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Home » Quando gli emigrati eravamo noi: presentazione di un libro di Giancarlo De Santis

Quando gli emigrati eravamo noi: presentazione di un libro di Giancarlo De Santis

Angelo Falbo di Angelo Falbo
13 Agosto 2021
in Carlopoli, COMUNI, CULTURA&SPETTACOLI
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Quando gli emigrati eravamo noi: presentazione di un libro di Giancarlo De Santis
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A Castagna (comune di Carlopoli), lo scorso 12 agosto 2021, Giancarlo De Santis ha presentato il suo libro Quando Torino diventò la terza città del Sud, sottotitolo: Emigrazione italiana. Il boom economico, edito da Calabria Letteraria Editrice (gruppo Rubbettino), che affronta i temi dell’emigrazione interna in Italia sotto forma di testo teatrale. Tra l’introduzione e i saluti del consigliere comunale con delega alla cultura Serafino Guerino e di Maria Elisavetta Scalzo del comitato CC2.0 e gli gli interventi di Giuseppe Piccoli e Marzio Scalise è stato chiesto ad Angelo Falbo di relazionare sul volume e sulle tematiche trattate al suo interno. Di seguito, si riporta appunto la relazione integrale a firma di Angelo Falbo.

Relazione

Saluti di benvenuti a Tutti i presenti

Ringrazio Giancarlo per avermi voluto impegnare nella relazione di presentazione di questo suo secondo scritto ancora finalizzato alla trattazione del fenomeno dell’Emigrazione, con un contenuto ed una impostazione espositiva altrettanto da destinare ad una rappresentazione teatrale, quando sarà.

La struttura si compone di quattro atti, intessuti su scenari che spaziano nel tempo passato, ricordato, e di quello presente dialogato.

Il testo è più breve del precedente, che, Vi ricordo, ha per titolo QUANDO A PARTIRE ERAVAMO NOI, ma ha la stessa intensità emotiva, affettiva nella problematicità della vicenda umana e sentimentale scelta.

Ruota intorno ai sentimenti di due giovani che innamorati, sognano di coronare con il matrimonio i loro affetti: Maria e Carmelo

E delle due famiglie di appartenenza.

Con il coinvolgimento immancabile di comari, a ricordarci quali sono i meccanismi paesani che si sono prodotti da sempre intorno alle coppie di fidanzati.

Qui c’è la svolta imprevista delle conseguenze di una lontananza per emigrazione, che porta il giovane a Torino dove si innamora di un’altra frequentando una Parrocchia…non prende vie pericolose…ma realizza un comportamento fuori dalle regole della cultura del Paese di partenza. Perciò alimenta nella comunità chiacchiericcio e pettegolezzi, più o meno malevoli.

La giovane si da fare per costituirsi la dote, nel tremore di non sapere cosa sta succedendo al fidanzato lontano, che ha dapprima mandato notizie sempre più distanziate, per poi produrle la delusione e l’ amarezza facendole apprendere che  non la pensa più, ….vuole un’altra….

Per farsi una famiglia ci vogliono soldi necessari alle spese da affrontare e ci vogliono condizioni di lavoro per assicurarsi prospettive,

Bisogna sognare da innamorati, ma c’è   da potersi fare una casa propria e crescere i figli in condizioni di vita migliori di quelle vissute, fin dalle proprie nascite. Cosi pensavano i due giovani.

Il Paese queste condizioni di guadagni e prospettive per il futuro non le offre. Si deve partire….

Siamo fine  anni 50.

La via dell’emigrazione è stata tracciata già da un secolo.

