Decollatura – Alla presenza di oltre venti sindaci del Reventino-Savuto e di tutto il comprensorio, delle autorità religiose e delle associazioni, è programmata la manifestazione “Il valore della memoria, il sapere dell’identità” organizzata dal comitato 23 dicembre 1961, con la collaborazione del Comune di Decollatura, per giorno 11 dicembre 2021 a partire dalle 9,30 presso la sala convegni del Palahotel Vallenoce a Decollatura, nell’ambito delle commemorazioni del 60° anniversario del disastro ferroviario della Fiumarella.
Alle 9,30 verrà officiata una Santa Messa solenne per tutte le vittime, presieduta dal Vescovo di Lamezia Terme, Mons. Schillaci e dai sacerdoti dei paesi colpiti dalla tragedia. Lo studente Francesco Costantino introdurrà i presenti alla parte civile, dunque al giovane storico Andrea Flocco che farà una dissertazione sull’importanza della riappropriazione storiografica della vicenda. Come riporta wikipedia, l’incidente ferroviario della Fiumarella è stato un disastro ferroviario italiano, avvenuto il 23 dicembre 1961 alle ore 7:45 sulla linea delle Calabro Lucane, ferrovia Cosenza-Catanzaro, nella immediata periferia di Catanzaro; causò la morte di 71 passeggeri, 31 dei quali del comune di Decollatura.
L’avv. Giuseppe Sacco avrà il compito di coordinare gli interventi delle autorità per un saluto formale. Invitati tra gli altri il prefetto di Catanzaro, il presidente della Regione Calabria e Ferrovie della Calabria. Poi la parola andrà a Giovanni Petronio, che dialogherà con Maria Chiara Caruso, in merito alla memoria del 23 dicembre 1961 e contestualmente traccerà le linee guida del suo nuovo libro sul tema intitolato: “La Fiumarella. Il più grave deragliamento della storia d’Italia!”. Dopo il precedente volume, nel nuovo c’è un racconto meno legato alle storie e più alla storia in senso complessivo. Un lavoro scientifico che approfondisce e ricostruisce minuto dopo minuto gli accadimenti, dalla partenza allo schianto. Ampio il risalto alle vicende dei sopravvissuti e poi al processo, su cui Petronio ha avuto parziale accesso. Del libro però ne parleremo in un altro articolo. La giornata dell’11 si concluderà con un momento di raccoglimento comunitario in memoria di tutte le vittime. Prevista una chiusura solenne.
Come sottolinea Petronio: “Il disastro della Fiumarella è il più grave, ignorato e rimosso, deragliamento ferroviario della storia d’Italia! È in realtà la più grave tragedia calabrese dalla fine della Seconda guerra mondiale! Era una piovosa alba quando il viaggio senza ritorno del treno A7 partì dalla stazione di Soveria Mannelli alle 6:43, composto da un’automotrice Breda M2 123 e da un carrello rimorchio Breda RA 1006; sarebbe dovuto arrivare al capolinea di Catanzaro alle 7:57. A pochi minuti dall’arrivo, una rimorchiata ruppe l’asta di trazione che l’univa alla sua motrice e precipitò da un viadotto… Fu una sorta di terza guerra mondiale, con la differenza che in una lotta armata fratricida, la precarietà è centro imprescindibile della quotidianità. La morte vive cucita addosso, si sa che potrebbe esserci, non la si vuole, non la si cerca, ma è quasi “normale” che ci sia. Di contro, su di un treno è inimmaginabile che possa sopravvenire quello che si palesò quel 23 dicembre 1961. Su di un treno, che da sempre declina un’idea di progresso sociale e di civiltà, non si va a combattere, eppure lì si morì come si muore su di un campo di battaglia, nello stesso e atroce modo[1]…
Nei due conflitti, inoltre, non si perse una generazione quasi per intero: c’è chi perì, ma ci fu anche chi si salvò e tornò. Con la Fiumarella un’intera classe fu azzerata quasi completamente, fu estinta, provocando un vuoto immenso. Tutti noi, ma anzitutto le istituzioni, oggi più che mai, abbiamo il categorico dovere di imprimere alle generazioni attuali e future, il 23 dicembre 1961!”
All’evento dell’11 seguiranno una serie di iniziative che coinvolgeranno tutto il comprensorio, che si concluderanno giorno 29 dicembre. Di questo ne riparleremo a inizio settimana, quando verrà reso noto il calendario specifico.
[1] In guerra si era obbligati ad andare, non vi erano scappatoie; viaggiare a scuola era una scelta opzionale dettata dalla volontà.