“Nessuno resti indietro” con sottotitolo: Papa Francesco, la dignità del lavoro e l’inclusione sociale. E’ il titolo del nuovo libro del giornalista Roberto Alborghetti, editrice Velar, presentato nella parrocchia “San Giacomo” di Bianchi. Una chiesa gremita e la suggestiva navata hanno fatto da cornice ad una manifestazione culturale interessante e apprezzata. A dare inizio all’evento è stato il giovanissimo musicista Pietro Folino, che ha suonato alcune melodie per chitarra, particolarmente apprezzata quella
argentina, in omaggio al Santo Padre Papa Francesco. Don Serafino Bianco, parroco di Bianchi e segretario del Arcivescovo della diocesi Cosenza-Bisignano, Monsignor Francescantonio Nolè, ha accolto e salutato con affetto e stima l’illustre ospite Alborghetti, autore di numerosi libri di saggi e biografie, tra cui la prima grande biografia illustrata su Papa Bergoglio (2013).
Il racconto dell’autore, di come ha conosciuto Papa Francesco, ricco di aneddoti e riferimenti, il perché di questo libro ha catturato ed emozionato la platea per circa due ore. Alborghetti spiega che alcuni dei temi più rilevati nei discorsi di Papa Francesco, sin dall’inizio del suo pontificato, sono stati quelli della “dignità del lavoro” e della giustizia e dell’inclusione sociale che l’hanno particolarmente attratto al punto di scrivere il libro.
Le pagine del libro, chiarisce l’autore, ci portano dietro nel tempo per conoscere e apprezzare le esperienze pastorali che Jorge Mario Bergoglio ha vissuto nella Buenos Aires del lavoro-schiavo, dei laboratori clandestini, della tratta delle persone, dello sfruttamento dei minori, della disoccupazione, del lavoro nero, nel “tritacarne” dell’economia speculativa.
Vicende dure da digerire, da commentare, ma delle quali ha detto Alborghetti <<ho trovato la risposta all’interrogativo perché questo Papa insiste coerentemente sulla necessità di “un nuovo “umanesimo del lavoro, dove l’uomo, e non il profitto, sia al centro; dove l’economia serva l’uomo e non si serva dell’uomo, dove i tanti giovani che non lavorano sono “i nuovi esclusi del nostro tempo”, vengono privati della loro dignità, mentre la giustizia umana chiede l’accesso al lavoro per tutti>>.
Temi attualissimi e importanti, che il Santo Padre sente sulle sue spalle e che ha posto all’agenda mondiale per rivedere e riformare un sistema che produce ingiustizia e non perde occasione di “ribadire quanto sia importante salvaguardare la salute dei lavoratori e difendere sempre la vita umana, dono di Dio, soprattutto quando è più debole e fragile”.
L’autore per comprendere meglio i temi centrali della dottrina sociale di un Papato sorprendente è partito da quando il futuro Papa, figlio di emigranti italiani, studente-lavoratore, addetto alle pulizie, novizio gesuita, docente, rettore, vescovo ausiliare e poi arcivescovo primate e cardinale. Schiarato sempre dalla parte del popolo, Bergoglio ha condiviso le amare e tristi storie di chi aveva perso il lavoro, spiega Alberghetti, schiacciato da un sistema economico possente, di nuove organizzazioni schiavistiche e in particolare di molti bambini e donne obbligati a lavori indegni.