I Paese è silenziato. Qualche sfuggevole notizia in qualche TG. Ieri, 25 Maggio, a Napoli si è ripetuta una grande iniziativa contro l’Autonomia differenziata organizzata dalle Categorie nazionali della CGIL, partecipata da diverse associazioni, in prima fila l’ANPI, con diverse personalità politiche tra cui la Segretaria del PD e Organizzazioni della Chiesa. Nessun servizio approfondito. Solo qualche accenno.
Nel silenzio della grande stampa ,si sta consumando un intrigo politico istituzionale da parte di un gruppo governativo il più minoritario nella storia repubblicana, con il 44% del 64% degli elettori votanti. Ecco i dati del voto del 2022.
Elettori aventi diretti: 50.869.304
Elettori non votanti: 17.000.000 (la cifra richiede approfondimenti sempre evitati)
Centrodestra 12.399.648
Centrosinistra 7.337.624
M5s 4.333.738
In una situazione del genere, un Governo con una rappresentanza popolare assai minoritaria, ma con una larga maggioranza parlamentare grazie ad una Legge elettorale insana, voluta con sette voti di fiducia dal duo Renzi-Rosato, preoccupati solo di assicurarsi un seggio in Parlamento, si sta affannando a sconvolgere gli assetti istituzionali dell’Italia.
In altri tempi i “liberi pensatori” sarebbero insorti. Ora invece tacciono quasi tutti. Salvo qualche voce come quella di Enzo Cheli, collocata a pag. 28 del Corriere della Sera di giorno Domenica 19 Maggio, dal titolo: La Costituzione non va snaturata.
Egli, contrapponendo le sue valutazioni negative sul Premierato voluto da Giorgia, afferma che il disegno governativo, cancellando di fatto la separazione dei poteri, annullando i principi di una democrazia partecipata prefigura un “ribaltamento” dell’impianto stesso della Costituzione vigente. (Che la Destra ha sempre osteggiato. Soprattutto nell’area fascistoide di Fratelli d’Italia.)
Cheli lo chiama “ribaltamento” indicandone la pericolosità delle conseguenze.
In verità quello che si sta sforzando di realizzare il trio al Governo, Salvini-Tajani-Meloni, con un comportamento ricattatorio, si chiama “sovversivismo”.
Un sovversivismo subdolamente reazionario.
Perché comporterà una regressione dell’Italia nel suo assetto istituzionale e politico.
Il disegno è pericoloso nel suo combinato disposto del triplice impegno per fare approvare tre proposte intimamente contraddittorie. E per questo ancor di più gravide di rischi certi e gravi conseguenze.
C’è qualcuno che ancora non ha capito o non vuole capire dove vuole parare questo Governo con le cosiddette Riforme costituzionali? Si tace e si fa finta di niente.
– Con l’Autonomia differenziata si sovverte la lettera e lo spirito della Costituzione che chiede alla Repubblica di rimuovere “gli ostacoli di ordine economico e sociale:”, le diseguaglianze, e non di “istituzionalizzarle” come avverrebbe!
-Con il Premierato si sovverte l’assetto istituzionale della Repubblica a base parlamentare. Trasforma lo Stato da democratico con la separazione dei poteri a Stato a vocazione plebiscitaria, autoritaria, personalistica, con accentramento dei poteri. Svuota le funzioni del Parlamento e comprime quelle del Presidente della Repubblica. Una visione residuata dall’ideologia fascista di cui la Meloni si è a lungo alimentata..
– Con la separazione delle carriere dei Magistrati si sovverte l’attuale assetto giudiziario, nella sua indipendenza. Si prevede che il Pubblico Ministero nel suo operato debba seguire le indicazioni del Parlamento (della maggioranza di turno) che stabilirà quali reati perseguire e quali no!
Per capire tutto questo basta soltanto valutare gli ultimi atteggiamenti.
FI-Lega e FdI si stanno imponendo di ottenere parallelamente e contemporaneamente l’approvazione dell’Autonomia differenziata prima al Senato e poi alla Camera. E, viceversa, l’esame del Premierato prima alla Camera e poi al Senato.
Sapete perché?
Perché Giorgia dei Fratelli d’Italia, da sempre contraria alle autonomie regionali, affermando che ” le Regioni sono fonte di spese e vanno chiuse!” , non si fida dei Leghisti. Sa che, portando a casa prima l’approvazione dell’Autonomia differenziata poi potrebbero non sostenere il Premierato.
Perché i Leghisti da sempre contrari al Premierato temono che se venisse approvato prima, poi la Riforma dell’Autonomia differenziata potrebbe essere limitata o contrastata del tutto. Come i Fratelli d’Italia hanno sempre sostenuto.
Le due compagini predicano di essere “coese”. In verità sono reciprocamente ostili.
E sono entrambe nervose. Non sfugge loro che un controllo totale degli andamenti procedurali non sarà sempre possibile.
