di Filippo Cardamone –
La stele dedicata a Giuseppe Garibaldi, posta in piazza dei Mille a Soveria Mannelli, è opera dello scultore Augusto Passaglia e fu inaugurata nel 1910 dal ministro del Regno d’Italia Gaspare Colosimo. Riporta la frase usata dal generale Garibaldi nel telegramma inviato per rendere noto quanto accaduto: Dite al mondo che alla testa dei miei bravi calabresi ho disarmato 12mila soldati borbonici, Soveria Mannelli 30/08/1860.
Ma si ha notizia dell’esistenza di un altro cippo a partire dal 1888, che probabilmente esisteva ancora prima. Si trovava ai margini del villaggio di Mannelli, che componeva il nucleo abitato del tempo, ed è probabile che in quel punto furono seppelliti i soldati francesi uccisi dai “mannellari” il 22 marzo 1806, in occasione dell’episodio noto alla storia come “i vespri soveritani”.
Fatti e luoghi che rimangono legati al periodo storico e disegnano la precisa scelta da parte della popolazione dell’epoca che sin dal 1806 si dimostra fedele ai Borbone, dando origine a quel movimento di resistenza che portò alla fine del regno di Gioacchino Murat.
In base alle mie ricerche personali e alle ricostruzioni soggettive del periodo storico, ritengo che il centro urbano più fedele ai Borbone in Calabria è stato proprio quello dell’attuale Soveria Mannelli. E di questo sembra fossero consapevoli anche i Borbone.
Tale aspetto costituisce il fondamento del convincimento che mi porta a teorizzare – in modo del tutto personale – la suggestiva ipotesi che vado di seguito a esplicitare.
Forse proprio per questo, cioè per evitare che i seguaci di Murat trafugassero e violassero la sua tomba nel Duomo di San Giorgio di Pizzo, le sue spoglie furono traslate a Soveria Mannelli.
In fondo era il posto più fedele alla corona dei Borbone, per cui poteva essere individuato come un luogo sicuro per custodire nel tempo i resti mortali di re Gioacchino Murat che tra l’altro fu il primo a parlare di unità d’Italia, tanto che in tal senso mi sento di azzardare di poterlo indicare come un precursore del risorgimento italiano.
In merito all’ipotesi evidenziata, aggiungo ancora che durante la resistenza dalla popolazione di Soveria Mannelli ai Savoia, dopo il 17 marzo 1861, il generale Cialdini risparmiò la popolazione da un’azione di repressione forse proprio perché il paese custodiva qualcosa di prezioso per i Borbone e i Savoia, le spoglie del re Gioacchino Murat.
E’ da tanto tempo che sono arrivato a questa conclusione e ritengo che non sarebbe del tutto fuori luogo dare un’occhiata a questo monumento (la stele di Garibaldi) che, al pari della “casa cadente” (Memorie del futuro) in piazza Bonini, rappresenta Soveria Mannelli nel mondo.
Filippo Cardamone