La parziale riapertura al transito pedonale del tratto della s.p. 40 interessato dallo smantellamento della paramassi è senz’altro una buona notizia. È stata anche l’occasione per accertare lo stato dei lavori, ma rileggendo la relazione tecnica a firma dell’ingegner Vincenzo Coppola che riteniamo attendibile, sorge qualche dubbio sulle fasi di lavoro da realizzare. In particolare, non è chiaro se è ancora prevista la realizzazione del rinforzo corticale nella parte di versante, la realizzazione del fosso di guardia a tergo del muro di monte e il ripristino finale del piano viario.
Sarebbe opportuno accertare in questa fase l’efficacia del cronoprogramma dei lavori perché dopo oltre un anno dalla chiusura non vorremmo ridurci nell’indifferenza generale a successive chiusure del tratto.
Dalla relazione tecnica riportiamo quanto segue «si realizzerà un fosso di guardia in cls debolmente armato con rete filo 6 20×20 e spessore pari a 15cm e di lunghezza pari a circa 95,00m a tergo muro di monte al fine di garantire un’adeguata regimentazione delle acque provenienti dal pendio. Tale fosso […] garantirà che le acque provenienti da monte non si riversino sulla strada provinciale oltre che non si infiltrino dietro al paramento murario».
Chi ha prestato attenzione alla situazione attuale del cantiere ha notato però la posa di un canale metallico proprio sopra il muro lato versante. Si tratta di un’installazione provvisoria o si sta tecnicamente bistrattando un progetto?
Desta inoltre non meno preoccupazione il possibile stato della condotta fognaria che attraversa la s.p. 40 proprio sotto il cantiere oggi esistente. Ricordiamo che nel settembre 2017 è stato sostituito un tratto della condotta poco distante e che richiedemmo invano all’amministrazione comunale una video-ispezione della condotta fino alla paramassi per accertare lo stato della condotta. Questo perché addetti ai lavori, tecnici e amministratori di lungo corso ritengono che proprio questo tratto fognario sia un autentico colabrodo. Possiamo permetterci di soprassedere ad una possibile criticità di un’area già a rischio frana R3 per mancanza di spazi finanziari? Segnaliamo agli addetti ai lavori che diversi sono gli avvallamenti del manto stradale e l’odore nauseabondo che caratterizza la zona in ogni momento della giornata. Ci auspichiamo che l’interesse di una comunità intera prevalga su possibili querelle fra Comune e Provincia e che questi enti lavorino congiuntamente, senza rimpalli di responsabilità per effettuare un’ispezione sulla condotta fognaria e sostituirla qualora si riscontrassero le paventate criticità.
Ad oggi resta incerta anche la definizione del termine ultimo di fine lavori e dei famigerati 180 giorni, pur rimanendo fiduciosi sul superamento del disagio attuale, sentiamo il dovere di portare all’attenzione generale le preoccupazioni di molti cittadini che sperano di ricevere, almeno dal presidente Enzo Bruno, le giuste risposte con la solerzia che sta caratterizzando la sua guida della Provincia di Catanzaro.