Cicala – “Da Prunillu di Castagna (Carlopoli) al Villaggio Oberdan in Libia, andata e ritorno (1938-1947)”. Questo il titolo della ricerca storica – Storie di Storia nella memoria dei semplici – svolta nella tesi di laurea di Julia Talarico, che racconta con la metodologia dell’intervista in più tempi ad alcuni componenti ancora viventi, le vicissitudini di una famiglia di contadini, composta dal padre Pietro Gentile, dalla madre Franceschina Arcuri e da 8 figli.
Promossa dall’associazione culturale “Il Salterio” e ospitata presso la sala consiliare di Cicala, insieme all’autrice sono intervenuti: Angelo Falbo, docente per il tema “L’importanza sociale della memoria storica nella ricerca della Julia Talarico” e Maria Gigliotti, insegnante per il tema “Memoria Identità e Storia a Scuola”. Non è mancato il contributo dell’ANPI provinciale di Catanzaro con Corrado Plastino e Mario Vallone. Viva la soddisfazione del sindaco Alesandro Falvo, che in apertura ha portato i saluti ai convenuti.
Gli eventi storici, ha spiegato il professor Falbo, si svolgono parallelamente intrecciati all’evolversi e all’affermazione del regime fascista e le sue politiche, interne ed estere, e l’apice dei sconvolgimenti si raggiunge all’atto di dichiarazione di guerra per cui i coloni in Libia si ritrovarono costretti a scappare per mettersi in salvo.
I Gentile, racconta il docente, vivevano in una piccola casetta in località “Prunillo”. La povertà e le difficili condizioni di vita indussero il capofamiglia a cercar fortuna altrove, e la campagna di «migrazione-colonizzazione» della Libia per la famiglia rappresentò una occasione.
Purtroppo, le cose non andarono come sperato e caduto il sogno del “grande impero” mussoliniano i coloni, compresi i Gentili, persero tutto quello che erano riusciti a realizzare sui poderi assegnati nel 1938 nel Villaggio Oberdan ed affrontare l’amaro rientro in Italia (arrivo nel 1947).
La valenza sociale e storica del lavoro di ricerca – sostiene Falbo – è interessante non è dissimile da quella vissuta da centinaia e centinaia di persone di questi nostri luoghi e non solo. Offre, tra l’altro molti spunti di riflessione che ci collegano all’attualità sui temi dell’emigrazione e dell’immigrazione: solidarietà, sicurezza, accoglienza, integrazione.
La ricerca, secondo Falbo, è interessante per diversi aspetti <<perché ci consegna in tempo, attraverso la voce dei protagonisti, alcuni ancora viventi, intervistati, uno scenario di vita che dovremmo conoscere e tenere consapevolmente in debita considerazione: invece resta seppellito nelle nostre nuove ansie di vita e, come del tutto rimosso, non ci parla più, rendendoci refrattari alla Storia>>. Ed aggiunge inoltre <<perché propone, il nesso tra memoria e identità>>.
La consapevolezza della storia e il perché si perpetuano le guerre e i conflitti sociali sono un interrogativo che Falbo si pone. Un ruolo importante lo riveste la scuola, asserisce la professoressa Gigliotti, concetto condiviso anche dai rappresentanti dell’ANPLI, che ritengono importante riportare alla luce le “microstorie”, attraverso progetti didattici (scuole elementari, medie e superiori) enti territoriali impegnati alla promozione culturale al fine di facilitare l’apprendimento degli studenti e ad una maggiore conoscenza storica locale.
La mostra fotografica a cura di Mario Greco, ha infine deliziato, fatto “rivivere” e riflettere i visitatori.