C’è stata capacità di risposta all’avanzata impetuosa del coronavirus nella comunità di Pentone. Dopo aumento dei contagi nei paesi vicini, già dal 30 dicembre 2021, sono subito scattate le inequivocabili misure restrittive.
L’elenco dei dinieghi per cittadini pentonesi è lungo: no all’apertura dei locali nelle ore serali, divieto di feste e cerimonie. E ancora: stop assembramenti davanti ai luoghi di ritrovo come piazze e bar.
Scelte drastiche con ordinanze comunali giustificate dai numeri e premiate dal risultati: a Pentone, l’incidenza del virus si attesta sulla narrazione algebrica conformante dell’ 1,31% con 26 casi di positività.
Non si accontenta però il primo cittadino Vincenzo Marino e invita gli Enti preposti a fare squadra con un appello accorato: “Nel nostro paese le misure restrittive hanno dato risposte importanti, ma non si possono arginare tutti gli abusi e tutte le illegittimità, ecco perché serve corresponsabilità, serve aiuto dei cittadini, servono comportamenti improntati alla legalità e al rispetto.
L’azienda sanitaria provinciale rischia il collasso dopo questo numero di contagi troppo elevato: laboratori di analisi così come medici e infermieri vanno aiutati con più risorse, più personale.
Anche noi sindaci non possono farci carico di tutto, dai tracciamenti al riferimento per i soggetti positivi e ai controlli che spesso mancano.
Lo dico con chiarezza: le Amministrazioni comunali, di questo passo, saranno vicine alla resa, al collasso. Urge tavolo di concertazione per capire cosa migliorare”.
Convivere con il virus: non è semplice senza organizzazione, senza programmazione.
Enzo Bubbo