“Il Bullo non è empatico perché non è capace di riconoscere la sofferenza e le emozioni dell’altro e, come tale, va aiutato insieme agli attori del triangolo”, ha esordito il Commissario del Comando di Polizia di Lamezia dott. Giorgio Pezzutto in occasione della manifestazione “Prevenire, riconoscere e gestire casi di Bullismo e Cyberbullismo” organizzata dall’Istituto “Don L. Milani” di Martirano nella sede della Biblioteca comunale di S. Mango d’Aquino. Uno spazio formativo rivolto ai genitori degli alunni della scuola, inserito nell’ambito della prevenzione universale per il contrasto a fenomeni sempre più significativi nella nostra società e nel mese dedicato alla sicurezza sulla Rete. Individuare le vittime del Bullismo o del CyberBullismo non è esperienza semplice; è necessario osservare, scrutare quei visi tristi, spesso in solitudine e agitati profondamente nell’animo”.
“Sono questi gli atteggiamenti di disagio – ha detto ancora Pezzutto – che rendono inquieta la vittima di uno o più bulli in un’aula o in una Comunità. Pezzutto ha insistito sulla necessità di aprirsi nel caso in cui le richieste rivolte da coetanei, nei corridoi di una scuola, o da falsi amici maggiormente sul web, risultino inusuali e difficilmente comprensibili. I ragazzi sono invitati a non tacere ed a rivolgersi ad un adulto, genitore o educatore che sia. Non ultima la Polizia, sempre pronta a risolvere problematiche che interessano, spesso, questioni di adescamento e ricatto nei confronti di minori. Le Istituzioni devono fare rete per fornire risposte ai problemi. Se si chiede aiuto a queste ultime si fa il bene della vittima ma anche del bullo. Perché entrambi sono in una circostanza di difficoltà e necessitano di aiuto. In uno spazio di confronto ricco di genitori attenti, si è fatta un’analisi delle linee comuni da adottare per un’educazione consapevole”.
Il Commissario ha invitato i genitori a sapere ascoltare evitando, soprattutto difronte a sospetti, domande insistenti, assillanti; bisogna dimostrare una presenza discreta, funzionale ad un’eventuale richiesta di aiuto. Dinnanzi a dati allarmanti di ragazzi che, dagli undici anni, navigano sulla rete più di 4 ore al giorno e vivono, più degli adulti, la Nomofobia, ossia la paura di restare disconnessi dal proprio smartphone, la Comunità si interroga su come educare gli adolescenti all’utilizzo dei social.
Il Dirigente Scolastico, prof.ssa Manuela Maletta, presentando, insieme alla referente per le azioni contro il Bullismo, Marianna Roperti, le Linee Guida del Miur ha sostenuto con vigore, che “la Scuola, insieme agli altri attori, deve lavorare per favorire il rispetto delle esistenze altrui, lo sviluppo di un pensiero critico che permetta di selezionare le notizie intenzionalmente false da quelle attendibili e sensibilizzare gli studenti di ogni età ad un linguaggio corretto ed inclusivo, che consenta di esprimere la propria opinione senza offendere e discriminare”. E’ stato ribadito che la scuola si è adoperata in un lavoro di screening volto a far emergere e contrastare eventuali azioni di prepotenza. A fine dibattito è stato distribuito materiale informativo utile per esercitare, sempre più consapevolmente, il ruolo di educatore, sottolineando che il Cyberbullismo è reale e non virtuale e, dai 14 anni, può essere perseguito penalmente.