Il testo dell’Autonomia differenziata andrà subito in vigore appena approvato alla Camera, promulgato e pubblicato. Salvo intervento del Presidente della Repubblica. Con un suo atto di rinvio del testo al Parlamento per difendere l’unità del Paese, nel mentre l’Autonomia la frammenterà, Atto augurabile, ma improbabile.
I Leghisti stanno dimostrando di essere più furbi delle furberie di Giorgia.
Constatando che allungava i tempi, in tre si sono assentati dalla Commissione che discuteva il testo dell’Autonomia. Hanno fatto andare sotto la maggioranza. Tanto che il Presidente di Commissione, di Forza Italia, cogliendo il segnale minaccioso e ricattatorio della Lega ha, di abuso potere, annullato la votazione non verbalizzando l’esito. Abusano delle istituzioni come in tempi di poteri dittatoriali!
Allo spettacolo ha assistito Forza Italia che si è intromessa pretendendo che il Ministro della Giustizia, Nordio, ex Pubblico Ministero, porti in Consiglio dei Ministri un testo di Legge con la “Separazione delle carriere dei Magistrati” Prima delle europee.
Una pretesa per impedire che i “potenti” siano inquisiti come i “poveri cristi”.
Forza Italia vorrebbe propagandare una sua vittoria durante le presenti elezioni europee, la Lega la sua, cioè l’Autonomia, e Giorgia la sua, cioè il Premierato.
Un vero squallido intrigo, ricattatorio.
Sono nervosi perché le tre riforme possono camminare insieme solo nei tratti in Parlamento. Poi no. Perché essendo il Premierato e la Separazione delle Carriere materia costituzionale, senza il consenso dei due terzi, dovranno affrontare la prova dei Referendum confermativi. Il Referendum confermativo potrà e dovrà essere organizzato anche per l’Autonomia differenziata.
Come siamo messi? Per adesso ne faranno bandiere propagandistiche e continueranno a fare abboccare tanti elettori. Speriamo pochi.
Subito dopo l’intrigo diabolico con le tre Riforme farà sbandare l’Italia, sul piano politico e istituzionale. Nei territori e nella società.
Perché?
Lo scenario è drammatico. Andando in porto le tre Riforme ci troveremo in una Italia pericolosamente trasformata:
– Una Italia frammentata a livello statuale, territoriale e sociale con 22 staterelli falsamente ammantati di autonomia a livello regionale. In verità saranno capaci di potestà legislativa esclusiva in 23 materie, alcune di fondamentale delicatezza come l’Istruzione, la Sanità, la Protezione civile, l’Erogazione dell’Energia elettrica, ecc
– Una Italia con uno Stato a vocazione autoritaria, guidata da un Premier in grado di personalizzare ogni forma di potere, vedrebbe accorpati il legislativo, l’ esecutivo, il giudiziario (il Pubblico ministero sotto controllo) e la stampa , come in parte avviene. Con un Parlamento svuotato di funzioni più di quanto non lo sia già. Con un Presidente della Repubblica dotato di mera funzione di rappresentanza
Di fronte a questo scenario una certa classe dirigente, non solo della politica, ma anche della economia, della informazione, della cosiddetta intellettualità e della così chiamata “società civile” resta muta.
Quella del Mezzogiorno e quella specificamente della Calabria, sono gravemente… più cieche e sorde.
Una classe dirigente è tale se si mostra in grado di prefigurare migliori sorti per le generazioni presenti e future. Quando invece è dentro prevalenti comportamenti carrieristi prevale la vocazione alla “adattanza”. Predilige il mutismo.
Oppure si esercita in vacui ragionamenti di imbonimento e di distrazione di fronte a possibili insorgenze interne. Come abbiamo visto fare ai due massimi rappresentanti della Regione Calabria, nel dibattito sulle conseguenze dell’Autonomia differenziata.
L’uno, Presidente di Giunta, Occhiuto, Vice Presidente di Forza Italia, è andato avanti per mesi con il ritornello metaforico del “Vedere denari comprare cammello”. Ha operato di fatto atteggiamenti diversivi come quello indotto ed espresso dalla Presidente dell’ANCI regionale, Succurro. Ne nacque una orchestrata manifestazione dei Sindaci con la consegna ai Prefetti di un inutile documento. Senza alcuna reale volontà di contrastare quanto si stava e si sta consumando. Risulta che quel documento sia stato difeso nel reale svolgimento delle procedure di approvazione della Legge?
L’altro, Mancuso, Presidente del Consiglio, della Lega, ha ripetuto gli slogan di Calderoli, secondo cui l’Autonomia offre opportunità e responsabilizza.
Smentito in questi giorni da un mezzo ravvedimento del Presidente Occhiuto. Questi, accantonata la parabola dei “denari e del cammello”, ha finalmente denunciato che l’Autonomia … ”non crea opportunità né al Sud né al Nord”.