I protagonisti del libro precedente sono andati oltreoceano, negli USA, da noi sempre impropriamente denominati America,

I protagonisti del libro che presentiamo stasera affrontano vicende vissute tra Castagna e Torino…

Qui sono nati e vivono i discendenti di seconda e terza generazione di emigrati, ormai integrati nella vita economica e sociale di quella che in quegli anni   è la città più industriale d’Italia, di quella che ha un numerosissimo nucleo di calabresi, tanti da costituire una terza città ( da qui il titolo appropriato)

Dialogano tre giovani donne integrate anche culturalmente nei costumi al punto tale che una di loro vive gli stereotipi denigratori contro le regioni meridionali, e li manifesta tutti…. ,

All’avvio si espone l’astrusa polemica che occupò i telegiornali nei giorni in cui centinaia di giovani meridionali si affollarono sui treni per raggiungere le proprie regioni prima delle annunciate chiusure decise per contrastare la diffusione del COVID, riferendosi all’avanzare dell’epidemia e non mancando di sottolineare le arretratezze della Sanità nelle regioni meridionali.

Cosa vera, ma che fece il paio con la più grave e mortale situazione epidemica proprio nelle zone più ricche e sviluppate, facendo scoprire a Tutti come il Sistema sanitario nazionale, per un verso o per un altro, non ha funzionato al momento dell’emergenza

Si è rivelato sull’intero territorio nazionale, indebolito nelle strutture, senza personale sufficiente, con risposte medico sanitarie inadeguate per le carenze di materiali, per l’impoverimento dei laboratori e la precarizzazione della ricerca…

Quando ci troviamo a dover parlare di Emigrazione, noi del Meridione, ancor di più se calabresi e ancor molto di più se di questi Paesi interni, non dobbiamo fare grandi sforzi per dire la Nostra.

Noi l’Emigrazione l’abbiamo respirata fin dalla nascita, ascoltando racconti di nonni, vedendo Genitori, o  altri familiari, parenti, amici, compagni di ruga partire….

Quelli come me ne hanno visti tanti per alcuni decenni partire e poi tornare sempre per il Natale, pochi per la Pasqua, di nuovo quasi tutti per le ferie estive in Agosto.

Alcuni con partenze inverse, stagionali…durante i mesi primaverili ed estivi per tornare in quelli invernali…a Castagna in particolare ce n’era un bel gruppo.

Fino agli anni 70 sono andati e tornati.

Non tutti, ma un buon numero.

Dopo, le partenze sono continuate, i ritorni sempre di meno.

Fino agli anni 70 sono continuate a partire lavoratori della terra, seguiti da piccoli artigiani e disoccupati d’ogni tipo.

Dopo gli anni 70 sono cominciate a partire anche altre figure sociali: attratti nei settori impiegatizi di ogni comparto, dalla Scuola, alle fabbriche, alla cantieristica, negli Enti locali, nei servizi….

Negli ultimi quarant’ anni sono continuate a partire fino ad oggi, e proseguiranno nei prossimi, le nuove figure di Giovani diplomati e Laureati, determinando nelle comunità un impoverimento demografico di connotazione sociale, umana, culturale ed etnica, irreparabile.

Si è partito per le Americhe fino agli anni 50 (Argentina, Venezuela, Brasile, Stati Uniti, Canada) e per l’Australia

Si calcolano in oltre 20 milioni gli italiani andati fuori continente.

Poi per i Paesi europei (Svizzera, Germania, Inghilterra, Francia, Belgio, Olanda )

A metà degli anni 50 si è creato un flusso migratorio di ritorno dai Paesi Europei per stabilirsi nelle regioni italiane della Liguria, del Piemonte e della Lombardia.

Regioni avviatesi ad uno sviluppo industriale accelerato, nel mentre si sono rafforzate all’inverosimile verso queste regioni le partenze da quelle del Sud… Conca D’Oro, Freccia del Sud, Peloritano sono treni che hanno caricato milioni di emigrati…

Ci sono canzoni popolari, film e filmati, canti di natura politica che hanno sempre accompagnato le varie fasi di queste costanti ondate migratorie…

Dal treno che viene dal Sud, non scendono solo Marie

Sole alla valle e sole alle colline

Rocco e i suoi fratelli  ……per risvegliare qualche ricordo

Emigrato in Australia ….con Alberto Sordi e Claudia Cardinale

Uno significativo  ( Brooklin ) visto di recente che ha presentato l’emigrazione negli Stai Uniti tra due giovani innamorati l’uno arrivato dal Meridione, l’atra giunta dall’Irlanda ha fatto vivere tutte le attese della partenza, tutte le umiliazioni patite all’arrivo , tutti i sacrifici affrontati e condotti a faticosa riuscita …..

