L’Università delle Generazioni da molti anni segue motivazioni e ragionamenti, da una parte e dall’altra, sulla fattibilità o meno del grande ponte sullo Stretto di Messina. E appare chiaro che su una realizzazione così importante non ci sia una visione unanime, nemmeno tra gli scienziati e i super-tecnici. E già questo depone male per un’opera così imponente che divora ogni tipo di risorse umane, ambientali, economiche e così via. E’ persistente il timore che sia poi la Politica a decidere su un fatto puramente tecnico e controverso, così come in epoche anteriori è stata la Religione a sentenziare su cose che dalla religione esulavano. E abbiamo poi visto i risultati. Si torna così al medioevo?…
Qui non si tratta nemmeno di realizzare un referendum tra le popolazioni più interessate di Calabria e Sicilia, come qualcuno aveva proposto; né di contrapporre un “Sì assoluto” a fronte di un “No assoluto”. E non è la prima volta nella storia umana che si tende alla costruzione di opere gigantesche che sfidano la natura prima ancora che la scienza. Tra costi e benefici, poi, il dubbio resta, pure a fronte delle ben note carenze territoriali. Ma c’è una situazione di fatto che taglia la testa al toro e che diventa quel “No assoluto” imposto dalla natura dei luoghi … ed è la sismicità, una situazione che non perdona. Ed è pura illusione mettersi contro le forze occulte (ed anche mitologiche) di questo Stretto che è tra le zone più belle del mondo e che, prima dell’immaginabile, può diventare “archeologia” tutto ciò che viene costruito a sfida del semplice buon senso e della Storia!
Certo, la sfida tecnologica del ponte sullo Stretto porterà a studi innovativi e a risultati notevoli che potranno valere per altre sfide, ma il costo umano, economico, ambientale e quanto altro sarà troppo alto dinanzi alla possibilità che resti davvero “archeologia” persino nel breve termine per i paradossi pure delle tante “cattedrali nel deserto” che la Calabria e il Meridione hanno già patìto in varie epoche e sotto tanti governi. Non dite poi che non vi avevamo messo in guardia. La caparbietà sul ponte non paga alla lunga.
L’Università delle Generazioni intende, infine, ricordare il sacrificio di Franco Nisticò, già Sindaco di Badolato (CZ) e presidente del Coordinamento sulla Strata Statale 106, morto proprio a Cannitello di Villa San Giovanni sabato 19 dicembre 2009 (giusto 14 anni fa) proprio per dire “No al ponte” assieme a 20mila manifestanti. I mancati soccorsi patìti da Nisticò sono emblema e profezia di un’etica sociale che manca e che ignora tutto ciò che non permette la costruzione di un’opera destinata a diventare “archeologia” persino ingombrante come tutti i rottami industriali lasciati da politiche statali forsennate.