Soveria Mannelli – <<Tre mesi e ancora in ospedale non arriva il radiologo, eppure il commissario Giuseppe Perri, più volte ci ha rassicurati che il problema sarebbe stato risolto con imminenza, persino il 18 settembre in occasione di un incontro con i cittadini ci era stato detto che il problema si sarebbe risolto in una settimana. Intanto i giorni passano e i cittadini sono costretti a trasmigrare soprattutto a Cosenza o Catanzaro per farsi una semplice lastra, se non ai privati qualora la necessità diventa impellente>>. E’ quanto rileva il presidente del Comitato Por Ospedale di Soveria Mannelli, Antonello Maida, in una nota che pubblichiamo pervenuta in redazione.
<<Un diritto negato a una fascia di popolazione montana – si legge nel comunicato – dove sono spesso le persone anziane ad averne bisogni che non dispongono di una autovettura e costretti a ripiegare a noleggi con aggravi di spesa notevoli. Pare che il problema sia stato rallentato per ricorsi fatti all’azienda con richiesta di accesso agli atti. Ma questo non dovrebbe pregiudicare soluzioni diverse, quali l’invio di un medico almeno due o tre volte a settimana per la sola mattina. Evidentemente l’azienda non ricorre a tali e sistematiche soluzioni, considerando il fatto che il dott. Galea è stato nominato responsabile unico di Lamezia e Soveria e tale decisone sarebbe potuta entrare legittimamente nelle sue competenze concordandola con la direzione sanitaria. Se il problema esiste nella sua prospettiva burocratica, esso diventa endemico nella prospettiva riparatrice. Tutto in un silenzio assordante, visto che recentemente sono state intavolate riunioni volte a comprendere lo stato della sanità in questo contesto. La situazione diventa pericolosa poiché rischia di generare un pericoloso scollamento nel rapporto tra struttura e cittadini che percepiscono la cosa in modo inopportuno. Eppure le richieste sono molte per quanto riguarda le ecografie, le lastre e la Tac. Un servizio che rientra nei numeri contabili muore per una logica inefficienza gestionale che si ripercuote nella appropriatezza di un servizio che potrebbe incastonarsi nella produttività aziendale. Basti pensare che la struttura in tempi recenti quando c’erano due medici aveva un “gettito” prestazionale quasi come il Mariano Santo di Cosenza. Ci rivolgiamo ancora una volta alle autorità istituzionali del territorio così come al commissario Giuseppe Perri affinché si possa giungere brevemente alla soluzione del caso, prima che diventi come al solito una giustificazione dove le colpe non sono di nessuno>>.