Quando ci guardiamo intorno, nelle vie in questi giorni possiamo incontrare qualcuno, non molti, ma alcuni emigrati sono tornati,

Da qui stasera Li salutiamo, diamo Loro un nostro sincero Benvenuti

Facciamo che trascorrano Belle Giornate in gioviale compagnia

Cosi come salutiamo a distanza chi sarebbe voluto e non è potuto tornare,

A Settembre quando ci guarderemo intorno ci conteremo e ci troveremo ancora di meno, perché altri Giovani si allontaneranno

E noi dimoranti vedremo rughe avvolte nel silenzio e case desolate, case più o meno modeste nelle dimensioni e nelle fatture, e anche di recente costruzione, non solo quelle dei cosiddetti centri storici, accanto a fabbricati antichi e di una certa imponenza.

L’Emigrazione nel tempo ha interessato tutti i ceti sociali.

Anzi se proprio vogliamo, i primi ad emigrare lontano sono stati, a cominciare dalla fine del 700 e per tutta la metà dell’800, soprattutto i figli delle famiglie benestanti e proprietarie di questi palazzotti, andati a studiare in progressione  a Palermo, a Napoli, poi di più a Roma, a Firenze, a Pisa, a Bologna, a Torino , a Milano, a Padova fino a Trento …Molti vi sono rimasti… (Oggi in Calabria abbiamo tre sedi universitarie, pure qualificate  Troppi studenti dopo la Laurea, senza prospettive professionali gratificanti …se ne vanno).

Nel mentre gli interessi delle loro famiglie benestanti, stanziatesi a Carlopoli, provenienti da altre zone, con interessi in Sila si sono spostati verso la Marina ionica.

Qui si è svolto un secolare flusso migratorio prima transumante interno alla Regione, poi stabile nei Paesi della costiera ionica tra Squillace e Sibari, più che in quella tirrenica, dove non erano diffuse ed estese le terre baronali e i latifondi

Una forma migratoria interregionale che a Carlopoli ha svolto la sua parte nell’abbandono dell’abitato, non sempre ben considerato nella sua incidenza…

Dunque l’Emigrazione che è un fenomeno alla base stessa della nascita di queste contrade ne sta determinando il declino dopo il raggiunto apice demografico degli anni 50-60.

Quando noi ne vogliamo parlare lo facciamo piuttosto carichi di emotività sofferta, per lo sradicamento, per le nostalgie, per le lontananze, per i legami affettivi diradati, a rischio di allentamento o del tutto persi.

Ci sentiamo ingiustamente trascurati, se non puniti, da uno Stato- ingrato e dai Governi che si sono succeduti, anche nella triplice forma istituzionale…Monarchica—Monarchico-Dittatoriale del Fascismo…Repubblicana

E ne addebitiamo le cause, che vanno Giustamente individuate e giustamente contestate.

Secondo me, per evitare inutili piagnucolii

Dobbiamo  partire da almeno tre osservazioni da condividere:

Prima: I flussi migratori ci sono sempre stati e sempre ci saranno. Tutte le specie viventi che possono farlo si spostano alla ricerca di migliori condizioni. L’Uomo più di ogni altra specie vivente può spostarsi e stabilirsi dappertutto sulla Terra…..

Seconda: Il pianeta Terra è un Globo, è rotonda e gira. E’, cioè, senza, spigoli, senza lati, senza confini, consente perciò a tutti di spostarsi senza incontrare ostacoli naturali invalicabili,

Financo le catene montuose più elevate presentano valichi o varchi per essere oltrepassate. Persino gli Oceani più estesi e profondi si lasciano attraversare….

