Il giovane imprenditore Carmine Calderaro, nei giorni scorsi, ha acceso i riflettori, con un suo intervento in onda su Teleuropa Network, su Camigliatello Silano, nota località turistica calabrese. Con dichiarazioni forti e pregne di significato, che riportiamo in seguito, chiede sostegni importanti per tutto il comparto turistico e non solo. Con il suo “Binario 37”, il giovane Calderaro rappresenta un tassello importante per il borgo di montagna. il coraggio, la passione di questi “eroi” non deve passare in sordina. Un perimetro ben definito, quello tracciato da Calderaro, che chiede soluzioni celeri e soprattutto consistenti.
Con “ilReventino” continueremo a seguire sempre queste storie.
Di seguito riportiamo la nota integrale, giunta in redazione in queste ore, oggetto della discussione.
“E’ cosa nota che la Sila abbia un potenziale incalcolabile in termini di attrattività. Ma, purtroppo, ancora oggi questo potenziale non viene validamente sfruttato. In un periodo di congiuntura economico-sociale come quello attuale, è ovvio che gli imprenditori delle località turistiche, subiscano le conseguenze più gravi della situazione, atteso che si tratta di attività che operano con particolare slancio in determinati periodo dell’anno. Tuttavia, in quanto titolare di una delle attività ricettive storiche e di primo livello della Sila – faccio un ragionamento a 360°, in una prospettiva a più ampio spettro e senza soffermarsi “solo” ad una mera disquisizione sui ristori, sulla possibilità di effettuare/non effettuare l’asporto, sul calo del fatturato. E’ evidente che nessun ristoro fino ad oggi erogato sia stato in grado di compensare neppure lontanamente le risorse perse in questi mesi di pandemia, è evidente il grave calo di fatturato subito e che si sta continuando a subire, è evidente lo sforzo che stanno facendo gli imprenditori di questo settore i più duramente colpiti. Ma anche laddove tali attività fossero state “ristorate” per il 100% delle perdite subite, ciò che emerge è che nessun ristoro potrà sostituire l’attività sul campo. Dobbiamo fortemente far emergere la voglia di ricominciare, la passione per questo lavoro, la voglia di poter dare anche opportunità lavorative ad altre persone grazie ad una attività avviata e conosciuta sul territorio. Gli imprenditori calabresi e, in particolare, quelli dell’altopiano silano non intendono in alcun modo cedere ad una logica di sussidi”.