C’è un candidato dell’area del Reventino alle prossime elezioni regionali del 3 e 4 ottobre 2021. Si tratta di Salvatore Staine, di Decollatura, ma ben conosciuto in tutto il territorio circostante per la sua storia personale e per la sua naturale propensione alle relazioni umane. Docente di matematica nella scuola superiore, con precedenti esperienze nel settore della formazione (Enaip-Acli), nelle politiche attive del lavoro (Italia Lavoro) e nella digitalizzazione della Pubblica Amministrazione. Salvatore ha oggi 55 anni e non ha mai fatto politica attiva, se non per una breve parentesi anni fa nel consiglio comunale di Decollatura, ma di politica si è sempre interessato. Ora ha evidentemente individuato nel progetto politico di Luigi De Magistris, candidato presidente, e nell’ampia coalizione di liste per lo più civiche che lo sosterrà, lo spirito giusto per tentare di cambiare la Calabria, perché “cambiare si può”. Lo abbiamo sentito per una breve intervista che prova a individuare le ragioni del suo impegno e le strategie che saranno i punti fermi di una possibile azione di governo.
Da dove nasce la decisione di candidarsi con la coalizione di De Magistris?
Ritengo che le elezioni del 3 e 4 ottobre 2021, possono rappresentare un’opportunità straordinaria per la Calabria, una vera rivoluzione. La candidatura di De Magistris rappresenta un elemento di rottura del sistema politico che domina, ormai da decenni, nella nostra regione, sistema che l’ha relegata a fanalino di coda della nazione e dell’Europa, che non ha garantito diritti ai cittadini e che ha impoverito sempre di più il nostro territorio. Basti pensare allo spopolamento delle aree interne, alla fuga dei cervelli, ai viaggi della speranza nella sanità, alla crescente disoccupazione giovanile. Credo che questo progetto possa rappresentare per la Calabria un rinnovamento che parta da un nuovo umanesimo, indispensabile per promuovere una qualità veramente umana di vita per tutte le persone e per la società.
Qual è l’elemento più innovativo della proposta politica di De Magistris?
Sicuramente l’aspetto culturale. Mi spiego meglio: al centro dell’idea c’è la cultura della legalità. Negli ultimi decenni, nella nostra regione, si è sviluppata la sub-cultura dell’illegalità e della corruzione che ha occupato interi settori economico-produttivi, attraendo nelle sue maglie quanti si trovano in stato di necessità. Pertanto, ritengo che sia necessario innescare una vera e propria rivoluzione culturale che, facendo leva sulle importanti esperienze di antimafia sociale, trovi nell’istituzione regionale e nella politica un alleato libero e capace di agire nel breve e nel lungo termine.
Quali sono le strategie da attivare per lo sviluppo del nostro territorio e delle aree interne?
In linea con quanto definito nell’Accordo di programma quadro Reventino-Savuto, la Strategia di sviluppo per il nostro territorio deve puntare a: 1) Consolidare, modernizzare e diversificare il sistema produttivo territoriale; 2) Stimolare la nascita e il consolidamento di nuove imprese nei settori delle produzioni di eccellenza, dell’artigianato di qualità e del terziario innovativo; 3) Migliorare le condizioni di offerta e di fruizione del patrimonio ambientale e culturale, materiale e immateriale; 4) Promuovere la creazione e la valorizzazione delle aziende agricole di qualità presenti sul territorio; 5) Rafforzare la filiera foresta-legno-ambiente, valorizzando il patrimonio boschivo dell’area, messo in grave crisi dall’emergenza incendi di questi giorni; 6) Promuovere una rete per il turismo green. Credo fermamente che il mix tra paesaggio, gastronomia e agricoltura di qualità sia uno strumento altamente potenziale per attrarre nuove forme di turismo nel nostro territorio e rilanciare così un settore che da sempre è stato fonte di reddito per la nostra area; 7) Migliorare la mobilità all’interno dell’area, attraverso interventi mirati sia sul trasporto su gomma che sul trasporto su rotaia, potenziando i servizi offerti dalla Ferrovia della Calabria.
Dal suo punto di vista interno al mondo della scuola, cosa pensa sarà opportuno fare e si potrà fare per le politiche dell’istruzione in regione?
Ritengo che ci siano molte cose da rilanciare nel settore dell’istruzione per garantire, livelli di prestazione più vicini agli standard nazionali, una piena inclusione e un abbattimento dei tassi di dispersione scolastica ancora troppo elevati. Le azioni che ritengo prioritarie per raggiungere questi obiettivi sono le seguenti: 1) Accelerare sul sistema istruzione da zero a sei anni. Nonostante siano trascorsi quattro anni dall’approvazione del Decreto legislativo n. 65 del 2017, nella nostra regione notiamo dei tassi bassissimi di presenza di nidi, micro nidi, sezioni primavera e poli per l’infanzia, pertanto bisogna rilanciare e programmare le attività del Piano di azione nazionale per il sistema integrato di educazione e di istruzione zero sei per il quinquennio 2021/2025; 2) Rilanciare la cultura tecnica superiore, in coerenza con il PNRR. A tal proposito bisogna rafforzare il sistema degli ITS attraverso il potenziamento del modello organizzativo e didattico (integrazione offerta formativa, introduzione di premialità e ampliamento dei percorsi per lo sviluppo di competenze tecnologiche abilitanti) e il consolidamento degli ITS nel sistema ordinamentale dell’Istruzione terziaria professionalizzante, rafforzandone la presenza attiva nel tessuto imprenditoriale del territorio; 3) Assistere le scuole a indirizzo professionale nell’attuare pienamente quanto previsto dal D.Lgs. n. 61 del 2017, mirando ad allineare i curricula degli istituti professionali alla domanda di competenze che proviene dal tessuto produttivo della Regione; 4) Rilanciare il canale della formazione IeFP, attraverso una maggiore integrazione tra formazione professionale e istruzione, magari mediante i Poli Tecnico Professionali.
Salvatore Staine dimostra di avere idee chiare e di volersi fare portatore di progetti che investono anche il nostro territorio. Tutte cose che a nostro avviso è opportuno conoscere per poter scegliere liberamente in occasione delle prossime elezioni regionali, perché se – nel 2021 – non saremo ancora in grado di scegliere liberamente chi votare, allora vorrà dire che ci meritiamo lo sfascio che da sempre ci perseguita e di cui sempre ci lamentiamo.
Raffaele Cardamone