Cicala – “Per la sanità pubblica arriverà il tempo della resa dei conti tra cittadini e istituzioni sanitarie”.
Inizia con questa forte affermazione la nota inviata dal sindaco di Cicala, Alessandro Falvo, piccolo comune in provincia di Catanzaro di 1000 abitanti circa, che di seguito integralmente pubblichiamo.
In questi giorni, ed in queste ore più massicciamente, io come tutti i sindaci della Calabria siamo alle prese con il mostro coronavirus. I cittadini, giustamente, fanno fatica a capire come mai non abbiamo abbastanza posti negli ospedali, come mai la sanità ordinaria è sospesa, come mai non si possono più curare o per farlo si devono un pò arrangiare come possono, magari a pagamento.
Quando sono stati chiusi gli ospedali delle aree interne, gli è stato fatto capire in tutti i modi che a guadagnarne sarebbe stato tutto il sistema sanitario, che tutto sarebbe miracolosamente migliorato, che non era solo una questione di risparmio economico, ma di maggiore e migliore garanzia di cura e sicurezza, sono stati imboniti con i soliti paroloni dei nuovi manager (tagliatori di sanità non di sprechi), specialistica, lungo degenza, riabilitativa, hub, spoke ed altro, e noi ci abbiamo creduto.
Ci siamo fatti calare la scure dei tagli, abbiamo atteso molti anni sempre con la speranza, che chissà, forse qualcuno ci avrebbe dato la sanità che meritiamo, quella per intenderci che hanno al nord, ma niente da fare.
Questa emergenza sta mettendo a nudo tutta l’inadeguatezza e la sciatteria della classe dirigente in materia sanitaria in Calabria, non ci sono Commissari che tengono, antimafia che possa lottare, manca ed è sempre mancata la competenza, l’amore, la volontà di fare la Sanità che serve ai cittadini, di cambiare in meglio la sanità in questa Regione.
Non è il momento della polemica e lo so, è più che uno sfogo il mio, oserei dire un avvertimento, che ritengo possa interpretare il comune sentimento dei tanti sindaci calabresi in questo momento in trincea, senza risorse umane ed economiche, avamposto delle esigenze dei cittadini a cui sempre e comunque proviamo a dare risposte, non elusive ma reali e a beneficio dei loro bisogni, non sempre ci riusciamo ma non solo ce ne mortifichiamo quanto riproviamo a fare meglio.
Non appena avremo superato questa emergenza, perché la supereremo grazie anche e soprattutto al nostro impegno civile h 24, alla paura, alla legittima difesa cui siamo chiamati dall’istinto naturale, scenderemo in piazza come ha fatto il popolo francese contro la riforma delle pensioni, e l’ora di dire basta, di mandare a casa gli incompetenti, gli opportunisti, gli spoglia Santi, i massoni, che ancora oggi, davanti al pericolo che incombe tentenna sulle scelte. In tutta Italia hanno assunto a tempo indeterminato medici, infermieri e personale sanitario vario e qui ancora c’è il rimpallo delle competenze, dell’assunzione delle responsabilità,della speculazione sulla vita lavorativa e civile delle persone, VERGOGNA.
Il popolo Calabrese rialzerà la testa insieme ai propri Sindaci e combattendo e scendendo nelle piazze si riapproprierà del diritto alla Sanità, alla vita e al rispetto che merita.
W la Calabria e W i Calabresi