Dopo lo storico oleificio Ligarò, la rubrica “Made in Cropani” , ideata dalla locale Pro-loco per indicare le eccellenze del territorio, passa al capitale umano, indicando un artista che non difetta di creatività: Pasquale De Luca. «Dipingo ricercando me stesso e non imito nessuno. Le mie opere sono ciò che sono, senza nessun riferimento né passato, né moderno».
Comincia a raccontarsi così Pasquale De Luca, pittore, ma anche scultore, figlio di una terra tanto bella quanto difficile da vivere per chi, come lui, ha il dono di riuscire a imprimere sulla tela gli impulsi del cuore.
Pasquale, pur essendo nato a Sersale, può essere definito cropanese a tutti gli effetti: «E’ in questo luogo che mi sono nutrito, letteralmente e metaforicamente, di genuinità e folclore, attingendo dalla tradizione contadina tramandatami da mio nonno, tutto ciò che oggi esprimo nei quadri – spiega l’artista -. Di fatti, nei miei ultimi lavori impiego la tela di sacco e la considero un po’ come la trama della mia pelle… la lascio grezza, parzialmente dipinta a simboleggiare le mie origini con la ferma convinzione che, più si conosce la materia più si prende consapevolezza della realtà vera». È l’iperfiguratività: la reinterpretazione del vissuto dell’artista; iperfigurare significa destrutturare ciò che vegli vede e ricostruirlo seguendo la sua sensibilità, che è tutta impregnata di suggestioni legate al luogo in cui è nato.
«Il mio obiettivo è quello di realizzare un portfolio artistico che rappresenti la Calabria» dice De Luca.Le sue opere sono caratterizzate dalla frammentazione astrattiva: la distruzione di un oggetto e la sua trasformazione in qualcos’altro che abbia senso per lui. Si tratta di qualcosa difficilmente interpretabile che ha a che fare con la sfera intima e con la ricerca di sé. La pittura frammentata induce artista e fruitore allo spaesamento e, allo stesso tempo, permette con le proprie esperienze un “rivestimento”. Questo atto si chiama genesis… «Ci sono arrivato sempre riferendomi al mio essere profondamente contadino, cercando di fondere tradizione e modernità». L’espressione del suo linguaggio giunge alla sintesi di espressioni immediate nella stesura, quanto calibrate e scrupolose nella complessità compositiva, diventa cifra retorica unica, fortemente connotata da una profonda cultura agricola.
Nel gioco dell’espressione, si cela anche una verità cercata dell’immagine che viene filtrata attraverso punti d’unione, fino a portare alla luce le raffigurazioni dell’artista, nate dalla terra della sua regione, la Calabria ed in particolare di Cropani, così antica e misteriosa. Made in Cropani: la locale Pro-loco, presidente Angelo Grano, punta su una nuova rubrica per valorizzare cose che ci sono da sempre e non sono mai state valorizzate.
di Enzo Bubbo