbio che i lavori di consolidamento nella galleria stiano andando avanti, ma, fino a quanto si protrarranno nel tempo?
Enorme è il disagio che grava quotidianamente sulle persone e anche sui bilanci delle non agiate famiglie, (dai dati Istat di pochi giorni fa emerge un quadro sconfortante per la nostra regione, il reddito medio pro capite per le famiglie calabresi si attesta a 16 mila euro, al di sotto della media dei 18 mila delle regioni del Mezzogiorno, mentre per la provincia di Bolzano schizzano a 40 mila), che spesso sono costrette a utilizzare il mezzo proprio rispetto a quello pubblico.
I viaggiatori hanno provato a organizzarsi e ad adattarsi, spostandosi con i mezzi sostitutivi, ma, da quando questa circostanza sembra essersi sedimentata, una parte considerevole, ha preferito ri-organizzarsi con l’auto, magari utilizzandola a turno con quella di altre persone. Questo porta gradualmente a una disaffezione verso il sistema di trasporto pubblico, che dovrebbe essere obiettivo primario da perseguire e realizzare per la totalità dei cittadini. Esso, non deve rappresentare un elemento di straordinarietà, ma, di ordinarietà: dovrebbe essere normale potersi spostare in una qualsiasi regione d’Italia, è forse lo sarebbe se questa regione non fosse la Calabria.
Gli studi dell’Istituto Superiore di Formazione e Ricerca per i Trasporti, nel 2007 evidenziavano che nella nostra regione il 75% circa degli spostamenti avviene tramite auto propria; il ricorso alla macchina nella nostra regione è superiore rispetto alla media nazionale, 75,3% a 65,3%, mentre l’utilizzo del mezzo pubblico è inferiore di 1,5 punti rispetto al valore nazionale. Questo non è forse dovuto all’offerta inadeguata o del tutto assente presente sul territorio?
Deve essere considerato che, a marzo si è saputo, attraverso più organi di stampa, della consegna dello studio di fattibilità per la riqualificazione di tutta la linea Cosenza-Catanzaro, fortemente voluto dal governatore Oliverio e dalla dirigenza delle Ferrovie della Calabria, il testo poi è stato recepito dal Nucleo Regionale di Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici, da quel momento in poi nessuna notizia è più pervenuta.
Adesso spontanea sorge la domanda su che fine abbia fatto suddetto lavoro e su quali siano stati i riscontri oggettivi? Inoltre c’è da evidenziare che oltre allo studio di fattibilità, sono disponibili circa 53 milioni di euro dei fondi CIPE, da investire sulla tratta tra la Soveria Mannelli-Catanzaro, ai quali si aggiungono gli oltre 8 milioni per la mitigazione delle frane a Carpanzano e Scigliano. Di questi ultimi due finanziamenti ancora non se ne vede la luce, forse perché sono ancora al vaglio della Corte dei Conti? Quanto tempo passa perché vengano sbloccati?
Gli interrogativi sopra evidenziati troveranno risposta nel breve periodo? Verrà ascoltato il grido di queste nostre comunità che grazie alla Calabro Lucana sono sopravvissute nel corso dei decenni? Si cercherà la concertazione nelle decisioni tra l’azienda, la regione e le parti sociali?
A questo punto, la domanda che bisogna porsi è su chi abbia la responsabilità di tutto questo; o meglio dire dov’è che si ferma la responsabilità dell’azienda Ferrovie della Calabria e inizia quella politica e viceversa? A domande precise, ci si augura, arrivino risposte precise.