Caro Presidente Occhiuto, l’Autonomia differenziata, non solo non creerà opportunità nel al Sud né al Nord. Ma, di sicuro, creerà danni in tutte le Regioni. Dapprima saranno più gravi ed evidenti al Sud, date le diseguaglianze già in atto. Poi le conseguenze negative si riverbereranno anche nelle Regioni “ricche”.
Si vedrà presto cosa succederà all’Italia con il borioso ed egoistico atteggiamento di Calderoli e soci espresso con “Ognuno si amministra in casa propria”.
Ugualmente sconfortante e gravissimo è tuttora il mutismo mostrato dalla Vice Presidente e responsabile dell’Assessorato della Pubblica istruzione, Princi. Lei avrebbe dovuto capeggiare una rivolta civile a difesa del Sistema scolastico pubblico nazionale. E “Dio sa” quanto avrebbe bisogno la Calabria di un migliore sistema pubblico dell’Istruzione-Educazione. In una Regione a forte deprivazione ambientale e culturale nella quale si registra un abbandono del 14%. Con solo un alunno su quattro in condizione di fruire del tempo pieno nella Scuola Primaria e uno quasi su sette nella Secondaria di 1°! Invece non ha trovato un momento, una ragione, per capire e denunciare la netta contrarietà allo smantellamento del sistema scolastico pubblico nazionale. che sarà prodotto inevitabilmente dall’entrata in vigore dell’Autonomia differenziata. Ogni Regione si farà un suo sistema. Così si prefigura nella “Intesa” proposta, dalla Regione Veneto che, statene certi, la vorranno subito approvata.
Nel Veneto non hanno bisogno neppure di aspettare la determinazione dei LEP. Questa storiella dei LEP è servita e serve per ingannare chi non conosce il testo di Legge, Il testo non prevede spese aggiuntive, Consente il via libera alle Regioni “ricche” in grado di rispettare qualsiasi “livello” verrà determinato. In più, nove materie possono essere attribuite da subito perché non richiedono riferimenti ai LEP.
Ciò indipendentemente e a dispetto delle inique e insultanti disquisizioni dello stesso Sabino Cassese. Egli, nelle funzioni di Presidente della Commissione che dovrà determinare i LEP, si esercita a persuadere sulle magnifiche sorti progressive conseguenti all’approvazione dell’Autonomia. Secondo Lui, insigne costituzionalista, che sembra oggi votato piuttosto alle funzioni di difensore d’ufficio di quanto fa il Governo , la responsabilità dell’arretratezza del Mezzogiorno è colpa della classe dirigente locale. Incolpa le popolazioni del Mezzogiorno di avere avuto solo “fame di posti di pubblico impiego”. Gli chiediamo: E che lavori sarebbero stati e sono possibili? Conosce o no le cause di milioni di emigrati?
Dimostra di non volere considerare le contorsioni delle vicende storiche italiane e di come si sia perseguito uno sviluppo squilibrato a vantaggio del Nord e a svantaggio e ad impoverimento del Sud. Lo dimostrano tutti i centri studi che si occupano delle questioni inerenti le gravi diseguaglianze presenti tra territori e popolazioni, settentrionali e meridionali.
L’abbandono del Sud non ha riguardato solo gli aspetti economici. Ma anche quelli sociali. Accanto al fenomeno migratorio delle migliori energie andate via dal Sud, lo Stato ha lasciato colpevolmente mano libera a reti di cosche criminali in grado di angariare intere popolazioni e restare utili per convogliare consensi. Tanto che in intere Regioni la Classe dirigente è stata selezionata a colpi di fucilate e attentati,
Sorprende perciò l’atteggiamento accusatorio di Cassese nei confronti del Mezzogiorno di cui è pure figlio, è un avellinese, per porsi a difensore di riforme di natura manifestamente sovversive.
Meditiamo e andiamo comunque a votare per avere una Europa migliore, meno attenta alla misura dei pesci, più vicina ai bisogni reali delle popolazioni, meno passiva nelle urgenze internazionali e capace di realizzare i motivi ispiratori di vocazione solidarista, libertaria e pacifista.
Anche alcune forze politiche italiane da sempre vicine ai motivi ispiratori dell’Europa Unita, sviatesi nel loro percorso, devono essere sospinte a ritrovarsi. Per rifuggire da acquiescenze a tentazioni guerrafondaie. Per scongiurare le tentazioni che in questi giorni spingerebbero pure ad aggravare i livelli di scontro, tra Ucraina e Russia, con l’uso di armi atomiche tattiche e conseguenze letali senza ritorno.
W la Repubblica parlamentare italiana. W la Costituzione italiana da attuare.
Contro i tentativi di sovversivismo reazionario degli attuali governanti.
Angelo Falbo