Auguri a Tutti i Bambini che vestiranno per la prima volta il “grembiulino”. A tutti i Bambini / Alunni / Studenti fino a quelli Universitari. Ai Loro Genitori. Ai Docenti e a Tutto il Personale ATA. Ai Direttori dei Servizi Amministrativi. Ai Dirigenti Scolastici. Alle Autorità Scolastiche Superiori, fino al Ministro.
Il 1° Settembre comincerà un nuovo anno scolastico. Più in avanti suonerà la “campanella” a date diverse nelle diverse Regioni.
E sarà un anno delicatissimo per la Scuola. Dopo i tanti scombussolamenti degli ultimi tempi bisognerà restare vigili affinché non si ricreino ulteriori turbolenze che indeboliscano ancor di più il sistema pubblico dell’istruzione. Semmai, Esso va affrancato dalle incursioni pseudo efficientiste e rafforzato nelle fondamenta didattico-pedagogiche, nelle sue finalità specifiche di formazione “dell’uomo e del cittadino”; con una costante prassi relazionale verso la Società nel suo complesso, non esclusivamente intesa nella sua accezione lavorativa-economicistica. Sarà delicato perché nel corso dell’anno vi saranno le Elezioni Politiche per il rinnovo del Parlamento.
E bisognerà stare attenti a come saranno posti i problemi reali della Scuola nel quadro degli impegni programmatici che ciascuno sbandiererà. Valutare quanta coerenza e quanta manipolazione elettoralistica saranno espresse, sapendo cogliere le affermazioni di serio impegno depurate dalle inevitabili improvvisate promesse.
1) Si deve partire da dati inoppugnabili: l’Italia, tra i Paesi più industrializzati è quello che vive la grave contraddizione di avere il più basso numero percentuale di Giovani diplomati e di Giovani laureati, e, al contempo, il più alto numero di disoccupati diplomati e laureati.
Ora, come dice la stessa Ministra, tardivamente rispetto alle azioni dei governi di cui ha fatto ben parte, “…non ci può essere futuro nella nostra società se non si innalza il livello di studio in forma generalizzata, perché le società del futuro richiedono maggiore istruzione e più competenze…”. Allora bisogna intanto attivare politiche conseguenti che contrastino il crescente fenomeno dell’abbandono-mortalità scolastica. Questa politica ha un solo nome : Diritto allo studio, per Tutti, con reale sostegno ai capaci e meritevoli che vivono in condizioni di disagio economico. Significa investimenti maggiori. E politiche di dignitoso inserimento al lavoro tutelato, (non di voucher, non di precariato…).
2) L’altro dato significativo ci dice che il sistema scolastico italiano non produce risultati all’altezza delle necessità dei tempi. Le indagini internazionali sui livelli dei risultati ottenuti nel campo dell’istruzione-formazione collocano il nostro sistema in gradini troppo più bassi rispetto agli altri Paesi sviluppati. Soprattutto nei segmenti dell’istruzione Secondaria di primo e di secondo grado. Ma anche nell’Università. Ragionare sulle cause dei ritardi, assai più evidenti nelle regioni meridionali, è fondamentale per individuare le giuste scelte. Che non sono certo quelle messe in campo con la cosiddetta “ Buona Scuola”. Anzi, alcune decisioni imposte in quelle norme hanno contribuito a disorientare e a indebolire l’intero sistema. Come in questi giorni si può ben verificare. C’è da rafforzare l’impostazione didattico-pedagogica confermando le finalità della Scuola per come indicate nella Costituzione Italiana.
3) Il terzo punto riguarda la politica del Personale. Vi sono improvvisazioni senza senso, nelle forme di selezione, formazione e reclutamento. C’è una carenza di Personale che in forme diffuse produce disfunzioni, appesantimenti gestionali-amministrativi e anche freni alle stesse programmazioni didattiche. Tra i collaboratori, tra i Docenti, tra il personale ATA, tra gli ex Segretari oggi DSGA e tra gli stessi Dirigenti Scolastici. Nella sola Calabria vi sono 81 sedi di Istituti dati a reggenza, quasi tutti situati nelle zone interne: con DS e DSGA che “ ballano” nelle normative, avendo a che fare con 15/20 Plessi e con 6/7 Comuni. Condizione disumana oltre che professionalmente invivibile. Sapete chi ne va di sotto ? La Scuola, soprattutto la Scuola delle zone più deboli. Le nostre dei Paesi interni. I Dirigenti ( al di là delle meritorie abnegazioni e sicure professionalità) restano inchiodati alle rispettive sedie per il disbrigo piuttosto ordinario, ma indispensabile, delle pratiche. Sempre più lontani dalle Aule, dai Laboratori, dai contatti diretti con gli alunni, dagli stessi più significativi momenti di vita scolastica quali sono i Consigli di Classe calendarizzati e convocati per le decisioni sugli andamenti e valutazione dei risultati, via via registrati nel corso dell’anno. E la stessa operosità dei Docenti , anche di quelli più motivati, rischia di infrangersi in tante difficoltà e solitarie azioni di contrasto a tutto quello che la Società tende a scaricare nella Scuola, non volendone però valorizzare e difenderne le funzioni.
4) E poi c’è da smetterla con le elargizioni di bonus per deliberare riconoscimenti retributivi contrattualizzati, rimasti bloccati da 8 anni. Un giusto riconoscimento retributivo è indispensabile e doveroso, per Tutto il personale della Scuola , la quale, benché “schiaffeggiata” da più parti, pur con i suoi limiti e anche alcuni deprecabili dati di cronaca, resta tuttora la principale e più “sana istituzione”.
5) In ultimo: c’è da costruire un “sistema di valutazione” su basi equilibrate e obiettive, scartando ogni riferimento a pulsioni “efficientiste” e concependo graduali procedure selettive e premiali interne. Compresa una più giusta attenzione per il rafforzamento delle prove di Esame, fin dalle Classi dell’ obbligo (Primaria e Secondaria di 1° grado) , invece di svilirle come sta succedendo. Anche per non finire sepolti dalle polemiche sull’efficacia/ validità delle prove INVALSI (per me da mantenere, definendone bene le finalità e realizzando una trasparenza telematicamente diretta ). Non può essere affidato al sistema delle prove INVALSI il giudizio sul buon o sul cattivo operato di questo o di quel Docente in questa o in quella Classe, in questo o quell’altro Istituto. Una utile valutazione esterna presuppone la costruzione di un organismo qualificato che non dovrà assimilare, comparare-omologare l’attività scolastica a nessuno dei comparti produttivi, come si pretenderebbe.
A queste problematiche specifiche della Scuola, succintamente esposte, devono sentirsi interessati Tutti i Cittadini, perché in Essa davvero si potranno o no realizzare alla lunga le giuste condizioni per le prospettive di “crescita” sociale, culturale ed anche economica del Paese.
Con una Migliore Scuola si sviluppa una Migliore Società.
Auguri di Buon Anno Scolastico.
di Angelo Falbo