La nuova immagine che il fotografo Antonio Renda ci ha inviato, e il titolo che ha voluto dargli (Il presidio), mi ha fatto subito venire in mente “Il deserto dei Tartari”: sia lo straordinario romanzo di Dino Buzzati e sia il film di Valerio Zurlini, che dal libro è tratto.
E’ come se avessi rivisto, con i miei stessi occhi, il giovane sottotenente Giovanni Drogo, al suo primo incarico, giungere a cavallo nei pressi della Fortezza Bastiani.
Come scrive Buzzati: “In uno spiraglio delle vicine rupi, già ricoperte di buio, dietro una caotica scalinata di creste, a una lontananza incalcolabile, immerso ancora nel rosso del sole al tramonto, come uscito da un incantesimo, Giovanni Drogo vide allora un nudo colle e sul ciglio di esso una striscia regolare e geometrica, di uno speciale colore giallastro: il profilo della Fortezza.”
Così mi è sembrato anche il profilo delle case di Cicala, che si ergono su una rupe, proprio come le mura di una fortezza, quasi a presidio di un territorio che, più che di essere invaso da eserciti stranieri, rischia di spopolarsi delle sue risorse migliori: i giovani più determinati che decidono di andare “a combattere” altrove, pur conservando nel proprio cuore il ricordo di quelle case, dei nostri paesi che hanno poco da offrire e molto da chiedere a chi invece decide di restare.
E ho ancora negli occhi e nella mente il sottotenente Drogo che arriva sotto le mura neppure troppo imponenti e poi è dentro la Fortezza a meditare: “Il formalismo militare, in quella Fortezza, sembrava aver creato un insano capolavoro. Centinaia di uomini a custodire un valico da cui nessuno sarebbe passato.”
Aspettavano da tempo immemorabile l’attacco dei Tartari, nella Fortezza Bastiani, da oltre un deserto di cui a stento riuscivano a vedere l’orizzonte, verso un fantomatico Regno del Nord che noi meridionali potremmo forse associare a un deserto di sentimenti. Ma non succede niente e l’attesa dei soldati di Bastiani sembra essere la nostra stessa attesa: dalla Cassa per il Mezzogiorno ai desolati e desolanti giorni nostri.
Saggiamente, l’autore della fotografia la commenta così:
<< Ormai solo pochi individui coraggiosi resistono nelle zone interne della Calabria, sono luoghi svuotati di tutto. Bisognerebbe proporre delle leggi speciali, anzi prevedere una tassa al contrario dove lo Stato paga i cittadini perché contribuiscano alla valorizzazione e alla tutela del territorio.
Un saluto ai resistenti. >>
Ci associamo al saluto, con un incitamento a resistere ancora. Fino a quando qualcuno capirà che chi resiste e presidia le zone interne è una risorsa e non un peso. Che chi resta è coraggioso almeno quanto chi è andato via. Che c’è un valico da controllare perché l’invasione al contrario verso i posti di lavoro del Nord Italia e d’Europa non avvenga mai più.
L’aveva certamente capito il nostro poeta Franco Costabile, che ne “Il canto dei nuovi emigranti” diceva: “Milioni di macchine / escono targate Magna Grecia. / Noi siano / le giacche appese / nelle baracche nei pollai d’Europa.”
E magari l’hanno capito anche questi cittadini di Cicala che dall’alto dei loro camminamenti sopra le mura, come tante vedette, proteggono il loro territorio in attesa di una meritata riscossa.
Raffaele Cardamone
In basso, La foto realizzata da Antonio Renda e, a seguire, la sua Biografia…
Foto di Antonio Renda (Fototeca della Calabria)
Biografia di Antonio Renda
Antonio Renda è un fotografo e un documentarista. E’ nato a Catanzaro nel 1964. Ha compiuto studi universitari di filosofia e antropologia. Professionista dal 1991. Specializzato in fotografia di architettura, arte e turismo. Il suo archivio conta oltre 100.000 immagini sulla Calabria.
Ha collaborato alla realizzazione di numerosi prodotti editoriali con le maggiori case editrici calabresi: Rubbettino, Abramo, Iiriti, e nazionali come Silvana Editoriale, Electa-Mondadori e ha pubblicato sulle riviste: Oasis, Bell’Italia, A tavola, Terre del vino, Qui Touring, Abitare, Informatore Agrario; ha inoltre curato la fotografia per le Riviste: Calabria Rurale, Calabria è, Catanzaro Arberia.
Collabora da molti anni con le maggiori istituzioni calabresi e con case editrici, e autori vari. Per l’Assessorato alla Cultura e al Turismo della Provincia di Catanzaro ha curato i cataloghi per le edizioni della mostra di arte contemporanea “Intersezioni” (ed. Electa) e per la mostre realizzate al Museo MARCA di Catanzaro fin dalla sua fondazione.
Ha inoltre realizzato le immagini per le due edizioni del catalogo del “Museo Storico Militare” di Catanzaro (ed. Rubbettino), i calendari e i cataloghi del “Parco della Biodiversità” di Catanzaro.
Per la mostra “Intersezioni” e il Museo MARCA ha realizzato inoltre i video sugli artisti e le relative mostre.
È responsabile della “Fototeca della Calabria”, associazione che si occupa della divulgazione della cultura e dell’immagine della Calabria, con una particolare attenzione agli scrittori ed artisti calabresi.
Ha inoltre realizzato, negli ultimi anni, numerosi cortometraggi su vari aspetti della cultura calabrese: il mediometraggio “Nella terra di Melusina”, ispirato ad un racconto di Corrado Alvaro, e i cortometraggi “I carbonai di Serra San Bruno”, “Bovari”, “L’ultimo Mugnaio”, “I Palmenti Di Ferruzzano”.
Un’opera fondamentale della sua produzione è il volume fotografico: “Differenze di Vedute – Il paesaggio nella provincia di Catanzaro” (ed. Rubbettino).
Ha da poco ultimato un nuovo libro fotografico: “Madonna di Porto. Le icone votive lungo i percorsi verso il Santuario”, attualmente in fase di pubblicazione.