di Luigi Guzzo –
Quando si arriva nei pressi dell’abbazia di Santa Maria di Corazzo costruita nell’XI secolo dai monaci benedettini, i cui ruderi si trovano nel territorio di #Carlopoli in provincia di #Catanzaro, il pensiero va subito a Gioacchino da Fiore.
Nell’abbazia di #Corazzo, infatti, Gioacchino da Fiore divenne abate e iniziò a scrivere la prima delle sue opere, “La Genealogia”, ottenendo da papa Lucio III la “licentia scribendi”.
Il pensiero e la fantasia di chi visita questo luogo incantato, va subito ai monaci benedettini, immaginandoli scrivere, lavorare e pregare passeggiando lungo i pendii dei monti e delle campagne circostanti.
L’abbazia si erge in una natura incontaminata che richiama quella della #Sila Piccola, e ovunque si volge lo sguardo si ha la sensazione di grandi spazi e di libertà.
Il canto degli uccelli che volano in cielo o posati sugli alberi, accompagna i visitatori.
In primavera stupenda è la fioritura di un grande melo che col soffiare del vento provoca una meravigliosa nevicata di petali bianchi.
L’abbazia di Santa Maria di Corazzo non è soltanto un luogo per chi vuole conoscere, approfondire o semplicemente incuriosirsi dei fatti accaduti in quel tempo, ma anche tappa di camminatori, ciclisti, e famiglie che decidono di passare una giornata diversa, portando i bambini a godere della spensieratezza che solo la natura sa dare. Si può approfittare dell’incontro con Silvana Amoroso, sempre pronta a narrare con passione la storia dell’abbazia.
Per chi volesse arricchire la giornata, a pochi passi dall’abbazia vi è l’Agriturismo “Alla Jumara” che, oltre ad avere un locale al chiuso, ha un’area attrezzata con tavoli e barbecue, un’area per bambini ed uno splendido laghetto artificiale dove è possibile pescare.
Insomma, l’abbazia di Santa Maria di Corazzo, che sicuramente merita maggiore valorizzazione, costituisce un fiore all’occhiello della nostra amata #Calabria, meritando sicuramente di essere visitata al più presto.