A Soveria Mannelli “Ei fu”, ma non fu mai. Eh si perché il pronto soccorso della città presilana, ha subito le vane e varie promesse dei decreti per la riorganizzazione degli ospedali in zone disagiate, che sono state disattese, tranne che su alcuni interventi di ristrutturazione. Nulla di fatto anche dalla conferenza Stato-Regioni del 18 dicembre scorso, nell’ambito del Patto per la Salute 2019-21, che doveva, in qualche modo, riequilibrare le differenze che esistono, nelle situazioni di fatto, sia tra regioni, che nelle regioni stesse.
Insomma a Soveria Mannelli, tanto per fare un esempio, non ci si può infortunare, se non il martedì mattina (quando c’è l’ortopedico) e bisogna sperare che coincidano i turni con i pochi radiologi rimasti, altrimenti niente lastra!
Anche per una semplice analisi bisogna andare a pregare nel vicino santuario affinché l’esito del processo laboratoriale vada a buon fine e il materiale arrivi a Lamezia Terme in tempo utile. Evitiamo di citare, come potrete facilmente intuire, i casi più gravi perché il nostro breve scritto scadrebbe in un turpiloquio da vecchia osteria.
Prendiamo spunto dall’ultimo allarmato e allarmante comunicato del Comitato pro ospedale del Reventino, presieduto, dell’amico e collega, Alessandro Sirianni e ne ri-marchiamo e rincariamo il passaggio finale “Un luogo dove ci si possa curare seriamente o una bisca con la ‘Roulette Russa’ come attrattiva principale?”