C’è un grande e positivo fermento in questi giorni attorno alla questione degli Ospedali di montagna. Dopo l’incontro tra i sindaci dei comuni interessati e il presidente Oliverio, si è tenuto giovedì scorso (14 maggio 2015) un incontro, a Falerna, tra i vari rappresentanti dei Comitati per la difesa degli Ospedali di montagna. Di seguito pubblichiamo il testo integrale del comunicato stampa che ha fatto seguito all’incontro e che reca la firma congiunta del coordinatore Comocal Alessandro Sirianni e dei referenti territoriali, Salvatore Albanese, Antonello Maida, Paolo Belsito e Giovanni Guzzo.
<< Proficuo l’incontro che il Comocal ha promosso per trovare un’azione condivisa tra i quattro territori che ospitano gli ospedali di montagna. Presente il coordinatore Alessandro Sirianni e i referenti di Acri, Paolo Belsito; di Serra San Bruno, Salvatore Albanese; di San Giovanni in Fiore, Giovanni Guzzo e di Soveria Mannelli, Antonello Maida. Sotto esame i recenti incontri tra il Commissario, Massimo Scura, il Presidente della Regione Mario Oliverio, il Presidente del Consiglio Regionale, Antonio Scalzo e il presidente della commissione sanità, Michele Mirabello, oltre che i sindaci dei territori montani. Incontro che ha prodotto l’ennesima discussione con proposte per certi versi già note, che rischiano di restare nel limbo degli annunci e di non produrre dinamiche di vero cambiamento. Il Comocal si dice convinto del fatto che la sopravvivenza di queste strutture sia legata a una caratterizzazione degli ospedali montani nella forma di ospedali generali, con le attività chirurgiche che li denotano, con servizi diagnostici propri, quali le unità operative di base (chirurgia, medicina, ostetricia e ginecologia, così come indicato dalla legge 502/1992 che nelle linee guida nazionali riconosce particolari tutele agli ospedali di zona montana), oltreché gli altri servizi essenziali per garantire il rispetto dei livelli minimi di assistenza: cardiologia, radiologia, dialisi, laboratorio analisi, fisioterapia, farmacia e pediatria. Eppure gli strumenti per evitare che l’esecutività del decreto possa dare origine a soppressioni, a questo punto scellerate, esistono eccome. Il provvedimento potrebbe essere impugnato dallo stesso Presidente della Giunta Regionale, ma qui i tempi rischierebbero di dilungarsi oltremodo; mentre una presa d’atto dello stesso Commissario con la rimodulazione del Decreto (operazione che richiede, di fatto, non più di un giorno di lavoro) potrebbe delineare un’azione compensativa capace di riconoscere alle strutture montane quei prerequisiti sollevati pubblicamente dagli stessi Scura ed Oliverio, mettendo tutto nero su bianco e superando il criterio dei meri annunci che producono solo castelli di sabbia e fumo negli occhi ai cittadini, così come già fatto dai predecessori. Il Comocal, pertanto, invita il commissario a rendersi diligente nel voler dare azione immediata ai poteri che gli sono propri, apportando le correzioni oramai necessarie al provvedimento e chiudendo definitivamente questa spinosa vicenda. Al Commissario in forza di quanto esposto, unitamente al presidente della regione, si chiede ufficialmente di voler incontrare il Comocal, che formulerà una propria proposta sulla riorganizzazione degli ospedali di montagna per come sopra ipotizzato. Tutto da esaurirsi nel giro di una settimana perché i tempi stringono. Da questo ne deriverà il futuro prossimo dei nostri territori e, a tal proposito, il Comocal continuerà a porre in essere, fino a che non arriveranno risposte concrete, ulteriori forme di protesta dura, chiamando i cittadini a scendere ancora in piazza. >>