Il sociologo canadese Erving Goffman, alla fine degli anni ’50, elaborò la teoria della “vita come rappresentazione”, per spiegare le interazioni sociali tra individui, ognuno dei quali tende a interpretare e comunicare un proprio ruolo che generalmente cambia a seconda dei diversi contesti in cui si trova.
Né più e né meno che un attore di teatro che deve adattarsi, nella finzione scenica, a un diverso ambiente e a differenti modi di vestire, parlare, muoversi e gesticolare, ogni volta che deve affrontare un nuovo copione e quindi un nuovo personaggio.
Basterebbe questo per evidenziare la valenza educativa del teatro, a prescindere poi se si sia portati a scegliere, nella vita reale, di interpretare ruoli diversi o essere sempre se stessi, cosa decisamente più difficile.
Probabilmente anche per questo, ma non solo, ormai da molti anni l’Istituto Comprensivo “Rodari” propone ai suoi allievi il “progetto teatro”, in orario extracurriculare e con la finalità di far loro conoscere, attraverso una didattica diretta e partecipata, alcuni eventi particolarmente significativi della storia locale, nazionale e internazionale. E ciò naturalmente senza trascurare gli obiettivi, non certo secondari, di favorire la socializzazione e il coinvolgimento in un’attività collettiva e finalizzata alla realizzazione di un vero e proprio spettacolo da far fruire a spettatori in carne e ossa.
Inoltre, con la partecipazione a concorsi teatrali e la possibilità di rappresentare l’opera anche in altri contesti territoriali, si attiva un confronto positivo con realtà diverse dalla propria e si offre agli alunni, probabilmente per la prima volta nella loro vita, la possibilità di mettersi in gioco come soggetti attivi.
Quest’anno il progetto ha coinvolto oltre 50 ragazzi delle scuole di Soveria Mannelli e Carlopoli, che metteranno in scena il dramma di Corrado Plastino, professore dell’Istituto, dal titolo “La valigia”, per la regia collettiva di Giusi Marasco, Emilia Molinaro, Corrado Plastino, Gabriella Sirianni e Cinzia Fiorenza.
La storia si dipana lungo gli anni più cruenti e difficili del secolo scorso, dal 1923 al 1943, attraverso il racconto di una nonna alla nipote: il ricordo tenero e poetico dell’innamoramento di lei tredicenne nei confronti di un ragazzo ebreo che frequentava la sua stessa classe, e quello tragico di come questi sia uscito da un giorno all’altro dalla sua vita a causa delle leggi razziali, proclamate dal fascismo in Italia nel 1938. Tutto questo per arrivare a parlare anche di un evento storico avvenuto il 16 ottobre 1943, con la cattura e la deportazione nel campo di concentramento di Auschwitz degli ebrei romani.
La valigia del titolo è poi una sorta di oggetto magico, una sfera di cristallo o meglio – per i nostri giovani ipertecnologici – un proiettore olografico che consentirà in qualche modo alla storia raccontata di prendere forma e diventare reale.
Lo spettacolo, come si può facilmente desumere ricco di contenuti e suggestioni, ha il patrocinio dei comuni di Soveria Mannelli e di Carlopoli, del Parco Storico di Monte Sole (Marzabotto), del Parco Nazionale della Pace (Sant’Anna di Stazzema), dell’ANPI (Comitato provinciale di Catanzaro).
Le date delle esibizioni – da non perdere – saranno le seguenti:
– 21 maggio, alle ore 21:00, al festival Teatro Scuola di Altomonte;
– 25 maggio, alle ore 21:00, a Carlopoli (palestra della scuola);
– 27 maggio, alle ore 21:00, a Soveria Mannelli (palestra della scuola primaria).
di Raffaele Cardamone