
Subito dopo, la professoressa Maria Rosaria Pedullà ha tenuto un’approfondita relazione sul prodotto editoriale “che giunge al termine di un lungo lavoro, effettuato dalla Cineteca della Calabria sul regista, del quale la Cineteca custodisce l’opera omnia, ed iniziato vent’anni fa con la prima ristampa dei documentari 54’59, proseguito nelle scuole con i progetti di alfabetizzazione e di divulgazione del cinema antropologico”. Pedullà ha messo in rilievo il percorso culturale e l’eredità intellettuale della Cineteca della Calabria, e si è soffermata a lungo, a tutto tondo, su Vittorio De Seta ed Eugenio Attanasio, al quale ha posto diverse domande mirate ad approfondire temi specifici. Attanasio ha esteso il discorso sul neorealismo italiano, con citazioni colte legate al cinema e alla letteratura. Il regista Eugenio Attanasio, sollecitato dalle domande di Stanizzi, ha anche raccontato episodi inediti di De Seta. Il giornalista Luigi Stanizzi ha rimarcato che Eugenio Attanasio è il più grande e più attendibile biografo di Vittorio De Seta, in quanto è stato oltre che suo allievo, anche il suo avvocato e amico per tanti anni. Attanasio è riuscito addirittura a inserire De Seta in un suo lavoro cinematografico. “Ma – ha detto Luigi Stanizzi – per conoscere un regista non basta un libro o un convegno, il regista parla attraverso i suoi film, per questo nei prossimi appuntamenti culturali dell’Università a Soverato, dovranno essere proiettati i film e i documentari di De Seta”. Ha infine suggerito un incontro sulla madre di Vittorio De Seta, la seducente principessa Maria Elia Pignatelli, che in Sila riceveva le visite dei grandi d’Italia dell’ epoca. La presidente dell’Università, professoressa Sina Pugliese Montebello, ha accolto con entusiasmo le proposte, annunciando anche il coinvolgimento del prof. Ulderico Nisticò.

E al tavolo dei relatori è stato invitato proprio il professore Ulderico Nisticò, storico, scrittore, polemista, Premio cultura presidenza Consiglio dei ministri, che ha inquadrato la vita di De Seta nel periodo storico e politico, tracciando la differenza fra marxiani e marxisti, visto che Vittorio De Seta di famiglia ricca e nobile si autodefiniva marxista. È stato anche raccontato che molti anni addietro, quando il Presidente del Premio Mar Jonio Luigi Stanizzi chiamò pubblicamente sul palco “Il regista, il Marchese Vittorio De Seta”, per consegnargli il Premio, lui prima di avvicinarsi sbottò irritato bisbigliando ad Eugenio Attanasio che era seduto accanto: “Io sono un Comunista, Marxista, e questo mi chiama Marchese… mmahh!”