Fanno ridere di amarezza coloro che pensano di fermare i flussi migratori con muri o ridicolmente con i blocchi navali!

Personalmente penso che si  deve avere la cittadinanza  dove si nasce e poi di dove ci si vuole stabilire…..rispettando

Terza : Le trasformazioni prodotte da sconvolgimenti e cataclismi, da guerre e da rivoluzioni, da scoperte, da innovazioni tecnologiche, quanto più sono profonde tanto più incidono sul piano economico, sociale e politico determinando nuovi equilibri, a cui possono corrispondere conseguenti squilibri, sia in avanzamento che in involuzione

L’ Emigrazione di per sé non è solo negativa. (potremo approfondire questa affermazione col dibattito, individuandone aspetti di affermazione positiva)

Con queste tre considerazioni Noi siamo agevolati a fare ragionamenti più realistici e pertinenti.

Lo so, quando Noi del Sud, partendo dalle pagine del libro di Giancarlo, sempre da ringraziare per i suoi impegni di studioso, e dai ragionamenti esposti dai protagonisti, vogliamo parlare di Emigrazione e di quanto male sta facendo questo fenomeno alle popolazioni del Mezzogiorno, dobbiamo sapere che si tratta di un fenomeno che è tutto dentro la Questione meridionale

Per questi Paesi nostri ci sono tutti i fattori negativi storicamente individuati nella Questione meridionale, aggravati da quelli di essere in una zona interna, ancor più fragile, abbandonata e impoverita, in forme irreversibili, almeno per alcuni altri decenni, ancora.

Perché mancherà la rigenerazione. Non ci saranno Giovani in numero tale, consapevoli di voler avviare processi di inversione del declino in atto…

Nelle polemiche dei nostri giorni sulle condizioni di arretratezza del Mezzogiorno si stanno esponendo molte argomentazioni connotate, a tratti, da venature nostalgiche di stampo filoborbonico

Sono gli stessi ambienti che al contempo si assoggettano politicamente a forze e a personaggi che nei loro propositi e nei loro comportamenti sono i più ostili alle possibili politiche di riscatto delle regioni meridionali.

Provate a ricordare le liste presentate nelle passate elezioni regionali e a come si collocavano

Osservate quelle che si formeranno per le prossime elezioni dei primi di Ottobre….

Forze e personaggi che vogliono perseguire, attraverso la cosiddetta Autonomia differenziata, o rafforzata, l’istituzionalizzazione delle diseguaglianze territoriali, sviluppo al Nord e arretratezza al Sud, aggravandone le condizioni invece di contrastarle, stravolgendo i principi costituzionali del comma 2 art. 3, invece di attuarli…

Mirano a due obiettivi che nascondono la mai sopita voglia di moderne forme di separatismo: attraverso l’indebolimento dello Stato centrale e l’abbandono a se stesse delle regioni del Sud…utili sempre e comunque a foraggiare consensi, trovando dalla loro parte gli ascarismi diffusi

Il mezzogiorno entro tali logiche è considerato in pratica come una sempiterna palla al piede.

Mai che si cerchi di approfondire la questione del Mezzogiorno, anche attraverso i numeri della continua Emigrazione

Mai che ci si impegni con il determinato intento di rimuovere le cause dell’arretratezza, non voluta tanto dalla Natura, quanto dagli uomini e dalle loro scelte di Governo

Ce la vogliamo prendere con lo Stato unitario del 1861 perché ci ha trascurati?

Per capire le colpe dello Stato savoiardo verso il Sud e per avere una comprensione attenta del fenomeno migratorio in generale ed in Calabria in particolare, ci aiuta molto uno studio – la Tesi di Laurea, una sorta di saggio storico sociologico – del giovane Giuseppe Scalise, proprio di Castagna, studente universitario nella facoltà di Giurisprudenza a Napoli.

