La seconda immagine che il fotografo Antonio Renda ha scelto per noi è quella del Ponte di Annibale, forse ispirato dall’articolo “Alla scoperta del ponte romano di Scigliano: testimone di un passato magnifico” (https://ilreventino.it/alla-scoperta-del-ponte-romano-di-scigliano/), con il quale qualche giorno fa Gabriele Emilio Chiodo ci ha spiegato ad esempio che il ponte sul fiume Savuto ha più di duemila anni di storia, che faceva parte delle via Popilia, una via romana che collegava Reggio Calabria a Capua, ma soprattutto che ha poco a che fare con Annibale, perché quest’ultimo è transitato in Calabria circa un secolo prima della sua costruzione.
Ma poco importa! Per tutti noi resta il Ponte di Annibale, perché questo nome è pura poesia. E proprio citando una poesia di Constantinos Kavafis, il poeta greco vissuto a cavallo tra il diciannovesimo e ventesimo secolo, Antonio Renda ha voluto accompagnare la sua fotografia:
<< L’unico pensiero che mi corre in testa è la poesia di Kavafis, anche se Annibale non era un barbaro… >>
E del resto, la poesia che ci propone finisce con un senso di rimpianto per il mancato arrivo dei cosiddetti barbari e con un verso rivelatore: “In loro [riponevamo] ogni speranza / Di soluzione delle nostre grane.”
Un verso che nasconde una cultura profondamente diversa da quella che oggi tende a dividere, separare, diffidare di popoli e civiltà diverse dalla nostra. Al contrario dei nostri predecessori, ben consapevoli del valore dello scambio e della contaminazione, intesa sempre come arricchimento reciproco.
Allora, noi non possiamo fare altro che condividere il pensiero dell’autore della fotografia e leggere alcuni bellissimi versi da “Aspettando i barbari” di Kavafis (nella traduzione di Guido Cernetti), prima di soffermarci ancora sulla poesia – questa volta visiva – che promana dalla sua opera:
<< Tutti qua, sulla piazza ad aspettare. / Tutti quanti a far niente. C’è un motivo? / Eh… Oggi arrivano i barbari. / Anche il Senato è fermo. / I senatori, là seduti. / Niente più leggi… / Perdìo, coi barbari alle porte / Dovrebbero far leggi i senatori? / Toccherà ai barbari. Arrivano – tra poco. […] Beh, che succede adesso? / Un trambusto, uno sbigottimento, / Facce crollate… / Strade e piazze di colpo svuotate / La gente chiusa in casa per riaversi / Vien notte. / Barbari niente. Dal confine / Qualcuno è accorso per avvertirci: / Di barbari neanche l’ombra! / Ahi! Ahi! Ahi! Sciagura a noi! / Ci hanno lasciati / Orfani i barbari – e noi riponevamo / In loro ogni speranza / Di soluzione delle nostre grane. >>
Raffaele Cardamone
In basso, La foto di Antonio Renda e, a seguire, la sua Biografia…
Foto di Antonio Renda (Fototeca della Calabria)
Biografia di Antonio Renda
Antonio Renda è un fotografo e un documentarista. E’ nato a Catanzaro nel 1964. Ha compiuto studi universitari di filosofia e antropologia. Professionista dal 1991. Specializzato in fotografia di architettura, arte e turismo. Il suo archivio conta oltre 100.000 immagini sulla Calabria.
Ha collaborato alla realizzazione di numerosi prodotti editoriali con le maggiori case editrici calabresi: Rubbettino, Abramo, Iiriti, e nazionali come Silvana Editoriale, Electa-Mondadori e ha pubblicato sulle riviste: Oasis, Bell’Italia, A tavola, Terre del vino, Qui Touring, Abitare, Informatore Agrario; ha inoltre curato la fotografia per le Riviste: Calabria Rurale, Calabria è, Catanzaro Arberia.
Collabora da molti anni con le maggiori istituzioni calabresi e con case editrici, e autori vari. Per l’Assessorato alla Cultura e al Turismo della Provincia di Catanzaro ha curato i cataloghi per le edizioni della mostra di arte contemporanea “Intersezioni” (ed. Electa) e per la mostre realizzate al Museo MARCA di Catanzaro fin dalla sua fondazione.
Ha inoltre realizzato le immagini per le due edizioni del catalogo del “Museo Storico Militare” di Catanzaro (ed. Rubbettino), i calendari e i cataloghi del “Parco della Biodiversità” di Catanzaro.
Per la mostra “Intersezioni” e il Museo MARCA ha realizzato inoltre i video sugli artisti e le relative mostre.
È responsabile della “Fototeca della Calabria”, associazione che si occupa della divulgazione della cultura e dell’immagine della Calabria, con una particolare attenzione agli scrittori ed artisti calabresi.
Ha inoltre realizzato, negli ultimi anni, numerosi cortometraggi su vari aspetti della cultura calabrese: il mediometraggio “Nella terra di Melusina”, ispirato ad un racconto di Corrado Alvaro, e i cortometraggi “I carbonai di Serra San Bruno”, “Bovari”, “L’ultimo Mugnaio”, “I Palmenti Di Ferruzzano”.
Un’opera fondamentale della sua produzione è il volume fotografico: “Differenze di Vedute – Il paesaggio nella provincia di Catanzaro” (ed. Rubbettino).