Anche da Marzabotto e Stazzema, luoghi simbolo della Resistenza e della Liberazione dal giogo del nazifascismo, è arrivata fortissima l’eco dei successi di una rappresentazione teatrale tutta concepita e realizzata all’interno dell’Istituto Comprensivo “Gianni Rodari” di Soveria Mannelli e Carlopoli: scritta dal professor Corrado Plastino e interpretata da quaranta ragazzi della scuola, per la regia dello stesso Plastino e delle docenti Gabriella Sirianni, Emilia Molinaro e Teresa Matera.
L’opera teatrale, rappresentata nella prima settimana di ottobre a Marzabotto e Stazzema, ha per titolo “Settanta” e racconta appunto i settant’anni della Repubblica italiana che ricorrono quest’anno, ma soprattutto trasmette i valori, spesso incautamente trascurati, della storia e della memoria.
Lo fa attraverso il racconto di tre storie di “eroi semplici” ma pieni di coraggio: quella di un lavavetri extracomunitario con due lauree, quella di un’agente di scorta del giudice Borsellino e quella, forzatamente inconsapevole, di una bambina appena nata, Anna Pardini, vittima dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema.
Nell’occasione, Fabrizio Carollo, nella sua video-rubrica “Un autore nella cultura”, ha intervistato il professor Corrado Plastino, che, rispondendo alle domande, ha avuto l’opportunità di soffermarsi su varie tematiche tra cui quelle della memoria e della partecipazione:
<< Quella di Calabria è una terra troppo spesso senza memoria e noi insegnanti ci siamo quindi proposti di trasmettere memoria alle nuove generazioni che saranno la classe dirigente del futuro. Si è pensato di partire da storie semplici, di persone normali, per far capire ai ragazzi che ognuno di noi può dare un contributo importante per far crescere la società, se fa la sua parte e se aiuta chi è in difficoltà. >>
Ma è stato affrontato anche il tema della didattica attraverso lo strumento, coinvolgente e stimolante, del teatro:
<< I ragazzi capiscono subito e si avvicinano a questi argomenti con partecipazione ed emozione, perché una cosa è studiare sui libri e un’altra cosa è interpretare un personaggio in una storia, avendo anche, come in questo caso, la possibilità di visitare i luoghi in cui la storia è stata fatta. Quindi, tra il teatro e la storia, ma anche tra la scuola e il teatro, esiste un legame strettissimo perché l’aspetto emotivo, che il teatro riesce ad attivare in modo naturale, è secondo noi un punto fondamentale per dare ai nostri ragazzi la possibilità di capire non solo la storia ma tutto quello che viene studiato a scuola. >>
Che una scuola del profondo Sud riesca a suscitare interesse in territori considerati tradizionalmente più “avanti” dal punto di vista culturale è davvero una buona notizia. Qualcosa su cui fondare la prosecuzione di un percorso iniziato molti anni fa e che ci sembra debba proseguire anche nel futuro, per formare giovani consapevoli del fatto che la storia è “maestra di vita” e che non si possono sacrificare, sull’altare di una malintesa voglia di progresso a tutti i costi, la memoria e la cultura di un popolo.
Chi volesse approfondire l’argomento, ascoltando per intero l’intervista al professor Corrado Plastino (nella video-rubrica di Fabrizio Carollo “Un autore nella cultura”), può cliccare sul seguente indirizzo:
https://www.youtube.com/watch?v=7RxH8mkepyE&feature=share&app=desktop