Egli ci ha lasciato, nell’anno 1904, analizzando il fenomeno dell’emigrazione calabrese tra il 1876 e il 1902, delle analisi attualissime

Considera gli errori delle scelte governative dopo l’Unità, compresi gli atteggiamenti polizieschi devastanti, di solo mantenimento dell’ordine pubblico, contro le vicende brigantesche , poi afferma:

Non è vero che Chi emigra è sempre spinto dalla fame, dai bisogni….

Si emigra anche perché si è alla ricerca di scoprire altri ambienti in cui migliorarsi,,,,,

Si emigra anche per l’innato desiderio di esplorare mondi nuovi, non contenti di dove si è…..

Tutti e tre questi aspetti Noi li viviamo oggi sia come fenomeno di emigrazione che di immigrazione, per questo dovremmo avere massima comprensione verso Chi arriva, sapendo che altrove siamo arrivati Noi a milioni, partiti da queste nostre terre, dalle quali migliaia di Giovani stanno continuando e continueranno ancora a partire Dalla Calabria sono andati via circa 2 milioni di abitanti, più di quanti oggi siamo presenti…

Perché tante continue partenze già durante il Regno dell’Unità di Italia?

E durante il Fascismo ? E durante la Monarchia dittatoriale fascista?

E durante la Repubblica ?

A questo punto leggiamo di seguito due tabelle di dati demografici

Una relativa al Comune nostro di Carlopoli-Castagna e di alcuni Comuni vicini

Un’altra riporta l’andamento demografico delle Regioni italiane nel corso dei decenni dal 1861 e 2018, con un breve commento esplicativo in modo da dare la possibilità di intervenire ed ampliare le argomentazioni.

Lo sviluppo industriale, negli anni 1950-60-70, e a seguire, realizzato sostanzialmente nelle Regioni del “triangolo economico” Lombardia, Piemonte e Liguria, ha determinato la cessazione degli emigrati da queste regioni e l’accentuazione dei flussi di immigrazione dalle Regioni meridionali.

Secondo  Zaia, Fontana e Bonacini,   con la proclamazione della Repubblica Italiana nelle loro Regioni hanno accresciuto sviluppo e ricchezze perché gli abitanti sono divenuti in poco tempo “spierti”, mentre nel Sud siamo rimasti fannulloni e sciocchi. ?

Piuttosto si sono giovati di tre fattori concomitanti :

  • Condizioni logistiche e geopolitiche di partenza favorevoli,
  • scelte governative vantaggiose, unidirezionali a loro favorevoli, con l’utilizzo delle entrate nette riferite alle rimesse degli emigrati
  • classi dirigenti meridionali “ascarizzate”, con compiacenze dei Governi centrali verso ambienti truffaldini e criminaloidi delle regioni meridionali.

Ecco, la Costituzione, scritta con l’eco dei Valori e degli Ideali della Lotta di Liberazione, chiama ad avere un Patria di eguali, di “italiani”, chiama a contrastare le diseguaglianze non ad aumentarle.  Basta ipocrisie! E’ tempo di equilibrare i  processi di sviluppo territoriale…..

Penso che…se i biologi marini, geologi e gli ingegneri strutturalisti sono in grado , in una terra ballerina, di assicurare, che il Ponte sempre rievocato in ogni tornata elettorale, si può fare senza tanti danni irreparabili, Noi non dobbiamo opporci , a prescindere….

Potrebbe costituire davvero la condizione per invertire i processi di sviluppo a favore dei territori meridionali ….

Certamente in parallelo con l’ammodernamento definitivo di tutte le infrastrutture di servizi e di trasporto, litoraneo e nelle zone interne…..

