Diario di un viaggio missionario, cosi potrebbe chiamarsi il nostro libro. Un gruppo di 6 volontari, – è scritto in una nota – con a capo della spedizione il vice sindaco del comune di San Mango d’Aquino, Francesco Trunzo, l’Assessore Francesco Marsico il giornalista Antonio Chieffallo, Il presidente della Pro-loco Enzo Trunzo, e due autisti Giuseppe Guido e Massimo Fiorile Sacco , sono partiti dal paesino calabrese con destinazione Ucraina, hanno attraversato 12 dogane, 8 stati, 80 ore di mini bus, 2 traghetti, tanta stanchezza tanta emozione, arrivati al confine con Zahony in Ungheria il gruppo si divide, alcuni rimangono al confine a servire pasti caldi ai tanti che arrivano da Leopoli, donne e bambini, in questo luogo diverso dal resto dell’Ungheria, trovano un Sindaco che fa’ del suo mandato una missione, accoglie e compra quello che serve e per il campo, in quel campo un altro gruppo di Italiani arrivati da Firenze, si fa’ gruppo siamo Italiani e il cuore va oltre l’ostacolo, dopo 3 giorni senza una doccia, i nostri, Francesco, Enzo e Massimo, continuano a lavorare senza sosta, non per la gloria, ma per l’amore, e nessuna intenzione di sentirsi migliori, semplicemente grati.
Gli altri 3, -prosegue il racconto – Francesco Trunzo, giuseppe e Antonio, oltrepassano il confine nonostante le mille difficoltà e i controlli, ad accoglierli il rumore delle sirene anti bombe, un rumore che li accompagnerà durante tutta la sosta in terra Ucraina e che ancora adesso risuona nelle orecchie dei volontari, ma non c’è il tempo di pensare, si continua e si va sempre più’ all’interno della terra tanto desiderata da Putin, si arriva in città si scaricano le merci e si parla di quello che sta succedendo, mentre sulle strade dissestate di quella terra, si vedono militari bambini con fucili in spalla che ti guardano con gli occhi pieni di lacrime, si dorme in albergo e la proprietaria, nonostante eravamo solo noi gli ospiti, con voce spezzata dall’emozione, ci dice tutto gratis, grazie ha voluto regalarci le stanze, ed è questa immagine che ci fa capire che hanno bisogno di noi, il giorno dopo le merci vengono caricate e portate a kiev, dove ormai, anche le cose che a noi sembrano normali, per loro sono lussi, le nostre medicine i nostri generi alimentari, aiuteranno i tanti assediati in città.
Tornati a San Mango, stanchi ma con il mal di Ucraina, nuova malattia che ci vuole fare tornare immediatamente in quei territori, ad accoglierci tanti cittadini sammanghesi, orgogliosi di noi, ma non c’è tempo, continuiamo il nostro impegno insieme agli altri che ci hanno supportato dall’Italia, accogliamo 18 persone in una casa comunale e altre ne arriveranno nei prossimi giorni, ma la nostra disponibilità di spazi, per il loro benestare, si ferma a 24; siamo quasi al limite. Sentito il vice sindaco del comune dice che: “abbiamo bisogno di altre case, abbiamo bisogno che, ad esempio, l’aterp, la società che gestisce le case popolari in tutti i comuni calabresi, in via del tutto eccezionale, metta a disposizione di queste persone le tante case sfitte, abbiamo bisogno di tutti gli apparati regionali, di tutti i cittadini calabresi, ed abbiamo bisogno che le istituzioni ci riuniscano e sentano le esigenze dei tanti che stanno arrivando nella nostra splendida regione, ci sono tanti bambini e tante mamme spaesate”.
Tutta la missione – dicono i volontari – è stata finanziata con fondi privati, aziende del luogo, semplici cittadini e gli stessi volontari, oltre alla pro loco, l’avis, la protezione civile e i ragazzi del servizio civile, tutti di San Mango d’Aquino, un ringraziamento va alla pro-loco di Falerna e alla provinciale, oltre all’associazione ri-vivere di Martirano con la sua presidente Morena Vento, alla lega gruppo di Lamezia Terme sapientemente guidata dall’avv. Giuseppe Isabella, oltre a radio Crt, che ci ha coinvolti nelle sue dirette ed è stata la radio ufficiale del viaggio.
Avremmo tante altre cose da dire, – concludono così lo scritto i coraggiosi sammanghesi – il silenzio di molti politici, su alcune nazioni che ci hanno vietato il passaggio sul loro territorio, o su altre nazioni finte buoniste europee che hanno fatto di tutto per cercare di bloccarci, ma non è il momento delle polemiche, e il momento di accogliere tutti insieme il grido di aiuto di queste persone che lasciano i loro affetti, le loro case e cercano solo di dimenticare il suono delle sirene.