Questo nuovo articolo riprende il progetto di riscoperta delle vite di numerosi calabresi, sopratutto nativi dell’attuale lametino, che avviammo nelle puntate 9 e 10 della mia video rubrica “Storie e tradizioni popolari lametine” trasmessa in diretta ogni venerdì sullla pagina fb Chiostro (e che potete vedere ogni volta che vorrete) le cui esistenze sono conosciute molto di più nel resto d’Italia o nel mondo rispetto alla loro regione di nascita.
Nelle puntate summenzionate parlai infatti dei semi sconosciuti Leopoldo De Fazio, poeta, anachico e poi primo podestà della sua Serrastretta, del matematico, fisico e idraulico Domenico Antonio Sonni da Falerna, del patriota, filosofo e letterato Pier Paolino Gimigliano da Motta Santa Lucia, del giornalista e autore di molti testi scolastici di enorme successo Giovanni Bonacci da Decollatura, e dei nicastresi Antonio Sanandres, inventore e Orazio Valiante, baritono.
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Oggi invece parleremo brevemente di due poetesse e di un rivoluzionario.
Eni Torcia Scelbo nacque a Gizzeria (CZ) l’11 maggio 1905, sposata con due figli, fu maestra elementare e visse quasi tutta la sua vita a Miglierina (CZ). Morirà a Lamezia Terme (CZ) il 29 novembre 1994. La sua poetica, apprezzata da rinomati critici letterari (Guido Massarelli, Nino Scalisi, Giovanni Iorio, Mario Casciano) è costellata dalle seguenti raccolte poetiche: Isola del Sole (1971) composta da 74 liriche e Sono un Cuore (1977) composto da 76 liriche. Nei suoi versi, semplici nella composizione e comprensione, traspare il suo lungo ricercare la fede come mistero della vita che si proietta verso l’eternità, continuando dunque oltre la morte, sicchè il poeta, secondo la Scelbo ha il compito di far comprendere questo grande mistero ai suoi fratelli attraverso la sua poetica (che diventa quindi un “contributo” alla redenzione di tutta l’umanità). Sue poesie compariranno in diverse antologie quali Mani Aperte (1973), Maggio Romano (1973), I giorni Chiari (1994). Nel 1980 il compaesano Antonio Trapuzzano, valente storico locale, la recensì nel suo libro La Donna calabrese di ieri e di oggi nella vita e nell’arte. Moltissimi le vittorie e i riconoscimenti in diversi concorsi di poesia nazionale.
Teresa Augruso nacque a Curinga (CZ) il 1 gennaio 1897. Si diplomò maestra a Catanzaro, insegnando inizialmente nalla sua Curinga e poi nella allora Nicastro (oggi Lamezia Terme), qui sia alle elementari che alle superiori poichè conseguirà anche il diploma ISEF a Roma per insegnare educazione fisica. Sposata, oltre l’insegnamento sarà una grande appassionata di teatro fondando una piccola compagnia teatrale (1939), mentre durante la Seconda Guerra Mondiale sarà crocerossina volontaria. Si farà notare anche come discreta disegnatrice e ricercatrice storica locale (dove esalterà i valori della famiglia, nei principi religiosi, umani e nazionali). Celebri resteranno le sue appassionate conferenze tenute nella ex Casa Municipale di Nicastro sita su corso Numistrano. La sua produzione letteraria fu ricchissima. Scrisse recensioni sui maggiori scrittori calabresi per Calabria Letteraria, Rassegna Calabrese, Arca di Piacenza, per la rivista USA in lingua italiana Divagando New York, sui quotidiani nazionali Il Tempo, Roma e Messaggero. Dei suoi oltre 100 scritti, molti dei quali rimasti inediti e pubblicati quasi tutti dopo l’improvvisa morte avvenuta a Nicastro il 21 novembre 1968, restano diverse poesie sia in vernacolo che in Italiano. Pubblicò in vita la raccolta poetica Canto degli Alberi e diverse canzoni ed Inni, molti dei quali vinsero premi di carattere nazionale. Inventò poi un metodo didattico moderno per l’apprendimento dei ragazzi, la Tavola Totodita, che fu citata nientememo che dalla Enciclopedia Fabbri. Lo storico locale don Pietro Bonacci la definì l’ultima poetessa in vernacolo nicastrese, mentre il critico letterario Giuseppe Marzano la annoverò nel 1954 fra i grandi autori calabresi.
Nicolino Panedigrano nacque a Conflenti (CZ) nel 1870, nipote del famoso Nicola (classe 1753) già brigante e poi Maggiore dell’esercito borbonico. Non si sa per certo chi fosse il padre di Nicola junior, sconosciuta la madre. Per questo motivo fu escluso dall’asse ereditario. Si sposò con una ragazza di Nicastro e lavorò duramente per farsi una posizione economica discreta. Subito si fece conoscere anche per i continui litigi con i baroni per cui lavorava onde tutelare la sua dignità e i suoi diritti di lavoratore, sicchè molti contadini si rivolgeranno a lui per un aiuto considerandolo un loro naturale leader. Socialista dal 1892 e poi comunista (1921), nel 1932 subì 45 giorni di carcere per aver affisso manifesti contro il regime fascista. Per questo motivo gli fu ritirata dagli USA la cittadinanza che aveva conseguito anni prima lavorandovi parecchi anni. Ebbe un rapporto difficile anche con i tre figli, che decisero di vivere lontano da lui e scegliendo altre strade politiche. Fin dal 1944 fu protagonista di diverse occupazioni di fondi agricoli nel Lametino, dopo che i Decreti Gullo dello stesso anno non riuscirono a soddisfare pienamente la secolare fame di terra della classe contadina meridionale, sopratutto a Nicastro e, dopo i fatti di Melissa (KR) del 1949, l’anno successivo guidò una nuova occupazione nel territorio tra Feroleto Antico e Pianopoli (CZ) quando aveva già 80 anni. Tenne poi le trattative con le forze dell’Ordine per far sgomberare i fondi agricoli occupati dai contadini, muratori, operai stagionali. Morirà nel 1951.
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Lo sapevi che?
Ad oggi la più grande poetessa dell’area del Lametino è ancora considerata Palmira Fazio Scalise, nativa di Castagna, frazione di Carlopoli (1894), vssuta molti anni a Pozzuoli (NA) e morta centenaria a Quarto di Napoli (NA) nel 1984. Qualche anno fa scrissi di lei in questo articolo: https://www.lameziaterme.it/palmira-fazio-scalise-la-musa-poetica-della-sila/
Per saperne di più?
Su Eni Torcia Scelbo vedi Storicittà n. 42/1995; su Teresa Augruso vedi Storicittà n. 25/1994; su Nicolino Panedigrano vedi Storicittà n.38/1995 e sopratutto Vincenzo Villella, Lotte per la terra e il lavoro in Calabria, La Modernissima, Lamezia Terme, 1988.
FINE PRIMA PUNTATA
Leggi tutti gli articoli di Matteo Scalise qui: https://www.ilreventino.it/?s=blabla…storia%21
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