Sulla questione tamponi in Calabria, continuano i botta e risposta tra opposizione e forze governative della Calabria. In particolare, il consigliere Graziano Di Natale, Segretario-Questore dell’Assemblea regionale ha posto l’accento sulla necessità di “Fare chiarezza, fornendo informazioni e dati certi e verificabili, sia l’onorevole Jole Santelli, Presidente della Regione, che gli organi competenti per materia”. “Apprendo – prosegue la nota – che la Protezione civile nazionale ha consegnato in Calabria, dati ufficiali online, 135.600 tamponi mentre la Regione Calabria ne ha effettuato soltanto, dati ufficiali, 45.438. Ne restano ancora disponibili 90.162”.
“Chiedo pertanto – aggiunge l’esponente politico – di fare chiarezza e, a questo punto, credo sia doveroso ripristinare il piano organizzativo sanitario”.
Di Natale ha sottolineato, ancora, come, “La Calabria si trovi in difficoltà nell’affrontare, la gestione di smistamento dei tamponi, reso ancor più grave dalle notevoli difficoltà che i laboratori di microbiologia e virologia della Regione stanno incontrando nel processarli”. E, concludendo il suo intervento, ha espresso perplessità su “Come mai i laboratori deputati a processarli non siano stati dotati, per tempo, delle giuste e adeguate attrezzature atte a supportare un tale quantitativo di lavoro?”
Sull’altra sponda, quella di maggioranza, il Consigliere di Forza Italia, Antonio De Caprio, ha, invece, manifestato soddisfazione per come l’emergenza Covid sia stata e si stia affrontando in Regione.
“La Calabria – ha affermato il forzista in un comunicato – ha attivato sin da subito i 4 laboratori degli hub: Reggio Calabria, Catanzaro (Pugliese-Ciaccio e Mater Domini), Cosenza quali laboratori di microbiologia pubblici e anche un quinto laboratorio presso l’Asp di Reggio Calabria”.
I numeri per De Caprio, assumono così una notevole importanza. “In Calabria è possibile effettuare in media 1.200 tamponi giornalieri i cui referti vengono rilasciati nell’arco delle 48 ore. Ad oggi sono stati effettuati 46.593 tamponi, su un totale della popolazione calabrese di 1.940.000, che ci consegna un dato chiaro e importante ovvero 1 tampone ogni 42 abitanti, dato che senza dubbio ci pone tra le regioni più virtuose.”
“Da noi – prosegue De Caprio – si è realizzata una vera e propria indagine di screening della popolazione, insieme ad una efficace indagine epidemiologica e di ricerca nella catena dei contatti”.
Sui lavoratori invece “Abbiamo attivato – prosegue la nota – un’azione virtuosa, ovvero la collaborazione con l’Istituto zooprofilattico sperimentale di Portici, centro sanitario pubblico che opera per la Campania e la Calabria mai utilizzato. Questa collaborazione che, unitamente ai laboratori regionali, ci ha consentito di refertare parte dei 2.387 tamponi, pari ad oltre il 50%, delle persone rientrate dalle regioni prevalentemente del Nord in quest’ultima settimana.”
De Caprio conclude annunciando che “Altri laboratori pubblici saranno attivati presso gli ospedali di Crotone, Vibo Valentia, Rossano e Locri. Essi serviranno a refertare tamponi sia in ausilio ai laboratori già attivi ed al tempo stesso ad eseguire le urgenze degli ospedali, avendo sin dall’inizio tenuto ferma la barra della strada pubblica nella gestione dell’emergenza.”
Sempre sul fronte sanitario, che oltre all’emergenza coronavirus, deve fare i conti con i problemi dei tanti malati calabresi che necessitano anche di assistenza domiciliare, soprattutto quelli oncologici, situazione delicata per l’Hospice di Reggio Calabria che rischia la chiusura.
Sulla questione interviene, con una nota, Marcello Anastasi, consigliere regionale di “Io resto in Calabria”, chiedendo “che la Regione interrompa il silenzio ed intervenga a sostegno della struttura sanitaria reggina, affinché possa continuare a prestare il servizio di cura e di assistenza sanitaria indispensabile ed altamente qualificata. L’attività che si svolge in Hospice ed in assistenza domiciliare (unica assistenza mantenuta a domicilio anche durante il blocco derivato dalla pandemia) è di fondamentale importanza sia per garantire la continuità assistenziale al malato terminale ed alla sua famiglia sia per consentire un accompagnamento senza dolore e angoscia fino all’ultimo secondo di vita”.
Aggiunge e conclude Anastasi. “Nella mia qualità di consigliere regionale, chiedo che la Regione intervenga per evitare la chiusura di questa struttura. Se ciò avvenisse, sarebbe una soluzione drammatica per i pazienti in carico a servizio e per tutti gli operatori che prestano con impegno e dedizione la loro opera in questo difficile momento”.