Restando alle pagine del libro, mi piace riferire, tra le tante altre considerazioni interessanti, quella espressa dalla protagonista Angela, rivolta alle altre due giovani sembrate insensibili e omologate al pensiero e ai comportamenti di un completo sradicamento dalle proprie e dalle origini dei loro genitori, da tutto il carico di vita sofferto dalle generazioni degli emigrati:

Facile   per voi parlare oggi, Voi siete nate qui al Nord e vi sembra tutto normale. Quando parlate è evidente che vi sentite lontane mille miglia dalle sofferenze di un intero popolo costretto a emigrare per sopravvivere. Eppure quelle sofferenze appartengono ai vostri genitori e voi fate finta di non saperlo. Oggi non volete neppure andare in vacanza al Sud.

Preferite andare all’estero  

Sono atteggiamenti da contrastare , non a parole dicendoci indignati dagli atteggiamenti di distacco dei figli degli emigrati che poi sono i nostri parenti , ma creando per loro i parametri minimi della vivibilità vacanziera dei nostri tempi : servizi idrici, di smaltimento rifiuti, di acque e coste pulite, di attrazioni culturali, paesaggistico ambientali e di svago libero…e di buona ristorazione….

Concludendo

L’altro giorno sono stati i 65 anni dalla tragedia di Marcinelle

in Belgio………..8 Agosto 1956 con i suoi 262 morti

134 Italiani, tra questi molti meridionali con 4 calabresi

dopo quelli negli Stati Uniti del 1907 a Monongah e del 1913 a Dawson., è il terzo disastro minerario per numeri di minatori morti e con Loro ricordiamo stasera Tutti i morti caduti in ogni tempo e in ogni dove  perché a Loro dobbiamo parte dei nostri benesseri odierni…..

Tra il 1946 e il 1956 più di 140mila italiani varcarono le Alpi per andare a lavorare nelle miniere di carbone della Vallonia. Era il prezzo di un accordo tra Italia e Belgio che prevedeva un gigantesco baratto:   l’Italia doveva inviare in Belgio 2mila uomini a settimana e, in cambio dell’afflusso di braccia, Bruxelles si impegnava a fornire a Roma 200 chilogrammi di carbone al giorno per ogni minatore.   …….A cosa è servito quel carbone ?

Per fornire energia…Ad uso civile   Ad uso artigianale, per i servizi

Soprattutto ad uso industriale …Dove? …In Calabria No!

La Calabria con la realizzazione dei Laghi è da sempre una Regione produttrice ed esportatrice di energia elettrica

Ci risparmiamo stasera, ma non li abbiamo scordati e non li scorderemo, i rapporti di ostilità e mortificazioni riservati ai nostri connazionali arrivati in Belgio, non per coltivare risentimenti, ma per accrescere, in ammonimento a noi stessi. i nostri sentimenti di umanità…

Quei rapporti erano emblematicamente descritti dai cartelli affissi alle vetrine… Vietato entrare ai cani e agli italiani.

L’odiosità di quella dicitura si commenta da sola.

Peccato che, con una leggera revisione della dicitura, quel tipo di cartelli hanno accolto nelle città del Nord, pochi anni dopo, gli immigrati  delle nostre regioni… Non si fitta a meridionali

Come si fa, ancora oggi, a non riconoscere che i Meridionali hanno contribuito allo sviluppo di tanti Stati extra-continentali ed europei? E sicuramente anche allo sviluppo e alle ricchezze attuali delle regioni settentrionali d’Italia?

A volte ci sembra di essere ripagati con Ingratitudine e Meschineria ….Ma, con la nostra tenacia e le nostre capacità, senza antistoriche nostalgie, … Resisteremo…  e faremo prevalere la verità storica sulle cause distorsive dello squilibrato sviluppo socio economico italiano e delle relative crescenti diseguaglianze …

Tabelle esplicative

 

 

 

di Angelo Falbo

 

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Preside in pensione. Laurea in Materie letterarie presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore. Intellettuale e scrittore. Vive a Carlopoli. È il responsabile della Lega SPI-CGIL del Reventino.

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