
Costantino Mustari Vicepresidente del Comitato della Società Dante Alighieri di Catanzaro e Presidente del Comitato provinciale Unicef dello stesso capoluogo, ha provveduto a diffondere i particolari dell’evento, mentre il Presidente vicario del Sindacato Libero Scrittori Italiani sezione Calabria, Luigi Stanizzi, ha colto l’occasione per ringraziare i prestigiosi presidenti del Comitato catanzarese della “Dante Alighieri”, Teresa Rizzo e Mustari, «per l’importante opera di divulgazione e approfondimento culturale che generosamente da tanti anni offrono a favore della comunità, dedicando disinteressatamente una parte rilevante della loro vita”. Numerosi gli studi di Giuseppe Cognetti sul dialogo interculturale, su cui ha organizzato convegni nazionali e internazionali. Il libro, che deve molto all’opera di Raimon Panikkar, sottolinea l’importanza di un nuovo umanesimo dialogico e interculturale per un mondo migliore. Hanno dialogato con l’autore la prof.ssa Elena De Filippis, già dirigente scolastica del Liceo Galluppi di Catanzaro e don Salvino Cognetti, vicario generale della Curia. De Filippis si è soffermata sulla figura di Panikkar , sacerdote cattolico figlio di padre indiano e madre spagnola, teologo, filosofo e testimone del dialogo interculturale e dell’incontro tra le religioni.

Il discorso del prof. Cognetti è iniziato con una breve analisi della situazione attuale. La guerra russo-ucraina, scatenata da Putin con l’aggressione di uno stato sovrano ha stimolato la riflessione sulle negatività del mondo in cui viviamo. Al di là di astratte utopie, è ancora possibile sostenere un atteggiamento di pace e di dialogo, come sottolineato continuamente dal nostro Presidente della Repubblica e da papa Francesco? Per approfondire la questione, come sosteneva Panikkar, bisogna “pensare” (dal latino “pensare”, pesare, esaminare) cioè valutare criticamente i fallimenti del secolo scorso, dove i tentativi di realizzare utopie massimalistiche di segno opposto, dai fascismi ai comunismi, hanno prodotto massacri, devastazioni e un enorme spreco di energie, senza dar luogo a quei mutamenti profondi che si proponevano in vista di un miglioramento effettivo della condizione umana.

Bisogna invece aprirsi alla molteplicità di modelli che ci vengono da altre realtà, accogliere culture diverse da quella occidentale senza affatto abdicare ai nostri valori (ragione critica, diritti umani, democrazia, libertà) ma relativizzandoli, e promuovere utopie “minimalistiche” che consentano cambiamenti concreti, realisticamente possibili. Nell’enciclica Laudato si’ papa Francesco ha sottolineato la necessità, proprio in vista di una trasformazione dello “stato di cose esistente”, di un nuovo umanesimo che leghi la protezione dell’ambiente all’urgenza etica di tutelare le vittime della storia dominante.